Svita e avvita

Un elemento che distingue l’attrezzo progettato per l’impiego quasi esclusivo nel fissaggio con viti, dagli attrezzi usati per la foratura con funzione secondaria di avvitatori, è la presenza di un sistema per la regolazione su molteplici valori progressivi del momento torcente o forza con cui la vite viene bloccata nella sua sede. Gli avvitatori più usuali sono nati per essere collegati alla rete elettrica monofase o a un generatore di corrente. Considerato però il loro impiego sul cantiere in punti non sempre serviti direttamente dalla rete elettrica, come avviene ai piani alti dell’edificio o in copertura, l’uso di questi modelli impone sovente di adoperare scomodi e ingombranti cavi di prolunga. Per risolvere il problema sono stati creati attrezzi autonomi funzionanti a batteria che, per la necessità di effettuare continue ricariche, non possono sostituire completamente le versioni alimentate mediante cavo, ma le integrano per ottenere una completa dotazione che permetta di affrontare tutte le situazioni del cantiere. Gli avvitatori autonomi e con funzionamento a batteria, non solo risultano adatti quando il lavoro viene svolto lontano da fonti di energia, ma sono in grado di operare in ambienti con un alto grado di umidità o in presenza di acqua al suolo pur garantendo, per il basso voltaggio di funzionamento, la piena sicurezza contro gli infortuni dovuti a folgorazione.

(Foto Spit)

L’autonomia di impiego è sempre proporzionale alla dimensione della batteria e dipende in gran parte dalle caratteristiche del lavoro al quale l’attrezzo è destinato. Ogni avvitatore autonomo è di solito corredato da un caricabatterie rapido e da una batteria di scorta per avere sempre pronta una fonte di alimentazione anche in caso di lunghe operazioni di fissaggio. Gli avvitatori a impulso sono impiegati soprattutto quando vengono richieste forze di serraggio o di rilascio molto elevate che non possono essere ottenute con i normali attrezzi. Il loro settore di applicazione, oltre allo smontaggio e al montaggio di pneumatici su veicoli normali e da cantiere, riguarda soprattutto la carpenteria metallica: bulloni e dadi vengono serrati velocemente e con forza grazie all’azione combinata, rotante e battente, dell’utensile. Sovente la forza espressa è così alta da poter impiegare gli avvitatori ad impulso anche per svitare bulloni bloccati dalla ruggine. Il momento torcente, in un avvitatore di questo tipo, può essere regolato mediante il controllo della durata dell’azione battente oppure per mezzo di una regolazione elettronica. Tutte le versioni di avvitatore sono costruite con un corpo allungato e un’impugnatura a pistola che rende l’attrezzo molto maneggevole sia a mani nude che con i guanti da lavoro e in caso di operazioni di avvitamento da condurre in posizioni scomode. Oltre ai dispositivi di regolazione, gli avvitatori dispongono di carcassa a doppio isolamento, di frizione e di due velocità ottenute in genere con sistemi meccanici a ingranaggi che sono sovente inseriti in una scatola metallica per garantire un migliore funzionamento dei cuscinetti e degli organi di supporto. Quasi sempre gli attrezzi montano un ulteriore comando a controllo elettronico per la regolazione della velocità di rotazione che può variare da zero al numero massimo dei giri previsto per poterla commisurare al modello di vite impiegato, al materiale di lavoro e al tipo di opera da eseguire. Tutti i modelli di avvitatore si fermano per disinserimento della frizione quando viene raggiunta la coppia di serraggio predeterminata dall’operatore. Ciò consente di eseguire con precisione lavori di avvitamento rigidi, come avviene per il fissaggio di metallo su metallo, oppure per eseguire fissaggi elastici o morbidi come è indispensabile nel caso di legno su legno, di legno su metallo, nel fissaggio mediante tasselli in plastica su calcestruzzo ed anche nell’assemblaggio di pareti in cartongesso su profilati metallici di esiguo spessore e di sezione sottile.

I SETTORI PRINCIPALI DI IMPIEGO 

L’ingombro limitato e la maneggiabilità dell’avvitatore ne fanno un attrezzo adatto al fissaggio definitivo di porte e serramenti, alla costruzione di pareti divisorie, di contropareti e di controsoffitti con lastre di cartongesso o in altro materiale, alla costruzione di partizioni antincendio a più strati su orditura metallica, al collegamento di profilati a pareti in calcestruzzo mediante tasselli e al montaggio di impalcature e ponteggi a tubi e giunti. Gli avvitatori sono utilizzati anche nella carpenteria per la realizzazione di strutture metalliche collegate con viti e bulloni e nell’impiantistica di ogni livello per bloccare condutture e tubazioni ai diversi supporti.

 

(Foto Spit)

 

LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE 

La  capacità di affrontare impieghi continuativi e la notevole robustezza dell’avvitatore, consentono di serrare a fondo o di allentare le viti in maniera sicura, razionale e precisa senza danneggiare il materiale di supporto e con un momento torcente proporzionale al tipo di lavoro, senza far affondare troppo o troppo poco la testa della vite. Gli avvitatori consentono di lavorare con tutti i tipi di viti commerciali, con testa a intaglio, a croce per viti Philips o Pozidriv, a stella per viti Torx, a esagono e a brugola, e in particolare nelle versioni autoperforanti e automaschianti che altrimenti potrebbero essere impiegate manualmente solo con difficoltà e con una lunga preparazione del supporto.

 

LA FORZA DELL’AVVITATORE

La coppia di serraggio necessaria ad avvitare a fondo una vita,  è influenzata da una serie di fattori: l’attrito del filetto della vite contro il materiale, l’attrito tra la testa della vite e la superficie del pezzo da fissare e l’elasticità dei particolari da avvitare. In fase di intervento occorre valutare questi fattori secondo l’esperienza dell’operatore e in base a prove preliminari per poter scegliere il valore più idoneo della coppia di serraggio agendo sulla ghiera di regolazione. In tal modo è possibile effettuare avvitamenti a fondo e fissaggi stabili senza rovinare le superfici o produrre danni e deformazioni che altrimenti potrebbero limitare la durata del collegamento.

 

LE CARATTERISTICHE DEL SISTEMA A BATTERIA

Gli attrezzi a batteria sono costruiti con dispositivi di regolazione simili a quelli dei sistemi con alimentazione a cavo e sono disponibili con batterie incorporate nell’impugnatura e a diversi voltaggi, in genere di 9,6 V, 12 V, 14,4 V, 18 V e 24 V. Per un uso professionale su lavori continuativi e per avere una certa autonomia di lavoro, prima di dover cambiare la batteria o effettuare la ricarica, è sempre meglio utilizzare attrezzi con batteria ad alta capacità anche se il peso dell’attrezzo tende ad aumentare. Talune versioni sono disponibili con batteria fissata all’impugnatura nel tipo da inserire nei due sensi per modificare il bilanciamento e migliorare la flessibilità di utilizzo dell’avvitatore.

di Massimo Guglielmi

 

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