Distribuzione edile e sostenibilità

Una delle possibili definizioni di sostenibilità riporta come essa riguardi un benessere costante e possibilmente anche crescente oltre che la prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita che possa essere considerata superiore a quella attuale.

Stando a questa che è una delle migliaia di declinazioni accettabili del termine, la sostenibilità può quindi essere declinata da un punto di vista ambientale, sociale ed economico. Volendoci concentrare in queste righe esclusivamente sul versante delle imprese, vediamo come oggi nel mondo aziendale, qualunque sia la dimensione o il settore di appartenenza, la sostenibilità è un tema che non può mancare nella narrazione di imprenditori o manager e pertanto penso che diventi legittimo interrogarsi sull’esistenza di una correlazione tra il valore delle imprese e, appunto, la sostenibilità e di conseguenza come si possa in modo concreto provare a misurare il peso della sostenibilità proprio sul valore delle imprese.

Il rendimento è naturalmente l’oggetto del desiderio di qualunque investitore al mondo, ma oggi più che mai chi investe – soprattutto coloro che lo fanno in modo professionale – non va solo a ponderarlo per il rischio, ma ha sempre più interesse nel capire quali siano i fattori che caratterizzano il profilo di rischio del loro investimento. Ecco allora che in questa narrazione del rischio/opportunità delle società target di investimento è proprio il tema della sostenibilità, considerata dal punto di vista delle sue componenti ambientali, sociale e di corporate governance a poter giocare un ruolo chiave.

È qui che si inizia quindi a trovare una prima correlazione tangibile tra la sostenibilità e il valore dell’impresa che si può sintetizzare nel rating Esg che misura il rischio dal punto di vista dell’efficienza tecnologica, dell’efficienza aziendale e della governance stessa.

Per fare uno dei mille esempi possibili, sappiamo che uno dei pilastri dei rating Esg riguardi la qualità dell’ambiente di lavoro dei propri collaboratori ed è quindi ragionevole immaginare che quelle società che abbiano una maggiore attenzione rispetto ad altre proprio su questo tema, vadano a conseguire un rating migliore rispetto a quei loro competitor che non prestino alcuna attenzione a questo aspetto. Un miglior rating Esg fotografa, quindi, una società che meglio presidia questo tema o che meglio si occupa dei rischi connessi al trascurare il tema stesso. Il mercato è ormai pronto a premiare quelle imprese che avranno i migliori rating Esg e se oggi ci sembra solo una questione relativa alle “quotate” o comunque alle società di grandi dimensioni, iniziamo pure ad immaginare che in un futuro decisamente non lontano, la questione riguarderà potenzialmente tutte le società che si vedranno premiate o meno sul costo del capitale in base a quanto perseguiranno veramente la sostenibilità o a come si approcceranno all’economia circolare. Anche il settore della distribuzione edile si troverà ad affrontare questa sfida per la quale oggi non è ancora sicuramente pronto. Si troverà a doversi analizzare sulla base dei criteri Esg e a cercare di perseguire quei progetti che lo vadano ad inserire nei ragionamenti di economia circolare. Cito, a titolo di esempio, Rec, il consorzio che recupera attraverso i punti vendita della distribuzione edile sul territorio nazionale, gli scarti da costruzione e ristrutturazione, dalla cui adesione si potranno sicuramente avere “punti” per quanto riguarda appunto i criteri di sostenibilità.

Le imprese che sapranno presidiare meglio di altre le sfide che la sostenibilità ci metterà di fronte si vedranno riconosciute dal mercato dei tassi più contenuti, naturalmente andando a fare degli importanti distinguo a seconda del settore e delle specificità del proprio business, ma esisterà comunque una correlazione diretta e innegabile tra un aumento dei punti in anche solo uno degli ambiti presidiati dai rating Esg e la riduzione del costo del capitale. Naturalmente il coinvolgimento delle imprese sulla sostenibilità dovrà essere vero e profondo perché il mercato si accorgerebbe sicuramente di un coinvolgimento di facciata che andrebbe a trasformarsi direttamente in un costo più che in un beneficio.