Rossini. Storia, traguardi e sfide di un’azienda che veste i professionisti

Marco Rossini, ad e presidente di Rossini, con le sorelle Tiziana e Wilma (foto Rossini)

La genialità di Emilio Rossini, fondatore dell’omonima azienda – eccellenza italiana che dal 1969 opera nel settore dell’abbigliamento da lavoro –, la sua intraprendenza e la capacità imprenditoriale sono stati al centro dell’evento “La trama di un sogno” che si è svolto il 12 maggio alle Officine del Volo di Milano.

Durante l’evento di Rossini, organizzato proprio per celebrare i cento anni dalla nascita del fondatore, i figli, Wilma, Tiziana e Marco Rossini hanno ripercorso i momenti significativi della vita del padre ricordandone appunto la genialità che lo ha reso protagonista dell’imprenditoria italiana, ma anche la semplicità e l’umiltà che non hanno mai smesso di contraddistinguerlo. È stato raccontato il percorso di crescita, i traguardi raggiunti, le sfide messe in campo e i progetti da realizzare. Progetti che guardano anche alla sostenibilità.

Marco Rossini

«I progetti futuri riguardano sostenibilità, innovazione continua e crescita, soprattutto all’estero: alla fiera di Düsseldorf, la più importante del settore, abbiamo presentato con orgoglio l’innovativa linea di abbigliamento Re-use Re-work, realizzata con poliestere riciclato derivante dalle bottiglie di plastica a fine vita.
Per quanto riguarda il mercato, abbiamo registrato il 95% delle vendite in Italia, ma l’obiettivo è di aumentare la quota estera fino al 7% e sfondare, come gruppo, il tetto dei 50 milioni di fatturato già nel 2022»
Marco Rossini, presidente e ad di Rossini

La performance di Michael Raivard all’evento “La trama di un sogno” (foto Rossini)

L’evento ha visto la presenza di Paolo Mieli – giornalista, saggista ed opinionista, esperto di storia e politica – in qualità di moderatore e ha ospitato la performance dell’artista internazionale Michael Raivard (ideatore del Glitter Portrait), che con la sua particolare tecnica pittorica ha realizzato tre originalissimi ritratti di Emilio Rossini direttamente sul tessuto firmato Rossini.

La performance di Michael Raivard all’evento “La trama di un sogno” (foto Rossini)

Dal “rattoppo” a 32 milioni di fatturato

La storia tutto ebbe inizio nel 1969 a Valpiana, piccolo comune vicino a Bergamo, dove il parroco chiese a Emilio Rossini di inventarsi un business per dare lavoro alla sua comunità. Certo non si aspettava che dall’idea di cucire e rattoppare gli abiti di altre persone sarebbe nata un’impresa che oggi supera i 30 milioni di fatturato e può contare un centinaio di collaboratori. 

Nonostante la crisi degli anni Settanta Rossini è riuscita a crescere, diventando un punto di riferimento per l’abbigliamento professionale, tanto che nel 1990 si è dovuta trasferire dalla Val Brembana a Bergamo, per la necessità di avere maggiore spazio per i numerosi nuovi prodotti. Già nel 2001 poi, con grande lungimiranza, l’azienda si è dotata di un programma di gestione ordini totalmente automatizzato e gestito in radiofrequenza. La crescita è stata rapida: nel 2009 è avvenuto il secondo trasferimento, a Seriate, in una sede da 20 mila metri quadrati coperti più 2500 mq di uffici.

L’attività non si è arrestata nemmeno di fronte all’emergenza sanitaria: nel maggio 2020 Rossini ha prodotto una tuta anti-covid totalmente made in Italy e distribuito mascherine chirurgiche con un quarto velo. La vendita di questi prodotti ha permesso di compensare in parte gli effetti dello stop forzato, con risultati di vendita molto positivi nel panorama generale.

A giugno 2021 la società ha poi acquisito Giblor’s, azienda di Carpi che opera nel settore Ho.Re.Ca e specializzata in giacche da cuoco, prodotti per il wellness, divise per medici e dentisti. Rossini ha così chiuso il 2021 con un fatturato di 32 milioni, cifra di molto superiore anche al 2019, e l’aggregazione delle due aziende ha permesso al gruppo di raggiungere i 42 milioni di fatturato.

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