Vogliamo un Paese normale!

La mobilitazione organizzata da Rete Imprese Italia ha portato al centro dell’attenzione la voce delle Pmi e dell’impresa diffusa, aprendo un importante dibattito in vista delle prossime consultazioni elettorali.

Aperta a livello nazionale da Carlo Sangalli, portavoce di turno di Rete Imprese Italia e presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, la mobilitazione delle piccole e medie imprese è stata caratterizzata da decine di manifestazioni svoltesi in tutta la penisola. La richiesta di un “paese normale” è stata scandita da migliaia di imprenditori del commercio, dell’artigianato, dei servizi, delle professioni e del turismo, riuniti sotto le bandiere affiancate delle maggiori organizzazioni di settore: Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Cna e Confartigianato.

«Oggi si alza in Italia la voce di centinaia di migliaia di imprese che chiedono una svolta nella politica economica del paese. È la voce forte, determinata, responsabile di migliaia di imprenditrici e imprenditori che dice a gran voce: senza impresa non c’è futuro; senza impresa, non c’è salvezza dell’Italia! È ora di portare alla ribalta delle decisioni politiche proprio le ragioni della crescita e dell’equità. Chiediamo alla politica di fare dell’Italia un Paese normale, che valorizzi la sua cultura e il suo turismo, il suo territorio e le sue città, le filiere del made in Italy e la green-economy, il Mezzogiorno per costruire occupazione soprattutto per le donne e i giovani».
Carlo Sangalli,  portavoce di Rete Imprese Italia e presidente Confcommercio Imprese per l’Italia

«Occorre ripartire dall’economia reale, dalle imprese e dal lavoro. L’obiettivo è tornare a crescere». Questa la premessa fondamentale, sostenuta congiuntamente dai leader nel corso della presentazione de “Le nostre ragioni”, il documento sottoposto alle forze politiche, dove Rete Imprese Italia ha indicato le azioni strategiche sui temi della fiscalità, del credito, della semplificazione, dello sviluppo e degli investimenti – un vero e proprio “manifesto” teso a garantire condizioni idonee alla ripresa economica, in un quadro di certezza delle regole per tutti i soggetti economici e per la pubblica amministrazione.
«Il commercio vuole fare sentire la sua voce al mondo politico, al governo e a tutte quelle istituzioni che hanno a cuore  i problemi delle imprese. Fare impresa oggi è difficile, è complesso, soprattutto nel settore che rappresento, cioè quello della distribuzione dei materiali edili. Noi abbiamo bisogno  in primis di risolvere il problema del credito.  Il forte ritardo nei pagamenti,  soprattutto ad opera degli enti pubblici, mette, infatti, in forte disagio il settore della distribuzione dei materiali edili».
Giuseppe Freri, presidente Federcomated e Ufemat


FISCO
Determinazione del reddito di impresa Irpef dalla competenza alla cassa. Tassazione neutrale rispetto alla forma giuridica dell’impresa. Riduzione dell’imposizione Irap con progressività, incrementando la franchigia ed eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile. Definizione delle imprese non sono soggette all’Irap perché prive di autonoma organizzazione. Razionalizzazione dei regimi tributari per ditte individuali e società di persone. Esclusione dall’Imu degli immobili strumentali all’attività d’impresa. Revisione del sistema della riscossione coattiva. Nuovo sistema tariffario per rifiuti e Tares.
CREDITO
Favorire la solidità patrimoniale dei Confidi, facilitare il ricorso al Fondo di garanzia per le Pmi. Piena operatività agli accordi di certificazione e smobilizzo dei crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.  Correzione dei parametri di Basilea 3. Modernizzazione del sistema dei pagamenti.
SEMPLIFICAZIONE
Diffusione dei sistemi di trasmissione digitale delle informazioni. Attuazione della riforma degli sportelli unici, dell’Agenzie per le imprese e del portale “Impresainungiorno”. Superare il Sistri attraverso un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti. Semplificazione del regime di certificazione delle imprese. Snellimento delle procedure burocratiche in materia di sicurezza sul lavoro. Semplificazione della giustizia civile ordinaria.
MERCATO DEL LAVORO
Riorganizzazione dei servizi per l’impiego, rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per tutto il 2013, sostegno alla formazione continua. Rafforzamento del rapporto scuola-lavoro. Politiche fiscali e contributive di maggior vantaggio per gli strumenti del welfare contrattuale bilaterale.
INFRASTRUTTURE  E ENERGIA
Micromobilità urbana, trasporto elettronico delle merci (e-freight), liberalizzazione dell’autotrasporto merci e del trasporto ferroviario, riordino e razionalizzazione del trasporto aereo, sviluppo dei trasporti marittimi e delle autostrade del mare. Riduzione della dipendenza dell’Italia dalle fonti energetiche combustibili. Orientamento all’efficienza energetica e incentivazione delle fonti rinnovabili.
«Il futuro del Paese è inscindibilmente legato alle piccole e medie imprese e all’impresa diffusa – hanno affermato i vertici di Rete Imprese Italia. Vogliamo certezza del diritto, infrastrutture e servizi pubblici efficienti, costi energetici secondo standard europei. Non chiediamo privilegi ma opportunità e strumenti per tornare a crescere: tutti insieme ce la faremo a vincere questa sfida. Un’Italia migliore è possibile».

