Caro energia. Il decalogo delle azioni per il risparmio energetico dei punti vendita

Carlo Sangalli

«I costi dell’energia sono, ormai, da vera emergenza. In particolare, le imprese del terziario pagheranno una bolletta pari a 33 miliardi, il triplo rispetto a un anno fa. Il nuovo Governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas. È vitale, insomma, tagliare drasticamente il costo dell’energia per tutte le imprese, anche quelle non ‘energivore’ e ‘gasivore’. In caso contrario si rischia di vanificare la ripresa economica di questi ultimi mesi”: così il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sui dati relativi all’impatto del caro energia sul terziario diffusi oggi dalla Confederazione». CARLO SANGALLI, presidente Confcommercio

Questa la dichiarazione del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, sulla nota Confcommercio-Imprese per l’Italia che ha stimato l’impatto dei recenti aumenti dell’energia e dell’inflazione sulle imprese del terziario di mercato.

Intanto, a Roma, il 31 agosto, Confcommercio, Ancc-Coop, Ancd-Conad e Federdistribuzione hanno organizzato una conferenza stampa congiunta per condividere le riflessioni sullo stato di fatto e le azioni da intraprendere.

Gli effetti dell’aumento dei costi energetici

La corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche e un’inflazione che viaggia intorno all’8% – in gran parte determinata proprio dalle tensioni sulle materie prime causate dalla guerra in Ucraina – si sta abbattendo sui bilanci delle imprese del terziario e della distribuzione tradizionale e moderna con un aumento delle bollette che, di giorno in giorno, diventa sempre più insostenibile. Una situazione di vera e propria emergenza che sta comprimendo i già bassi margini operativi di molte aziende del settore e che rischia di portare al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività.

Secondo una stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio, da qui ai primi sei mesi del 2023, sono a rischio circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro. Tra i settori più esposti ai rincari energetici, il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione tradizionale e moderna del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia.

Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 mld €, il triplo rispetto al 2021 (11 mld) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 mld).

La Distribuzione Moderna, pur non rientrando nella classificazione dei settori “energivori”, ha consumi per oltre 12,2 TWh, su cui impattano principalmente la gestione della catena del freddo e dei banchi refrigerati. Le aziende della distribuzione stanno registrando incrementi del costo delle bollette mai registrati prima: siamo su una media tra il +200%/+300% con punte anche più alte in certi casi. Oggi l’incidenza del costo dell’energia sul conto economico delle imprese del settore sta subendo un incremento significativo, passando dall’1-1,5% del 2021 al 3-4%, con punte fino al 6%. Con utili medi che il settore registra tra 0,5/1,5% è evidente che molte imprese sono fortemente a rischio di tenuta dei conti economici. La Distribuzione Moderna è impegnata da molti anni in investimenti su impianti di nuova generazione per il raffreddamento e per la produzione di energia rinnovabile. Quasi la totalità delle aziende ha già investito sull’illuminazione a basso consumo (Led) e su impianti di riscaldamento e aria condizionata a pompe di calore. Il comparto distributivo sarà impegnato anche in futuro in azioni concrete per contenere i consumi di energia, ma saranno interventi che avranno necessariamente un effetto limitato sui consumi energetici. Alcuni consumi di energia sono incomprimibili: si pensi ai banchi refrigerati, il cui assortimento, fatto di prodotti deperibili, è vitale per molte filiere produttive di eccellenza del Made in Italy ed è un servizio fondamentale per i consumatori, che possono accedere a un assortimento di prodotti di qualità. I prodotti deperibili, rappresentano oltre il 45% delle vendite medie di un supermercato, e in gran parte rappresentano eccellenze produttive nazionali, prevalentemente del territorio.

Le richieste e le proposte delle imprese

Per contrastare questi effetti ed evitare il rischio chiusura delle imprese, Confcommercio, Ancc-Coop, Ancd-Conad e Federdistribuzione hanno condiviso una serie di proposte al Governo e al Parlamento da attuare con urgenza:

  • incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno;
  • ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022;
  • incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.

Va, inoltre, perseguita una maggiore inclusività della misura del credito di imposta rendendola accessibile anche ai soggetti esercenti attività di impresa, arti o professioni con potenza installata inferiore a 16,5 KW.

È inoltre necessario proseguire con gli strumenti già messi in campo dal Governo, esonerando gli utenti finali dal pagamento degli oneri generali di sistema, fintantoché la situazione internazionale non si sarà risolta e i prezzi dell’energia non saranno ritornati ai valori pre-crisi. Occorre, poi, favorire la realizzazione di audit energetici, semplificando le norme e garantendo, in ogni caso, la fase di controllo.

Un’attenzione particolare va prestata all’impatto deflagrante degli aumenti in corso sull’economia turistica colpita sia dal caro trasporti, che dall’incremento dei costi di esercizio che rischiano di azzerare gli effetti della ripresa in corso e in vista della stagione invernale sulla quale si sta puntando tutto.

Sul fronte dei carburanti, occorre agire prorogando ulteriormente la riduzione delle accise sui combustibili, nonché l’applicazione dell’IVA al 5% sul metano per autotrazione e potenziare ulteriormente le misure a sostegno di questo carburante. Vanno, inoltre, rafforzati gli specifici interventi varati in favore degli utilizzatori professionali del gasolio per autotrazione (trasporto pesante), che sostanzialmente non traggono alcun beneficio dal taglio dell’aliquota ordinaria dell’accisa.

