Superbonus 110% e l’edilizia. Parte seconda: La cessione del credito di imposta

di Filippo Fasulo, Giuseppe La Franca, Francesca Malerba

Il credito di imposta potrà essere ceduto senza limiti: questa è la vera novità del Decreto Rilancio.

Il principale risultato atteso da parte del Superbonus 110% consiste nell’attivazione di un circuito virtuoso, nel quale il committente potrà cedere il proprio credito d’imposta all’impresa – che può così effettuare i lavori senza costi aggiuntivi per il committente – o ad altri soggetti.

A chi potrà cedere il credito di imposta il privato committente 

Il committente/contribuente ha davanti a sé tre strade percorribili:

1) Pagare i lavori eseguiti e usufruire direttamente del credito d’imposta, portandolo in detrazione dalle imposte dirette sul reddito negli anni successivi. Questa è la strada da percorrere per godere realmente della detrazione al 110 %, dando cosÌ la possibilità al privato di non dover sostenere costi aggiuntivi di consulenza, oneri di attualizzazione o spese di cessione.

Tuttavia, per poter usufruire a pieno di questa scelta è necessario verificare la propria capienza fiscale. Facciamo un esempio. Ipotizziamo un costo di lavori pari a 100.000 euro il contribuente potrà ricevere una detrazione pari al 110% di 100.000 ovvero 110.000. In sostanza potrà portarsi in detrazione 22.000 euro all’anno per cinque anni. Solo in questo caso la detrazione verrà sfruttata a pieno e il contribuente troverà la massima convenienza.

2) Cedere il credito d’imposta agli istituti di credito (le banche) in cambio della monetizzazione del credito.

È un’altra strada percorribile, ma con maggiori difficoltà. Molte sono le proposte commerciali presenti sul mercato da parte delle banche, ma queste valuteranno il merito creditizio con una richiesta di garanzie, che renderà di fatto poco agevole la cessione del credito.

Inoltre, la convenienza di questa scelta è strettamente connessa all’incapienza fiscale del committente che, per la cessione del credito di imposta, dovrà tener conto dei costi praticati dall’istituto bancario con il quale opera.

3) Cedere il credito d’imposta alle imprese in cambio dei lavori

Si tratta dell’opzione più virtuosa, ovvero che offre più garanzie di successo e realizzazione nel complesso panorama normativo del Decreto Rilancio e dei suoi decreti attuativi e circolari.

In questo caso il committente cede all’impresa il proprio credito d’imposta in cambio dei lavori da effettuare. L’impresa assume l’onere di completare le opere e sarà pagata per i lavori rientranti nel Superbonus 110%, con la cessione del credito d’imposta. E fin qui nulla questio…

Ma quanti lavori potrà seguire l’impresa se non cede a sua volta il credito di imposta ricevuto? Di quanta capienza fiscale deve disporre l’impresa per avere la convenienza ad affrontare i lavori senza monetizzare? Ecco che l’impresa stessa dovrà a sua volta cedere ad un ente terzo il credito acquisito, per ottenere il pagamento in danaro per il suo intervento.

Questo circuito, ovviamente, non potrà essere a costo zero, ma offrirà al committente e all’impresa delle garanzie che, altrimenti, non avrebbero:

– certezza della cessione del credito d’imposta;

– monetizzazione degli interventi;

– sostegno finanziario da parte delle banche;

– nei circuiti più virtuosi, contratti pro-soluto con la manleva di responsabilità in carico alle imprese e ai condomini.

A chi potrà cedere il credito di imposta l’impresa 

Per la durata del Superbonus 110%, il credito d’imposta diventerà una sorta di “moneta” con la quale sarà possibile effettuare gli interventi incentivati. Tutti i soggetti a cui si applicano le detrazioni fiscali potranno a loro volta cedere il credito di imposta a soggetti terzi, e questi ultimi potranno, a loro volta, cedere il credito d’imposta a ulteriori soggetti.

In questo modo si configura il più accreditabile canale di cessione del credito di imposta, senza rischi e in serenità per i committenti e, soprattutto, per le imprese. Se il committente cede all’impresa il credito fiscale in cambio dei lavori da effettuare, all’impresa si aprono tre scenari possibili:

Tenere il credito fiscale per sé e portarlo in detrazione nei 5 anni successivi con rate di pari importo. Se da un lato questa possibilità consente all’impresa di non avere costi di cessione del credito, dall’altro limita i lavori alla sola capienza fiscale dell’impresa stessa, senza ulteriori vantaggi.

