Tavolozze da parete. Sistemi di tinteggio per interni

(foto Settef Cromology Italia)
(foto Settef Cromology Italia)

I sistemi di tinteggio delle pareti interne per la decorazione e la finitura funzionale degli ambienti e degli intonaci. Le opere di tinteggio delle pareti interne rappresentano la fase finale della costruzione del fabbricato e gli interventi più usuali eseguiti nel recupero e nella riqualificazione degli ambienti. Questa finitura ha lo scopo di dare ai locali un aspetto consono ai caratteri architettonici e stilistici dell’unità immobiliare e di creare una coltre omogenea che aumenta il valore estetico degli ambienti mettendo in risalto l’arredo. La varietà dei prodotti reperibili sul mercato per la finitura interna, bianca o colorata, permette di eseguire il lavoro conferendo alle superfici vari gradi di luminosità con tessiture, tonalità, sfumature ed effetti in molteplici varianti. Le idropitture, ampiamente utilizzate nella tradizione decorativa, sono formulate a base d’acqua e appartengono alla categoria delle finiture da stendere in strato sottile in una o più mani sovrapposte per ottenere l’effetto desiderato.

Le norme di riferimento
In materia di pitture e vernici le norme sono definite da Unichim – Associazione per l’Unificazione nel settore dell’Industria Chimica che ha approntato molteplici riferimenti normativi. Tra questi: Uni En 13300:2002 – “Pitture e vernici – Prodotti e sistemi di verniciatura all’acqua per pareti e soffitti interni – Classificazione” che individua un sistema generale per la classificazione di prodotti e sistemi di verniciatura all’acqua per la decorazione e protezione di pareti interne e soffitti, nuovi e vecchi, rivestiti e non rivestiti. Uni En 16402:2013 – “Pitture e vernici – Valutazione delle emissioni di sostanze dai rivestimenti in ambienti chiusi – Campionamento, condizionamento e prove” che specifica un metodo di riferimento per la determinazione delle emissioni da rivestimenti in ambienti chiusi. La norma si applica ai composti organici volatili, ai semivolatili e alle aldeidi volatili. Uni 10794:1999 – “Pitture e vernici – Pitture murali in emulsione – Determinazione dell’applicabilitĂ  e sovrapplicabilità” che descrive un metodo per la misurazione della facilitĂ  di applicazione e della sovrapplicabilitĂ  delle pitture murali in emulsione.

Se nel passato le idropitture venivano preparate sul cantiere stemperando i leganti, il bianco e i pigmenti in acqua, oggi tutte le versioni sono disponibili nel tipo premiscelato con tonalitĂ  scelte attraverso apparecchiature tintometriche, compreso quelle che come componenti si rifanno alla tradizione.

(foto Colorificio MP)
(foto Colorificio MP)

Le idropitture moderne possiedono doti di buona durabilità e presentano connotati di sicurezza e di non nocività, che derivano dall’impiego di leganti con una comprovata compatibilità per chi vive e lavora negli ambienti con queste finiture. L’assenza di composti volatili dannosi, durante e dopo l’applicazione, insieme all’elevata capacità di aderire a tutti i supporti edilizi senza distacchi o sfogliamenti, fanno spesso preferire questi tipi di tinteggio soprattutto quando occorre dare alla parete un effetto pastellato, simile a quello ottenuto con i formulati antichi, oppure ricavare superfici lisce, satinate e vellutate al tatto.

(foto Cap Arreghini)
(foto Cap Arreghini)

Il colore in tutte le varianti di tonalitĂ , la capacitĂ  coprente anche nelle applicazioni su tinteggi esistenti e la brillantezza delle tinte ottenute, sono gli altri connotati delle idropitture traspiranti che derivano dalla qualitĂ  dei componenti utilizzati nella preparazione tra i quali sono sempre presenti additivi specifici in proporzioni limitate, ma che favoriscono la stendibilitĂ  dei prodotti e le proprietĂ  distensive della tinta.
Le idropitture a calce
I prodotti che utilizzano come legante la calce aerea appartengono ai tinteggi formulati secondo le regole tradizionali e con composizione di base non molto diversa rispetto a quella del passato: latte di calce ottenuta stemperando in acqua grassello di calce aerea idratato e stagionato a lungo e miscelato con pigmenti naturali presenti in proporzioni tali da realizzare tonalitĂ  brillanti e pastellate senza ridurre la resistenza del tinteggio.

(foto Gruppo Ivas)
(foto Gruppo Ivas)

Molte versioni vengono preparate aggiungendo ai componenti di base delle cariche minerali, delle resine sintetiche in piccole quantitĂ  oppure composti naturali derivati dal mondo vegetale che rendono piĂą facile l’applicazione del prodotto anche da parte di personale poco esperto e aumentano il potere coprente e la capacitĂ  di ritenzione d’acqua della pittura. Il tinteggio a calce ha la dote di essere altamente traspirante con qualitĂ  antimuffa e antibatteriche derivate dalla composizione fortemente alcalina. Grazie alla presenza di pigmenti naturali scalati dal bianco della calce, la tinta a calce permette di creare colorazioni molto trasparenti e con tonalitĂ  da tenui fino alle sfumature piĂą sature. Il rivestimento così preparato, si presta a variazioni tonali ottenute mediante velature, spugnature a tampone, marmorizzazioni con venature, effetti spruzzati e altre lavorazioni con sovrapposizione di colori.

