Calcestruzzo in forma

(foto Pontarolo Engineering)
(foto Pontarolo Engineering)

Le casseforme impiegate in edilizia per la costruzione di opere da realizzare mediante un getto di calcestruzzo, sono strutture complesse a elementi prefabbricati e modulari metallici o di legno multistrato che in genere consentono di ottenere sul cantiere notevoli prestazioni e un numero rilevante di riutilizzazioni. Accanto ai casseri di questo tipo, il mercato propone casseforme leggere per getti di calcestruzzo armato che sono costruite per un solo utilizzo grazie alla strutture composta da uno speciale cartone impermeabile. I casseri monouso di cartone, permettono di ottenere colonne e pilastri di ogni sezione e al momento del disarmo sono distrutti per liberare il getto indurito. Le caratteristiche in comune a tutta la produzione sono rappresentate dalla maneggiabilitĂ  e dalla facilitĂ  d’uso insieme all’ampia varietĂ  di forme. Le diverse versioni disponibili sul mercato non sostituiscono l’usuale cassaforma di forma piana, ma integrano i diversi sistemi di contenimento del getto di calcestruzzo in quanto risultano adatte alla realizzazione veloce dei particolari architettonici strutturali o meno, in opera o fuori opera, con costi ridotti e con tempi brevi per l’armo, il disarmo e l’esecuzione.
Colonne e pilastri
I casseri leggeri monouso per elementi strutturali e decorativi a forte sviluppo verticale, sono stati progettati per risolvere il problema della realizzazione di colonne e di pilastri con getto di calcestruzzo utilizzando elementi rapidi da mettere in opera.

(foto Aerbloc)
(foto Arbloc)

La gamma dei diametri disponibili soddisfa ogni esigenza progettuale e di cantiere, così come la lunghezza che può variare da uno standard di 3-4 metri fino a oltre 12 metri in quanto taluni tipi sono talmente resistenti da sopportare senza deformazioni un getto di calcestruzzo eseguito in un’unica soluzione per costruire colonne di notevole altezza. Oltre ai vantaggi dovuti ad un costo non elevato, questi casseri monouso eliminano tutta una serie di operazioni connesse all’impiego di casseforme tradizionali, quali un montaggio e uno smontaggio oneroso e l’uso di staffature e di puntelli complessi.
I casseri di cartone o di altri materiali antiumiditĂ  a strato sottile, permettono di costruire sul cantiere manufatti di calcestruzzo destinati a rimanere in vista e con superficie solcata da una leggera spirale oppure con diversi gradi di uniformitĂ  fino al completamente liscio e lucido. I casseri di cartone sono sempre facilmente movimentabili da parte di una sola persona e l’utilizzo di questo materiale consente di lavorare con il principio dell’usa e getta senza produrre rifiuti ingombranti o inquinanti e assicurando, al momento della gettata del calcestruzzo, un’adeguata struttura di contenimento che non si deforma a causa delle pressioni in gioco. Infatti il tubo viene fabbricato con un procedimento particolare che incolla tra loro e in piĂą strati bandelle di cartone sovrapposte a spirale fino a raggiungere lo spessore desiderato e proporzionale al diametro del tubo stesso. L’interno del cartone viene ricoperto con una guaina plastica, formata in genere da polietilene, per evitare che il materiale assorba l’acqua di impasto e si inzuppi deformandosi o rompendosi prima dell’indurimento del getto. Sovente questo trattamento viene eseguito anche all’esterno in modo che il tubo non risenta di un eventuale magazzinaggio in ambiente umido.

(foto Cimes)
(foto Cimes)

La superficie interna liscia conferisce al getto una finitura perfetta adatta a essere lasciata in vista oppure in grado di accogliere pitture protettive e decorative di esiguo spessore. L’unione tra il cassero a perdere ed eventuali matrici in materiale sintetico, consente di costruire colonne e pilastri con capitello e basamento da realizzare in un’unica fase di getto.
Il cassero di cartone permette di costruire colonne in aderenza a strutture giĂ  esistenti, grazie al suo limitato spessore, e consente di realizzare vuoti di alleggerimento all’interno di strutture massicce, creare vuoti incassati su blocchi di cemento oppure praticare su getti di grande mole passaggi destinati alle reti impiantistiche o fognarie. In produzione esistono anche casseri in parte riutilizzabili per pilastri di forma quadrata, rettangolare, esagonale, ottagonale o dotati di superficie con motivo a doghe. Queste forme utilizzano il tubo di cartone solo come elemento di contenimento esterno da usare e gettare, mentre le sagome interne per ricavare la sezione desiderata sono realizzate con uno o piĂą gusci di lamiera irrobustiti alla periferia da semilune di polistirene. Questi elementi interni al momento della scasseratura vengono recuperati staccandoli dal pilastro o dalla colonna, così da poter essere utilizzati per successive operazioni inserendoli sempre all’interno di un cassero a perdere di cartone con diametro adeguato.