Cedere il credito fiscali alle banche più capienti. Questa operazione ha un costo, perciò non si potrà più godere dell’intera detrazione al 110%. Vediamo quali sono i passaggi, così come previsto dalla norma a stati di avanzamento (Sal). Ipotizzando i due stati di avanzamento parziali, al 30% e al 60%, e la chiusura lavori finale, al 40%, lo scenario più plausibile sarà articolato in 3 momenti.

1) Asseverazione da parte di un tecnico abilitato del primo Sal, cessione del credito d’imposta (30%) e pagamento del controvalore all’impresa.

2) Asseverazione del secondo Sal, cessione (30%) e pagamento del controvalore.

3) Asseverazione e osservanza di tutte le norme, con conseguente pagamento del controvalore della restante quote di cessione (40%).

In estrema sintesi, questo è il percorso ordinario che potrà essere seguito cedendo il credito di imposta alle banche (che affronteremo nel capitolo dedicato la complessità fiscale e burocratica di questa dinamica, solo apparentemente semplice).

Cedere il credito fiscale alle grandi Esco.

Il credito può essere ceduto anche alle Energy service companies (Esco) e alle Società di servizi energetici (Sse), accreditate presso il Gse, comprese le imprese artigiane e le loro forme consortili, che hanno come oggetto sociale, anche non esclusivo, l’offerta di servizi integrati per la realizzazione e l’eventuale successiva gestione di interventi di risparmio energetico.

Le grandi Esco potranno essere artefici concreti della riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano. Grazie alla loro imponente capienza fiscale hanno organizzato strutture ad hoc e collaborazioni con società di consulenza, banche, fornitori, e ogni addetto del settore per seguire il processo della cessione del credito dalla sua fase iniziale.

Questi circuiti offrono un fondamentale vantaggio competitivo ai committenti e alle imprese, che saranno seguiti e supportati durante tutto il percorso di cessione del credito, a fronte di una riduzione del godimento della detrazione al 100% per coprire i costi della consulenza.

La novità è proprio questa. Non ci sarà solo chi compra il credito d’imposta, ma anche chi traghetterà committenti e imprese nella realizzazione dei lavori e nella seguente cessione del credito, senza ostacoli né rischi. Ecco che nasce un nuovo e importante business che coinvolgerà più professionalità e strutture – tutte vocate verso un unico obiettivo: la riqualificazione del nostro patrimonio immobiliare.

Il ruolo degli istituti di credito 

Mai come questa volta gli istituti di credito avranno la possibilità di supportare la virtuosa manovra del Decreto Rilancio. Le banche avranno, infatti, diversi ruoli e, per il buon esito della riqualificazione del patrimonio immobiliare, molto dipenderà anche da loro.

Le iniziative delle banche dedicate a tutti i clienti interessati al Superbonus 100% sono articolate in tre principali modalità.

  • 1) Da una parte condomìni o proprietari di immobili potranno rivolgersi direttamente a agli istituti di credito per usufruire del bonus fiscale. Il cliente potrà cedere i crediti fiscali alla Banca, attivando una linea di credito o un finanziamento dedicati in attesa che tali crediti arrivino a maturazione. In questo caso il controvalore della compravendita del credito fiscale permetterà l’estinzione diretta della linea concessa;
  • 2) dall’altra condomìni e proprietari di immobili potranno ottenere dall’impresa edile che svolge i lavori con lo sconto in fattura. In questo caso saranno le imprese incaricate di eseguire i lavori di riqualificazione energetica e sismica degli edifici a potersi rivolgere alle banche chiedendo la cessione dei futuri crediti, attivando una linea di credito dedicata che si chiuderà alla maturazione dei crediti fiscali.
  • 3) Ultima possibilità, certo non per importanza, le banche potranno finanziare le imprese con prodotti ad hoc, supportandole nella gestione economica dei lavori.

Il finanziamento alle imprese 

La banca potrà, come ormai noto, acquisire direttamente il credito d’imposta dalle imprese ma, soprattutto, potrà supportare le stesse imprese con dei finanziamenti mirati, cosiddetti “bridge”. Le imprese, infatti, necessiteranno certamente di un importante supporto economico e finanziario per riuscire a sviluppare una cosi importante mole di lavori.

