CAPITANE CORAGGIOSE | La vie en rose dell'edilizia

Francesca Zirnstein. La sostenibilità è (soprattutto) sociale e professionale 

L’architetto Francesca Zirnstein è dal 2015 Direttore Generale di Scenari Immobiliari e relatrice in numerosi convegni sul tema del Real Estate anche a livello internazionale e svolge seminari in varie facoltà italiane riguardanti il mercato immobiliare. «La sostenibilità è la capacità di rispondere a bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la possibilità di soddisfacimento di quelli delle generazioni future. La sostenibilità può essere ambientale, sociale ed economica e ogni giorno ci si confronta con le continue evoluzioni del tema, evidenti in qualsiasi ambito, compreso quello edilizio per cui l’evoluzione tecnologica e il rinnovamento sono essenziali».

L’esperto del mercato immobiliare sottolinea come molto tempo sia passato da quando la nozione di “sostenibilità” iniziò a diffondersi negli anni ‘80 del secolo scorso e come il significato, l’importanza e la sua accezione che diamo al termine siano cambiati al trascorrere dei cicli, all’evolversi delle necessità. «Tutto ciò ha esaltato i contrasti in un mondo che corre veloce, che fa scorrere rapidamente le lancette e che non può attendere una risposta più di una manciata di secondi, ma che allo stesso tempo accorcia le distanze, fa crollare confini e barriere e avvicina chi è lontano. Una società sostenibile che da un lato rivendica un nuovo rispetto dei ritmi della persona e della natura e dall’altro propone spazi di lavoro in dimensioni inesistenti, nel metaverso, rendendo pensabile ciò che fino a poco fa era considerato impossibile».

È un’analisi che entra nel profondo della società e che passa in modo imponente anche attraverso il comparto a noi tanto caro. «Nell’industria alla quale la mia professione appartiene, incalzati da necessità di miglioramento ambientale e dal miraggio dell’appagamento dei bisogni del singolo, sono cambiati gli oggetti immobiliari, gli aspetti edilizi, dimensioni, altezze, rapporti aeroilluminanti, le capacità tecniche di far fronte alle esigenze, i materiali, le forniture e i prodotti. Soprattutto sono cambiati i cittadini di questo Paese, protagonisti di una rivoluzione silenziosa, a volte lentissima e altre istantanea, in alcuni casi attesa e in altri imprevista. E se il mattone per gli italiani continua a essere una passione che dura da oltre un secolo, lo scenario politico ed economico è mutato profondamente negli ultimi anni, destreggiandosi tra il boom dei primi anni duemila e la crisi finanziaria del 2008, che in Italia ha colpito più duramente che altrove per motivi strutturali, le difficoltà del 2011 e gli effetti del Covid del 2020. Tutto questo, in modo pratico e calato nella mia quotidianità professionale, significa perseguire una sostenibilità che assicuri la funzionalità di ogni processo in modo quanto più possibile autonomo e concorra a un obiettivo comune e coerente con ogni azione intrapresa dall’azienda».
Ma sostenibilità vuol anche dire interesse, vuol dire attenzione e cura, vuol dire equilibrio. «La società in cui opero è una realtà di medie dimensioni, con una connotazione nazionale e radicata sul territorio, dove è ancora ragionevole pianificare azioni finalizzate al perseguimento del miglior risultato possibile senza rinunciare a un approccio peculiare, alla possibilità di realizzare prodotti esclusivi, all’identità del nostro marchio e alla ricerca dell’eccellenza nella coerenza del processo di analisi e restituzione dei dati.

Dirigere un’azienda comporta una costante attenzione ai continui cambiamenti e infinite sollecitazioni provenienti dall’esterno e dall’interno dei team. Oggi le persone sono diverse, le esigenze sono molteplici e l’affezione è fragile. Guidare le strutture in un ambiente professionale sempre più competitivo dell’industria immobiliare, che dall’inizio di questo secolo si è completamente modificata con ritmi frenetici e facilità di movimento tra realtà anche internazionali, significa instaurare un clima di fiducia e rispetto reciproco con il tuo gruppo, condividere visioni e scopi, costruire un senso di appartenenza all’azienda, pur definendo compiti, ruoli e obiettivi di ciascun collaboratore. La sostenibilità delle azioni per una realtà di consulenza è basata su continuo confronto e scambio fra ciò che è la sua maggiore ricchezza: la qualità delle persone che ci lavorano. Conseguentemente l’attività di chi guida i team è necessariamente legata alla capacità di comprendere i collaboratori, di capirne le potenzialità e investire su queste. Investimento che si fa, in primis, tramite la formazione, da realizzare non solo in una fase iniziale ma attitudine costante e fondamentale nei momenti di diminuzione dell’interesse».

Si sta parlando quindi di una sostenibilità di società e rapporti umani. «Lo scambio diventa fondamentale e il confronto sia tra membri dei team che tra aree operative differenti è momento di conoscenza interdisciplinare, che porta a una maggiore cultura e consapevolezza e a una visione di insieme, valore aggiunto e elemento distintivo per la società.

Alla base di queste considerazioni sta, a mio parere, la sostenibilità sociale professionale intesa in primo luogo come giusta remunerazione, elemento scontato perché tutelato dalla legge, ma non scontato nel premio dell’impegno, della crescita e dei risultati raggiunti dai singoli, non scontato nella misurazione che porta alla quantificazione e determinazione del riconoscimento economico. Ritengo infine che sostenibilità sia buona governance dell’azienda: forse per coincidenza, forse per precisa scelta della presidenza, forse per entrambi i motivi, la nostra realtà è contraddistinta oggi da una forte presenza femminile a ogni livello».

La struttura societaria conta infatti due donne su tre componenti del consiglio direttivo, la struttura manageriale vede per la quasi totalità donne con ruoli chiave nella guida delle aree di attività e i collaboratori sono per due terzi professioniste. Questo è di per sé buona governance? «Pur riconoscendo alle donne qualità peculiari nello svolgimento di mansioni professionali, credo che punto di forza di una azienda contemporanea sia la promozione della diversità all’interno dei gruppi di lavoro, intesa come genere, formazione, provenienza geografica, presenza di persone con caratteri, background e livelli di anzianità lavorativa differenti. A ciò si aggiunge, ed è determinante, la capacità di profittare di questo nuovo ciclo, di questa volontà di sostenibilità umana, che sarà il vero volano del futuro.

Pur non nascondendo o sottovalutando le piccole o grandi crisi interne alle strutture consolidate che ne deriveranno, va guardato a questa tendenza globale, non arrestabile, con lo sguardo più laico possibile.

Sono convinta che l’aumento della eterogeneità professionale sia una risposta necessaria alla scarsità di risorse e anche un vantaggio. Nonostante i diversi obiettivi di ognuno, le diverse culture professionali, le diverse capacità siano una costante fitta nel fianco di chi non può dimenticare che la sostenibilità economica è scopo imprescindibile di una azienda, i benefici che ne possono derivare sono numerosi e positivi, più proficui delle aspettative. Quello della sostenibilità è un lungo percorso nel quale ci siamo trovati senza che inizialmente ne comprendessimo la portata e le ricadute e che ci accompagnerà ancora per anni, anche per quegli ambiti meno evidenti perché non tangibili Ma è un percorso imprescindibile e inarrestabile, un processo nel quale siamo chiamati ad agire e a scrivere quelle che un domani saranno regole di gestione delle imprese».

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