Vaga. L’esperienza al servizio della sostenibilità

Da 80 anni nel settore dell'escavazione e della produzione edilizia, Vaga negli ultimi dieci anni ha investito risorse nella ricerca e sviluppo per l'utilizzo di quello che veniva considerato “rifiuto” all'interno di materiali altamente performanti. Il lato green dell'azienda si trova non solo nell'economia circolare ma anche nelle iniziative per abbattere il proprio impatto dei processi produttivi sul pianeta
(foto Vaga)

Ottant’anni di esperienza nell’escavazione e nella produzione edilizia, con circa 80 tonnellate all’ora di produzione di sabbia essiccata, sono solo alcuni numeri sulla cui solidità aziendale Vaga è riuscita poi a costruire anche la sua strategia di sostenibilità ambientale. Il primo passo di questo processo virtuoso è stato l’analisi dell’impatto sul pianeta della propria produzione: «Abbiamo iniziato a studiare l’Epd (Environmental Product Declaration, ndr) dei nostri prodotti sette-otto anni fa – spiega Emanuele Della Pasqua, amministratore delegato di Vaga Srl – ora possediamo le dichiarazioni ambientali di prodotto su tutto quello che produciamo e siamo già a una seconda o terza revisione, a seconda dei prodotti. La nuova formulazione, che si aggiorna costantemente per essere al passo con le ultime tecnologie all’avanguardia, utilizza anche aggregati riciclati, puntando anche a migliorare in generale le loro performance». Una strada cominciata da oltre un decennio dall’azienda in provincia di Pavia che si sta affinando nel tempo, grazie a un’attenzione costante alle nuove evoluzioni del mercato in questo settore e all’impatto dei propri processi produttivi sul Pianeta.

 

Emanuele Della Pasqua (foto Vaga)

«Il futuro riguarda in particolar modo l’utilizzo di prodotti che vengono da processi di riciclo o fine produzione.
Questi vengono riconvertiti e riutilizzati invece di essere considerati un rifiuto, per creare, ad esempio, malte per l’edilizia
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EMANUELE DELLA PASQUA
Amministratore Delegato Vaga

 

Prodotti di alta qualità con l’anima green

Sul solco del tracciato attento all’ambiente, ad aprile 2022 con la Certificazione di Prodotto che ne attesta il contenuto minimo di materiale riciclato rilasciata da Icmq, si aggiunge un altro importante tassello green alla storia dell’azienda di Costa dei Nobili in provincia di Pavia. Di questi fanno parte i prodotti delle gamme di malte premiscelate (Malta Bastarda e Fibro Malta), massetti (Sabbia Cemento e Turbo Mass) e betoncini Calcestruzzo Rck30, Eco-Dreno 8/12 ed Eco-Dreno 4/8. Questa certificazione attesta la rispondenza dei prodotti ai Criteri Minimi Ambientali (C.A.M.).

Ora però c’è una nuova richiesta che sta spingendo il mercato e la produzione sempre più nella direzione di un’economia circolare: «Il nostro processo di abbattimento dell’impatto ambientale della nostra impresa parte da lontano e le richieste del mercato sono venute in un secondo momento – aggiunge Della Pasqua – riguardano in particolar modo l’utilizzo di prodotti che vengono da processi di riciclo o fine produzione. Questi vengono riconvertiti e riutilizzati invece di essere mandati a rifiuto, per creare, ad esempio, malte per l’edilizia». Un lavoro che non è certo automatico bensì il frutto di un processo di ricerca e sviluppo che ha portato Vaga a collaborare anche con le Università, per trovare le soluzioni che meglio potessero aderire al proprio concetto di sostenibilità: il laboratorio di ricerca interno all’azienda è impegnato a studiare prodotti e materiali sempre nuovi. Vaga è stata precursore nell’introduzione, sul mercato specifico delle malte predosate da intonaco, delle fibre in polipropilene che, associate alla speciale formulazione, permettono l’assenza di fessurazioni causate dal ritiro plastico e consentono al prodotto di avere un’ottima lavorabilità. «Noi cerchiamo prodotti con una specificità e una qualità sempre maggiore – precisa l’amministratore delegato di Vaga – la maggior parte dei derivati, infatti, non possono essere utilizzati per prodotti tecnici ad alte prestazioni proprio per il loro essere un “rifiuto”. In questo senso 5/6 anni fa abbiamo cominciato una collaborazione con l’Università di Parma per cercare aggregati che potessero essere impiegati per utilizzi specifici, prodotti quindi da impiegare nell’edilizia che fossero altamente performanti. Dopo una prima collaborazione, con una panoramica sugli aggregati, abbiamo finalizzato il progetto andando a concentrarci sulle ceneri da combustione da biomassa: legni, bancali o residui di mobili dentro agli impianti producono due ceneri, una pesante e grossolana, raccolta infondo al filtro, e altre leggere e volatili. Gli aggregati umidi ed essiccati per l’edilizia che derivano da questi rifiuti ora sono al centro di un nostro progetto industriale e siamo in attesa dell’autorizzazione finale».
Il marchio di certificazione interna Bio, poi, identifica tutti quei prodotti della linea edilizia Vaga realizzati solo con materie prime naturali di alta qualità e che per le loro caratteristiche sono ideali per essere utilizzati, seguendo le tecniche costruttive della Bioedilizia, in costruzioni Biocompatibili.
Ad esempio, la Biostabilitura Vaga è una malta fine composta da una pasta di calce idrata (grassello) e sabbia silicea naturale Vaga fine categoria 0/1, prodotta esclusivamente con materie prime di qualità, controllate e marcate Ce. Queste caratteristiche la rendono un prodotto ad alta compatibilità ecologica che risponde ai requisiti costruttivi della bioedilizia. Alcuni dei principali prodotti sono inoltre accompagnati dalla dichiarazione di compatibilità Leed come: Maltabastarda, Fibromalta, Calcestruzzo, Dreno, Sabbiacemento, Turbomass, che li rende utilizzabili e compatibili con le costruzioni certificabili Leed.