Il finanziamento alle imprese è lo snodo principale di tutto il processo. Le imprese, infatti, esaurita la propria capienza fiscale avranno l’onere di anticipare tutti o quasi i costi della realizzazione degli interventi fino all’apertura del cassetto fiscale – data in cui potranno materialmente usufruire della monetizzazione del credito.

Durante questo percorso, da parte delle banche che potranno e dovranno intervenire con prodotti ad hoc per sostenere le imprese, sarà fondamentale l’anticipazione a Sal (Stato avanzamento lavori) del costo dei lavori che materialmente le imprese staranno già sostenendo.

Molti istituti bancari stanno proponendo strumenti studiati per supportare i condomini e le imprese. Naturalmente è buona pratica rivolgersi agli istituti maggiormente rappresentativi sul territorio e che hanno stretto partnership per la garanzia della cessione del credito.

Ma come funziona un finanziamento a Sal? In estrema sintesi, a fronte della cessione del credito fiscale, la banca offre una copertura finanziaria che può arrivare fino al totale dell’importo dei lavori, normalmente per una durata di 18 mesi, anche mediante l’apertura di conti correnti dedicati.

Le normative

– D.Lgs, n. 34 del 19/5/2020 (cosiddetto “Decreto Rilancio”), convertito con modifiche nella Legge n. 77 del 17/7/2020 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Codiv-19”;

– Decreto Ministeriale “Asseverazioni”;

– Decreto Ministeriale “Requisiti tecnici”;

– Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 8 agosto 2020;

– D. Lgs. n. 104 del 14 agosto 2020 “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia”.

 

Il ruolo delle grandi Esco e delle società di consulenza finanziaria 

Altro protagonista indiscusso della riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale è quello costituito dalle Energy Service Company, comunemente definite Esco. Per il committente come anche per le imprese, affidarsi a società già operanti sul territorio e strutturate per la cessione del credito d’imposta è la soluzione più semplice e sicura attualmente sul mercato.

Infatti, le grandi Esco, nei casi più virtuosi, hanno attivato delle partnership con società di consulenza finanziaria che offrono dei pacchetti completi, per il committente, e delle garanzie di successo nella cessione del credito, per le imprese.

In generale, la scelta di consulenti specializzati e operanti nel settore è sempre la migliore possibile. Bisogna però fare riferimento a società serie, invece di rivolgersi a realtà nate ad hoc per inseguire il business.

 

Come si muovono le Esco 

Le grandi Esco godono di una capienza fiscale pressoché illimitata, che consente loro di acquisire numerosi crediti fiscali e monetizzarli alle imprese. Si tratta di un’opportunità molto interessante per il mercato. Le imprese possono entrare in un circuito virtuoso che vede tra i suoi protagonisti attivi anche le Esco e le società di consulenza, che offrono strumenti e risorse per la corretta cessione del credito d’imposta. Vediamo come.

Le Esco si stanno muovendo sul mercando seguendo due offerte principali:

– alcune Esco che si propongono come “general contractor”, accentrando l’operatività della cessione del credito e lavorando con le imprese, che assumono il ruolo di subappaltatori;

– altre Esco offrono un metodo indiretto, attraverso l’accreditamento delle imprese che svolgono il ruolo di “general contractor”, in totale autonomia gestionale e finanziaria.

Soprattutto nel secondo caso esistono partnership aziendali che, oltre a garantire l’acquisizione del credito da parte delle Esco, garantiscono anche la consulenza e l’accompagnamento tecnico nella cessione del credito di imposta alle imprese.

Queste hanno la disponibilità di competenze tecniche esperte nella cessione del credito di imposta che, di fatto, evitano il rischio di responsabilità dolose o colpose in capo alle imprese e ai committenti, garantendo la regolarità del procedimento laddove interverranno controlli da parte degli organi competenti.

Inoltre, per garantire la finanza alle imprese, molte Esco stanno stringendo rapporti di partnership anche con le banche. Proprio in queste circostanze gli istituti di credito infatti potranno intervenire con maggiori garanzie e serenità di azione nell’erogazione dei bridge finanziari trattati nel precedente capitolo.

