Promossa da Sea e Comune di Milano, “Rethink The City” è una mostra di Matteo Mezzadri inserita nel contesto del progetto “Orizzonte degli eventi” che, a cura di Matteo Pacini, prevede un ciclo di mostre su tematiche ambientali e urbane pensate per la “Soglia Magica” di Milano Malpensa, sorprendente spazio espositivo che rompe la continuità architettonica aeroportuale alla Porta di Milano.
Si tratta di una installazione site-specific di grande effetto, costituita da 6000 laterizi forati che riproducono lo skyline di una città immaginaria, realizzata, appunto, dall’artista parmense Matteo Mezzadri, in concomitanza con una analoga realizzazione che lo vedrà protagonista alla Biennale di Venezia 2022.
L’opera è stata realizzata grazie alla sponsorizzazione tecnica di Danesi Group di Soncino (CR), storica azienda produttrice di laterizi che, attiva dal 1955, ha nel tempo continuato ad evolversi e crescere fino a proporre sistemi costruttivi molto avanzati sotto il profilo tecnologico, e di 31.09.10, innovativa Falegnameria di quartiere in Milano.
«È la prima volta che alla Porta di Milano ospitiamo un’installazione site-specific di così grande effetto. Una serie di mattoncini che danno vita a una città, come se fosse la prima destinazione raggiunta all’aeroporto di Malpensa, ancora prima di partire. Ci siamo impegnati in questi anni per offrire ai passeggeri e alla comunità aeroportuale il bello dell’arte scegliendo sempre la qualità e diversificando il messaggio perché crediamo nell’importanza delle emozioni. Il nostro spazio espositivo della Porta di Milano del Terminal 1 è un consolidato punto di riferimento per i passeggeri e per il mondo artistico». Michaela Castelli, presidente Sea
L’Orizzonte degli eventi
In astronomia, l’Orizzonte degli eventi delimita la superficie di un buco nero, un confine immaginario di collegamento fra dimensioni parallele in cui passato, presente e futuro si sovrappongono.
«Attraversando i corridoi di un aeroporto si ha la sensazione di seguire un automatismo, paragonabile al moto dei corpi celesti che si muovono nell’Universo come i viaggiatori seguono i percorsi prestabiliti verso le loro destinazioni. Lungo quella che potremmo definire la “galassia” aeroportuale di Malpensa, la Porta di Milano rompe la continuità architettonica e spaziale, catapultando il viaggiatore in un improvviso palcoscenico dal nero profondo. Questo spazio si offre come orizzonte degli eventi per infiniti spunti di riflessione sull’uomo e il suo stare al mondo trasformandosi da luogo di passaggio a contenitore di incontri e scambio, interazioni e approfondimento attraverso l’arte: un punto di vista privilegiato in cui passato e futuro si incontrano conquistando il presente» Matteo Pacini, curatore e ideatore di Orizzonte degli Eventi
La città di Mezzadri
Nel porsi domande sulle tante strade possibili per ripensare la città del futuro, Matteo Mezzadri dà forma alla sua visione con lo sguardo allenato di chi indaga da tempo i legami e la socialità, i conflitti tra l’individuale e il comunitario all’insegna di quella continua ricerca di convivenza fra opposti che lo spinge ad approfondire la poetica dei luoghi in relazione alle dinamiche umane.
In tutte le epoche, l’uomo ha cercato di qualificare lo spazio abitato e dell’abitare con definizioni capaci di racchiuderne la molteplicità degli aspetti, il più delle volte nel tentativo di trovare risposte e soluzioni. Attraverso un progetto multidisciplinare, Mezzadri si concentra più sul “cosa” che sul “come” sarà la città del futuro e lo fa approfondendo il tema delle relazioni umane in tempi carichi di tensioni, in cui l’omologante globalizzazione si impone nel suo carattere più marginalizzante, accompagnata da fenomeni di segregazione razziale, etnica e di classe.
Antiche e moderne insieme, le sue città sono proiettate nel futuro e sospese nel tempo; Città minime le definisce, perché somma di tutti gli elementi possibili sintetizzati nell’essenzialità strutturale del mattone che diviene matrice, granitica unità di misura modulare e infinitamente riproducile su scale crescenti.
Con questa installazione, Matteo Mezzadri delinea il profilo di un futuro possibile utilizzando il vuoto come potenzialità costruttiva per appianare le disuguaglianze sociali, facendo leva su quell’aspirazione al miglioramento insita nell’essere umano che sta alla base della sua evoluzione e dà un senso al suo stare al mondo.