What’s New | Materiali sostenibili e componenti riciclate

Costruire in maniera più sicura e attenta all’ambiente

(Foto Adobe Stock)

Il riciclo dei materiali edili è l’insieme di strategie volte a recuperare materiali provenienti da attività di produzione, costruzione e demolizione per reimpiegarli nel settore delle costruzioni evitando di smaltirli in altro modo impattando così meno sull’ambiente.

La risposta più efficace ai problemi ambientali legati all’esaurimento di materie prime, alle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera durante i processi produttivi e alla produzione di rifiuti passa per il riciclo. Il riciclo di materie prime per la realizzazione di nuovi prodotti (sistemi prefabbricati, pannelli, malte e materiale da costruzione in genere) consente di abbattere le emissioni di CO2 in atmosfera e, al contempo, di usufruire degli incentivi previsti nella Legge di Bilancio.

Il riciclo può essere distinto in riciclo primario, secondario e terziario in funzione del processo subito e delle caratteristiche del prodotto finale.

Il riciclo primario, o “riuso”, consiste nel riutilizzo direttamente in cantiere degli scarti di lavorazione o delle rimanenze preesistenti; in questo modo viene ridotta la quantità di rifiuti prodotti. Questa prassi, in linea con le normative più recenti in materia ambientale, è la meno dispendiosa dal punto di vista economico e quella a minor impatto ambientale. Diverse componenti possono reimpiegate così come sono, basti pensare ai coppi, per esempio, o alle travi in legno, riutilizzate per la costruzione di elementi d’arredo.

Il riciclo secondario implica un trattamento meccanico del rifiuto e generalmente un calo di qualità del prodotto rispetto all’originale, processo che implicherà un uso probabile diverso. L’attività di riciclaggio dei materiali del cantiere è complessa a causa della numerosità degli scarti prodotti. I rifiuti da costruzione e demolizione sono infatti composti da parti molto diverse tra loro come carta, vetro, plastica, legno, ferro, inerti, ceramiche, calcestruzzo e materiale lapideo, e talvolta contengono rifiuti classificati dalla normativa come pericolosi, quali l’amianto.

Il vetro riciclato viene solitamente reimpiegato come materiale drenante, con la cellulosa della carta si possono ottenere pannelli isolanti, con la plastica una serie di elementi di completamento quali recinzioni, moquette e relativo sottofondo. Con gli inerti riciclati si impastano nuove malte con il vantaggio di una forte componente pozzolanica.

Il riciclo terziario avviene per via chimica: esso produce un materiale praticamente equivalente al materiale di partenza.

Inoltre, gli aggregati provenienti da macerie in Italia non possono essere utilizzati per scopi strutturali e generalmente vengono impiegati in riempimenti e in sottofondi stradali.

I vantaggi del riciclo

Diversi sono i vantaggi nella produzione e nell’utilizzo di un materiale proveniente, almeno in parte, da fonti riciclate. Per il produttore è uno strumento di smaltimento con costi limitati; per il proprietario dell’impianto il materiale riciclato ha un valore commerciale; per l’acquirente questo materiale ha prestazioni paragonabili ai materiali tradizionali dai quali è stato generato, ma ha un prezzo molto inferiore; per la collettività il riciclo di materiali da costruzione garantisce una maggiore tutela delle risorse non rinnovabili dell’ambiente.

I materiali plastici (polimeri) 

Dato il forte incremento nell’utilizzo di materie plastiche in edilizia, un ruolo chiave assumono le tecniche di riciclaggio dei polimeri. I materiali plastici hanno un ciclo di vita di lunga durata e costituiscono così una forte minaccia per l’ambiente se non integrati in un processo di riuso o riciclo.

Il riciclo della plastica dipende fondamentalmente dal suo comportamento termico: “i polimeri termoplastici quando vengono riscaldati diventano fluidi tanto da poter essere modellati nella forma del manufatto da utilizzare, mentre quelli termoindurenti sono infusibili e insolubili, da ciò derivano le tecnologie del loro riciclo”: materiali termoplastici vengono rifusi mentre i termoindurenti possono essere frammentati tramite macinazione ed essere utilizzati come riempimenti.

I polimeri sono una classe di materiale di grande interesse tecnologico grazie ai loro costi relativamente bassi e alla vasta gamma di proprietà che hanno; ogni anno in Europa nel campo delle costruzioni si utilizzano più di 5 milioni di tonnellate di materiali plastici e si stima che le loro applicazioni siano in crescita. La metà dei materiali plastici utilizzati dall’industria delle costruzioni è rappresentata dai polivinilcloruri (Pvc), a cui fanno seguito il polistirene (Ps) e il polietilene (Pe).

Nell’industria produttiva dei polimeri è pratica ormai largamente diffusa il riciclo degli scarti di lavorazione, non altrettanto si può dire del riciclo delle plastiche post consumo che presentano difficoltà dovute alla contaminazione da materiali estranei.

I Criteri Ambientali Minimi
I C.A.M. sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.
I C.A.M. sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione e sono adottati con Decreto del Ministero della Transizione Ecologica. La loro applicazione sistematica e omogenea consente di diffondere tecnologie rispettose dell’ambiente e produce un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi alle nuove richieste della pubblica amministrazione.
In Italia, l’efficacia dei C.A.M. è stata assicurata grazie all’art. 18 della L. 221/2015 e, successivamente, all’art. 34 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.Lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato dal D.Lgs 56/2017), che ne hanno reso obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le stazioni appaltanti. Questo obbligo garantisce che la politica nazionale in materia di appalti pubblici “verdi” sia incisiva, non solo nel ridurre gli impatti ambientali, ma anche nel promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili e “circolari”. A oggi sono stati adottati C.A.M. per 18 categorie di forniture ed affidamenti.

Economia circolare

Con “economia circolare” si intende un modello di economia che riduce lo scarto, differenzia le fonti di approvvigionamento di materia prima e amplia la vita dei prodotti di consumo, massimizzandone il valore d’uso. Rappresenta un modello di sviluppo alternativo all’economia lineare, per fermare lo spreco di materia e l’inquinamento da fonti fossili, promuovendo invece la produzione efficiente, il riciclo, l’eco-design, le energie e le fonti rinnovabili.

Cosa scegliere

Mapei. 14 prodotti con emissioni compensate

K2 Prima. Leggero come una “nuvola”

Sika. Agile e sostenibile

Vaga. Betoncini sostenibili anche nei centri storici

Prodotti sostenibili e componenti riciclate