La scelta resta inevitabilmente e giustamente alle imprese, in base alle esigenze e alla convenienza di ogni singolo imprenditore.

«Per rendere più efficienti e più sicure le nostre case, Eni gas e luce ha sviluppato CappottoMio, il servizio di riqualificazione energetica e sismica degli edifici. Grazie alle opportunità dell’Ecobonus, Sismabonus e Superbonus 110% è possibile per i clienti accedere alle detrazioni fiscali per il miglioramento energetico o statico della propria abitazione. Per garantire le migliori soluzioni e il supporto nella gestione delle pratiche, Eni gas e luce è presente sul territorio attraverso una propria rete commerciale nazionale e si avvale del supporto di imprese partner qualificate (oltre 400). Inoltre, CappottoMio può contare sul contributo di tanti professionisti di settore, grazie anche al recente accordo con la Fondazione Inarcassa, della società Harley&Dikkinson per il supporto tecnico-operativo e fiscale con la piattaforma Wikibuilding, e di diversi partner finanziari del settore bancario (di recente anche il gruppo Iccrea Banca). Eni gas e luce si impegna ad acquistare il credito fiscale in modo da permettere all’impresa e al professionista che segue i lavori di garantire lo sconto in fattura o la cessione del credito al cliente. Tutti i dettagli su enigaseluce.com/cappottomio» Francesco Santangelo, Head of Relations and Initiatives for energy services development Eni gas e luce

 

Le società di consulenza 

Una società di consulenza ha il difficile compito di guidare gli attori principali nel mercato della riqualificazione immobiliare, supportando imprese e committenti nella molto complessa rete normativa e procedurale per la cessione del credito di imposta. La materia è così complessa che Esco, banche e società di consulenza hanno creato delle partnership tese a liberare le imprese da incombenze burocratiche che, molto spesso, sono di ostacolo alla realizzazione di lavori.

Cosa può offrire un’azienda di consulenza? Alcune hanno creato delle piattaforme per la realizzazione di offerte integrate per il condominio e per la contestuale cessione del credito derivante dagli interventi.

Le piattaforme agevolano il lavoro dell’amministratore condominiale, delle imprese e di tutte le figure tecniche, coinvolte nell’intervento e nella gestione dell’intero percorso di cessione del credito. Attraverso le piattaforme si possono:

– presentare ai committenti offerte concrete e realizzabili in relazione al bonus detraibile;

– verificare e controllare la gestione della pratica di cessione del credito.

Oltre alle piattaforme, alcune società di consulenza mettono a disposizione un team di risorse umane e tecnici esperti nella cessione del credito d’imposta, che ne validano il processo.

Altre società integrano l’offerta con uffici tecnici che garantiscono sia le asseverazioni per i Sal e per la chiusura dei lavori, sia i visti di conformità.

Altre ancora offrono nei loro servizi polizze assicurative postume a garanzia dei lavori effettuati dalle imprese partner.

Le aziende più preparate e strutturate offrono dei pacchetti e delle partnership che garantiscono tutti questi servizi di consulenza.

Le Esco, le aziende di consulenza e le banche creano insieme un’offerta completa per le imprese, che potranno offrire il loro intervento ai committenti con garanzie economiche, amministrative e legali altrimenti difficilmente ottenibili. Anche in questo caso spetta all’impresa la scelta dell’offerta più conveniente in base alle diverse esigenze.

 

«Harley & Dikkinson è il business designer che da più di dieci anni si occupa in modo particolare dell’ambiente fintech, cioè mette a fattor comune finanza, tecnologia e metodo per rendere fattibili operazioni     complesse, come il Superbonus 110%. Uno dei circuiti già attivi per la cessione del credito d’imposta esistenti in Italia è “CappottoMio”, un progetto nato dalla collaborazione tra Eni gas e luce (operatore del settore energia) e noi di H&D.
Dopo un’attenta e puntuale due diligence, il progetto offre alle imprese edili operanti sul territorio nazionale la possibilità di accreditarsi e diventare partner di entrambe le realtà. In questo modo l’impresa lavorerà come “general contractor”, con la libertà e la certezza di poter cedere tutti crediti d’imposta direttamente a Eni gas e luce, con un contratto garantito e con l’assistenza tecnico-finanziaria e assicurativa di H&D e dei suoi partner». Alessandro Ponti, Ad Harley&Dikkinson

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