 

LE CONFEDERAZIONI PROVINCIALI. I PARERI DEI PRESIDENTI

«Le imprese sono stanche ed esasperate. Non possiamo più accettare di vedere luci spente ed altre saracinesche abbassate. L’attuale fase di recessione economica sta mettendo a dura prova la resistenza delle imprese. Adesso, però ai prossimi amministratori politici chiediamo di accompagnare le imprese fuori dalla recessione e verso una fase di crescita economica».
Klaus Algieri, presidente Confcommercio Cosenza

«Non c’è più tempo, siamo tutti sull’orlo del baratro e non resisteremo così neanche qualche altro mese: la politica cominci ad ascoltarci subito perché se muoiono le imprese morirà tutto il Paese».
Sandro Ambrosi, presidente Confcommercio Bari

 

«Spesso ci si nasconde dietro la necessità di adeguarsi a normative europee per applicare norme onerose che vengono caricate solo sulle imprese italiane. Occorre tagliare la spesa pubblica, le imprese stanno toccando il fondo mentre i giovani emigrano: bisogna ridare un futuro a questo Paese».
Paolo Arena, presidente Confcommercio Verona

«Sulla burocrazia in Trentino siamo quasi peggio che a livello nazionale. Sono stati dati strumenti alle imprese, l’autonomia però non deve servire solo a fornire maggiori risorse. Non costa nulla dare maggiore efficienza. Il sistema delle infrastrutture poi va rilanciato anche in Trentino, a partire da  una rete Internet che copra tutto il territorio».
Giovanni Bort, presidente Unione Unione Ctsp e Pmi Trento

 «Con oggi inauguriamo un nuovo modus operandi, un nuovo metodo di lavoro che vedrà la nostra associazione di categoria sempre unita a Confartigianato Imprese nell’affrontare le criticità, le questioni importanti e cruciali per la vita degli imprenditori dei nostri settori sul nostro territorio».
Marino Del Curto, presidente Unione Cts Sondrio

«L’attenzione per il mondo delle pmi si può misurare con la dotazione finanziaria per la manovra 2013 dell’Assessorato turismo commercio e artigianato: 80 milioni di euro. Spendiamo 3,7 miliardi per la sanità ed è giusto perché si tratta di salute, ma forse efficientando le spese si potrebbero riuscire a recuperare forse 100 milioni di euro».
Agostino Cicalò, presidente Confcommercio Sardegna

«È ora di dire basta. C’è un’esasperazione molto forte di cui la politica non può non tenere conto. Le imprese sono alla canna del gas, non possono continuare ad essere tartassate dal fisco. La politica non le metta in liquidazione».
Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino

 

 «I 5 temi di fondo della mobilitazione (fisco, credito, lavoro, burocrazia e infrastrutture) sono problemi che riguardano concretamente anche il nostro territorio, assieme agli affitti onerosi per le attività commerciali, ai problemi della speculazione immobiliare, alla necessità delle imprese di avere più credito e un mercato del lavoro agile e flessibile, oltre alle infrastrutture necessarie in vista di Expo 2015».
Adalberto Corsi, vicepresidente vicario Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza

 «In collaborazione con alcune banche del territorio, promuoveremo iniziative per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese che vorrebbero avviare investimenti, ma anche azioni per sollecitare l’avvio di cantieri utili a rimettere in moto il mercato immobiliare».
Giancarlo Drocco, presidente Associazione Commercianti Albesi

 