(foto Colorificio San marco)
(foto Colorificio San Marco)

Questo tinteggio viene applicato di preferenza a pennello con setole naturali, anche se alcuni tipi sono adatti per la stesura a rullo o a spruzzo. In ogni caso l’applicazione avviene in due fasi intervallate tra loro in modo che la seconda mano venga data su un fondo asciutto, ma ancora fresco. La pittura a calce è diffusiva e il pennello non lascia tracce sulla superficie in quanto i segni lasciati dalle setole si distendono immediatamente. Con le tinte a calce, la copertura massima si manifesta a prodotto asciutto e non al momento dell’applicazione, quindi non bisogna insistere con passate dense per ottenere subito un effetto coprente.
Le idropitture con leganti sintetici
Rappresentano forse la categoria più utilizzata di idropitture, impiegano come legante una resina sintetica, acrilica o di altra natura, dispersa nel prodotto mediante acqua e una volta essiccate formano una pellicola continua che ingloba i pigmenti organici o inorganici impiegati nella miscela. La resina sintetica in emulsione facilita la messa in opera dell’idropittura e conferisce al prodotto una notevole capacità di aderire senza distacchi a qualsiasi supporto murario, compreso quelli cementizi.

(foto Saint -Gobain Weber)
(foto Saint -Gobain Weber)

Il legante e gli altri componenti determinano nel rivestimento di finitura ottime qualitĂ  traspiranti e di ridotta resistenza al passaggio dell’acqua sotto forma di vapore. Le idropitture sono di solito semilavabili o lavabili e permettono di eseguire trattamenti di pulizia con spazzola o con tampone, grazie alla qualitĂ  del legante che crea, nella coltre asciutta, una buona resistenza alle sollecitazioni meccaniche, all’abrasione e all’azione dei raggi ultravioletti. I formulati appartenenti a questa categoria possiedono usualmente un elevato potere coprente, grazie alla presenza nella miscela di componenti quali il bianco di titanio o di altri composti con analoghe proprietĂ .

(foto Valpaint)
(foto Valpaint)

Il lavoro di tinteggio diviene molto omogeneo e uniforme grazie agli additivi specifici che rendono la pittura capace di distendersi immediatamente sul supporto, condizione che elimina le tracce del pennello e degli altri attrezzi per la stesura.
L’applicazione delle idropitture viene sempre eseguita su fondo preparato e ben rasato, asciutto e coerente. In genere, tutti i prodotti richiedono una prima mano di imprimitura per favorire l’aderenza degli strati successivi e per uniformare l’assorbimento del supporto. La stesura dell’idropittura a base di leganti sintetici non presenta particolari difficoltĂ  tanto che l’operazione può essere eseguita da manodopera non particolarmente specializzata.

(foto Cap Arreghini)
(foto Cap Arreghini)

L’esecuzione comporta l’impiego del pennello, del rullo o dell’attrezzatura a spruzzo, secondo le versioni e in base alla resa di applicazione richiesta dall’opera. Le idropitture sono quasi inodori e per la loro stesura non richiedono particolari precauzioni, se non arieggiare i locali per smaltire l’acqua evaporata. Con taluni prodotti opportunamente formulati, sono possibili finiture opache, satinate o brillanti e persino effetti di trasparenza e di velatura simili a quelli ottenuti con i tinteggi tradizionali. Anche se la stesura è resa facile dalla composizione, per le tipologie con un particolare pregio estetico è sempre indispensabile seguire attentamente le indicazioni del produttore per ottenere l’aspetto finale voluto e una completa uniformitĂ  di distribuzione nella coltre colorata.
Le pitture a muro caldo
Definite anche termoisolanti, le cosiddette pitture a muro caldo sono prodotti che permettono di creare uno strato di completamento sottile, elastico e resistente nei colori a tintometro desiderati abbinando le caratteristiche tipiche di un formulato da finitura a quelle di un isolante termico che riduce lo scambio di calore dall’interno verso l’esterno di un ambiente e viceversa. La pittura ha la caratteristica di mantenere il muro caldo durante i periodi freddi dell’anno con una buona capacità di ridurre i problemi di umidità e di muffe nei punti dove sono presenti ponti termici strutturali o geometrici. Soprattutto negli angoli o dove l’intonaco riveste un componente in calcestruzzo che si affaccia verso l’esterno, la pittura è in grado di contribuire al miglioramento della coibentazione, ma non può sostituirsi a un intervento realizzato con materiali termoisolanti a pannelli o con altri sistemi. In ogni caso le pitture termoisolanti non contribuiscono, se non per una minima quantità, al risparmio energetico e a ridurre le spese per il riscaldamento invernale degli ambienti.

(foto Gruppo Ivas)
(foto Gruppo Ivas)

La capacità di mantenere la parete calda e immune dal deterioramento derivato da muffe o da umidità, pur con uno spessore millimetrico, deriva dalla presenza nella miscela della pittura di una frazione consistente di sferette ceramiche cave con un diametro compreso tra 2 e 200 nanometri, unità di misura che corrisponde a un miliardesimo di metro. Il sistema deriva da ricerche sulle nanotecnologie come applicazioni della scienza che studia il comportamento dei materiali su scala micrometrica. Queste particelle ceramiche ultrasottili rimangono in sospensione nella pittura e conferiscono allo strato essiccato una ridotta conducibilità termica che impedisce alla parete interna di raffreddarsi in prossimità dei ponti termici così da evitare punti di condensazione dell’umidità interna e il conseguente proliferare di muffe lungo le superfici a vista. La presenza delle nanoparticelle ceramiche non condiziona l’applicabilità del prodotto che è preparato a base d’acqua e può essere steso a pennello o a rullo con le normali precauzioni: intonaci puliti e privi di muffa, stuccati se lacunosi e approntati con un fissativo isolante se in materiale troppo assorbente.

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