(foto Pontarolo Engineering)
(foto Pontarolo Engineering)

Tutti i produttori possono fornire sia tagli a misura che casseri per altezze superiori a quelle standard e con spessore adeguato a reggere la maggior spinta del calcestruzzo. Per il disarmo si ricorre al taglio longitudinale con una utensile a lama oppure talune varianti sono dotate di una o due zip a filo di acciaio che vengono manovrate dall’alto verso il basso per aprire velocemente il cassero.
Le casseforme per colonne in polistirene ad alta densitĂ  sono costruite in piĂą tipologie riutilizzabili molte volte, monouso oppure con solo alcune parti reimpiegabili. Come nel caso delle matrici per cornicioni, la superficie interna è sempre molto liscia e consente di ottenere manufatti di calcestruzzo a vista che dopo il disarmo non richiedono interventi di finitura. Per un distacco senza problemi è sempre buona norma pulire bene le superfici interne da eventuali grumi di calcestruzzo e ricorrere agli appositi disarmanti che impediscono l’effetto ventosa.

(foto Cimes)
(foto Cimes)

Le casseforme sono composte da due semigusci quasi sempre muniti di incastro continuo a linguetta metallica oppure da far collimare perfettamente una volta sistemati in opera. Sovente la parte interna, cilindrica o conica, è rivestita con doghe di legno piallate collegate tra loro a incastro, con film o strati antiadesivi a spessore, con legno sabbiato o con una matrice di gomma che riproduce sui piani svariati effetti decorativi compreso quello della pietra lavorata a urto. Alcune versioni sono rinforzate all’esterno con una lamiera metallica che dĂ  al cassero una forma circolare così da permetterne la chiusura mediante fasce di acciaio, munite di vite di serraggio, da sistemare a distanza regolare lungo la forma dopo averla messa a piombo. Nella serie dei casseri leggeri in materiale espanso per realizzare colonne di getto sono disponibili anche elementi monolitici, talvolta riutilizzabili in parte, giĂ  predisposti con fusto, basamento e capitello da costruire in un’unica soluzione e composti con decori e scanalature sia in stile classico che moderno.
Il montaggio e l’impiego
Sul cantiere il tubo di cartone può essere tagliato a misura utilizzando una normale sega da falegname e per la messa in opera non richiede particolari attrezzature in considerazione dell’estrema leggerezza e maneggevolezza. L’armatura della colonna è costruita con i metodi tradizionali per il collegamento dei ferri tra loro e con ferri di ripresa inglobati nella fondazione.

(foto Cimes)
(foto Cimes)

Il cassero viene infilato dall’alto rispettando il verso giusto indicato con una serie di frecce stampate sull’esterno del tubo e facendo in modo che l’armatura sia sistemata perfettamente al centro della cavitĂ  interna per rendere uniforme la misura del copriferro. La messa a piombo si ottiene mediante una cravatta di legno o di acciaio predisposta appositamente, fissata all’estremitĂ  superiore del cassero e puntellata. Per il bloccaggio del cassero si impiega in genere un’ulteriore cravatta sistemata al piede del tubo così che una volta colato l’impasto al suo interno il cassero non si sollevi per effetto della spinta del calcestruzzo.
Con le casseforme leggere di ogni tipologia il getto può essere eseguito con metodi tradizionali e utilizzando una benna da gru corredata di tramoggia per facilitare lo scarico del materiale oppure un’attrezzatura di pompaggio collegata alla betoniera. L’impasto va immesso nel cassero con gradualitĂ  cercando di ripartire bene la malta così da assicurare un perfetto collegamento con i ferri di armatura e una distribuzione omogenea degli inerti. In genere si procede per strati di 50 cm di altezza e contemporaneamente alla posa occorre compattare il calcestruzzo mediante aghi vibranti a immersione azionati in modo da non toccare la superficie interna del cassero per evitare danneggiamenti alla finitura a vista. Se si opera con casseri di cartone questa precauzione impedisce di  intaccare il rivestimento impermeabile interno e quindi di creare punti di assorbimento d’acqua con cedimento e probabile fuoriuscita del calcestruzzo non ancora indurito. Per evitare rotture sui casseri e sulle matrici leggere non bisogna mai vibrare dall’esterno oppure battere le superfici con un martello o con altri attrezzi pesanti.
 di Massimo Guglielmi

Leggi il parere dei produttori
Arbloc
Cimes
Pontarolo Engineering