«Assistiamo alla mancanza di interventi in favore dell’offerta commerciale e artigianale della nostra città, la burocrazia sta uccidendo il settore del turismo. Occorre far ripartire il volano dell’economia e creare una nuova stagione dell’amministrazione pubblica ma anche delle associazioni datoriali con più lavoro, occupazione, crescita e società civile».
Riccardo Galimberti, presidente Confcommercio Catania

«Il dato che più dà il senso della gravità e della pesantezza della crisi a Palermo è rappresentato dal numero delle imprese con procedure concorsuali (2.988) e in stato di liquidazione (5.231), imprese destinate alla chiusura».
Roberto Helg, presidente Confcommercio Palermo

 

«Quella di Imperia è la provincia con la percentuale più alta di disoccupazione in Liguria. Questo vale anche per il Pil, passato dal +2,4% del 2008 a -4,1% del 2012, e per i consumi, passati da -0,9% del 2008 a -5,5% del 2012».
Enrico Lupi, presidente Confcommercio Imperia

 

«Il calo dello spread non impatta sul sistema delle imprese. Serve subito una riduzione dei tassi d’interesse per favorire l’accesso al credito e attivare processi di ripresa con effetti immediati per l’economia reale».
Maurizio Maddaloni, presidente Camera di Commercio Napoli

 

«Il nostro sistema di imprese continua a rimanere sull’orlo del baratro, con una pressione fiscale complessiva di oltre il 56% per i contribuenti in regola, una burocrazia che richiede ad ogni impresa 120 adempimenti fiscali e amministrativi all’anno (uno ogni 3 giorni) e un sistema del credito che nell’ultimo anno ha ridotto di 32 miliardi l’erogazione di finanziamenti alle aziende».
Ugo Margini, presidente Ascom Parma

«Oggi diciamo basta perché stanno morendo troppe imprese. Con i 587 imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi provenienti da tutta la regione denunciamo i problemi delle imprese e chiediamo di rimettere in moto crescita e sviluppo».
Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio Perugia

 «Abbiamo consegnato al presidente della Camera di Commercio una teca che riportava la locandina della mobilitazione, contenente decine e decine di chiavi simbolo, queste, delle migliaia di aziende mantovane chiuse nel 2012 (per l’esattezza 2604 aziende, 7 al giorno) e di quelle che in questo momento sono in forte difficoltà».
Ercole Montanari, presidente Confcommercio e Rete Imprese Mantova

 «Mai ci saremmo aspettati di dover far fronte a una situazione economica e sociale così drammatica, con redditi ridotti all’osso, disoccupazione, crollo dei consumi. Mai ci saremo aspettati di vedere imprenditori che intaccano il patrimonio di anni di lavoro e danno fondo ai loro risparmi pur di salvare l’azienda e il lavoro dei propri dipendenti».
Sergio Rebecca, presidente Confcommercio Vicenza

«Abbiamo il problema enorme della chiusura di circa 60 imprese al giorno per l’eccessiva pressione fiscale e per la difficoltà anche della pubblica amministrazione di pagare i propri debiti. L’occupazione è a un livello di emergenza e il sistema bancario riduce il credito nei confronti delle imprese. Ai politici chiediamo una maggiore attenzione sullo sviluppo, sulla tassazione, sull’occupazione».
Giuseppe Roscioli, presidente Confcommercio Roma

«Nel 2013 a Firenze rischieranno la chiusura dalle tre alle cinque imprese al giorno nel campo del commercio e dell’artigianato. Il rischio è che alla pressione fiscale, che già al 56% sembra un valore insopportabile, si possano aggiungere gli effetti negativi della Tares».
Alessandra Signori, presidente Confcommercio Firenze

«Alle ragioni del rigore devono corrispondere quelle dello sviluppo e della crescita».

Pietro Tassoni, presidente Confcommercio Catanzaro

 

 

«Alle criticità in essere a livello nazionale si affiancano quelle legate alla posizione geografica di una regione che deve fronteggiare la concorrenza dei Paese limitrofi, in primis quella della Slovenia, specie per determinati settori quali commercio, carburanti e autotrasporti».
Pio Traini, presidente Confcommercio Trieste

«Le imprese stanno chiudendo i bilanci in rosso e, quando andranno in banca, verrà loro rifiutato il credito. Di fronte a tutto questo la politica cosa fa»?
Fernando Zilio, presidente Confcommercio Padova e Rete Imprese Italia Padova