Infine, in un contesto in cui si aggravano i rischi di crisi d’impresa, andrebbero riproposti gli interventi “emergenziali” in materia di sospensione temporanea dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali ed immateriali e delle disposizioni in materia di riduzione del capitale per perdite e di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.

L’iniziativa nazionale “Abbassiamo le luci contro il caro bollette”

Il mondo del commercio chiede un intervento immediato contro il caro bollette, e il 31 agosto alle ore 12.00 i commercianti e i punti vendita delle aziende della distribuzione hanno abbassato l’illuminazione per quindici minuti con l’obiettivo di sensibilizzare il Governo su questa situazione insostenibile.

Il decalogo delle azioni per il risparmio energetico nei punti vendita

Per contrastare più efficacemente i rincari delle bollette sono stati individuati alcuni principi generali per contenere i consumi e favorire il risparmio energetico dei punti vendita che ciascuna Organizzazione si impegna a promuovere tra i propri associati. Questi principi sono sintetizzati in un decalogo di azioni e comportamenti virtuosi:

  1. Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura dell’attività commerciale;
  2. Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e spegnere o ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati;
  3. Regolare la temperatura ambientale dell’attività commerciale (riscaldamento/raffrescamento) nell’ottica di contenere i consumi;
  4. Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne;
  5. Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria;
  6. Ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali;
  7. Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici;
  8. Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine;
  9. Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale;
  10. Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi, ecc.) al fine di ridurre i consumi energetici.
CHI è CHI
Ancd Conad
Ancd (Associazione Nazionale Cooperative fra Dettaglianti Conad) è stata costituita nel 1973 e rappresenta la struttura politico-sindacale delle Cooperative aderenti al Consorzio Nazionale Conad. Fin dalle sue origini ha saputo dare prospettive di affermazione sociale ed economica ad individui e gruppi che condividevano valori di fondo, obiettivi e modi di fare impresa. Aderiscono a Ancd le cinque Cooperative territoriali (Conad Nord Ovest, Commercianti Indipendenti Associati, Conad Adriatico, Conad Centro Nord e PAC 2000A) e il Consorzio nazionale Conad: un Sistema che conta oltre 2.200 Soci imprenditori, 72.600 Collaboratori totali e che nel 2021 ha registrato un fatturato di 17 miliardi di euro grazie ad una rete di oltre 3.300 punti vendita. L’Associazione opera affinché la cooperazione fra imprenditori commercianti indipendenti sia protagonista dei processi di qualificazione e innovazione della rete distributiva italiana, essendo in grado di rispondere al meglio ai bisogni, alle aspettative dei clienti, di tutti gli stakeholder e con particolare attenzione ai territori e al contesto sociale.

Confcommercio
Nata nel 1945, Confcommercio-Imprese per l’Italia associa oggi oltre 700.000 imprese del commercio, del turismo e della cultura, dei servizi, dei trasporti e logistica, delle professioni – con oltre 2,5 milioni di addetti – costituendo la più grande rappresentanza d’impresa italiana. Con il suo articolato e diffuso sistema associativo – territoriale, di categoria e di settore – Confcommercio tutela e rappresenta le imprese associate nei confronti delle istituzioni, nazionali ed internazionali, valorizzando il ruolo del terziario di mercato e dell’economia dei servizi. Fanno parte dell’attività istituzionale della Confederazione la stipula dei contratti nazionali di lavoro (terziario, distribuzione e servizi; turismo; trasporti e logistica) e di altri importanti accordi collettivi di categoria che, complessivamente, si applicano a quasi cinque milioni di lavoratori.

Ancc-Coop 
Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) è l’organismo di rappresentanza, confronto e coordinamento strategie delle cooperative di consumatori. Sono attualmente 77 le cooperative aderenti tra cui le 7 grandi Coop che realizzano quasi il 95% delle vendite con oltre 1.800 punti vendita presenti in 18 regioni, oltre 55.000 dipendenti e una base di 6,4 milioni di soci (oltre un quarto delle famiglie italiane è socio Coop). Le cooperative aderenti sviluppano un fatturato di 14,3 miliardi di euro e una quota di mercato stabile al 12,5%.

Federdistribuzione
Da oltre sessant’anni, riunisce e rappresenta le aziende della Distribuzione Moderna, alimentare e non alimentare, che operano con reti di negozi fisici e attraverso i nuovi canali digitali. Le imprese associate a Federdistribuzione realizzano un giro d’affari di 67 miliardi di euro (di cui 9,6 miliardi di euro in franchising), con una quota pari al 50% del totale fatturato della Distribuzione Moderna; hanno una rete distributiva di oltre 15.600 punti vendita (di cui 6.000 in franchising), danno occupazione a più di 220.000 addetti e rappresentano il 30% del valore dei consumi commercializzabili. Federdistribuzione è operativa a livello locale, nazionale ed europeo con attività mirate a creare le migliori condizioni per favorire la crescita delle aziende e per contribuire allo sviluppo economico del Paese.