Un processo produttivo attento all’impatto ambientale

Non si tratta solo di prodotti che riportano in vita quello che invece viene comunemente pensato come un rifiuto: Vaga, azienda del Gruppo Mapei, sta investendo molto nell’abbattimento dei consumi delle proprie attività produttive. «Noi consumiamo molto calore per essiccare le nostre sabbie, che sono il nostro business storico – afferma Della Pasqua – quindi ci siamo dotati di un co-generatore per produrre energia elettrica, siamo convinti che questo sistema sia quello più efficiente per ottimizzare il proprio processo industriale. Inoltre, dieci anni fa, da quando cioè abbiamo acquistato una vasta area per adibirla a cava d’estrazione, tutta l’area non adibita a cava la impieghiamo nella coltivazione di pioppi, certificati da enti agrari. Abbiamo studiato con attenzione quanta CO2 potessero assorbire nell’arco della loro vita. I riscontri avuti sono stati molto positivi: la media annua di assorbimento di CO2 supera quello che emettiamo nel nostro processo industriale. Partecipando al bilancio di sostenibilità del gruppo Mapei da dieci anni, siamo stati sensibilizzati a cercare nuove pratiche di efficientamento all’avanguardia». Dai rilevamenti effettuati infatti, delle 1450 tonnellate di CO2 emesse da Vaga, il pioppeto composto da 100 ettari, presso la cava di proprietà “Le Gerre” a Belgioioso, in provincia di Pavia, assorbe 2300 tonnellate di CO2.

Per rimanere sempre aggiornati e partecipare attivamente alle più importanti iniziative nel settore ambientale, Vaga è anche socio dal 2018 del Green Building Council Italia (Gbc). Si tratta di un’associazione senza scopo di lucro cui aderiscono imprese, associazioni e comunità professionali italiane operanti nel segmento dell’edilizia sostenibile. Gbc Italia fa parte del World Gbc, una rete presente in più di 70 paesi, che rappresenta la più grande organizzazione internazionale al mondo attiva per il mercato delle costruzioni sostenibili. In questo periodo di rincari delle materie prime e dell’energia, investire nella transizione energetica è un modo lungimirante di guardare al proprio processo produttivo: «Vaga è in procinto di installare pannelli fotovoltaici su tutti i tetti disponibili in stabilimento – aggiunge Della Pasqua – ci stiamo muovendo con l’associazione dei cavatori per sensibilizzare gli operatori e semplificare gli iter burocratici per installare pannelli in aree di ex cave, e su ex laghi di estrazione, perché siamo convinti che siano terreni che hanno già subito un impatto ambientale e che potrebbero essere utilizzati senza sprecare ulteriori terreni agricoli». La messa a terra di questi processi virtuosi porta all’utilizzo dei prodotti dell’azienda anche nei nuovi quartieri green delle più importanti città italiane. A Milano, a Porta Garibaldi, tra i nuovi grattacieli i percorsi interni dovevano garantire la sicurezza con qualsiasi condizione atmosferica. Per la Passeggiata del Parco, ovvero il tratto pedonale che collega The Mall alla Torre Solea, l’impresa bergamasca Esseci di Arcene, che ha eseguito i lavori di adeguamento del fondo, ha scelto Dreno, un calcestruzzo drenante frutto di uno studio congiunto tra i reparti R&D di Mapei e di Vaga. Dreno come caratteristica principale mantiene infatti il naturale drenaggio del terreno originale, eliminando la possibile formazione di pozzanghere.

Nel futuro il rifiuto diventa risorsa

Le sfide future dell’azienda si concentrano sulla ricerca di aggregati derivanti da processi di riciclo o dalla lavorazione di fine produzione di altri cicli produttivi. Sono state individuate alcune fonti possibili di aggregati derivanti o da materie prime seconde o da rifiuti accuratamente selezionati e qualificati e ora manca l’ultimo passaggio di un’autorizzazione per la conversione di materiali di scarto in materie prime seconde. Questo ha permesso la collaborazione con importanti aziende di diversi settori: «Abbiamo concretizzato con l’acciaieria Arvedi un progetto che utilizza le scorie dell’altoforno che, trattate attraverso processi altamente tecnologici, possono essere usati in maniera molto efficace nei nostri prodotti, come nelle malte e nei calcestruzzi che già produciamo – conclude l’Ad di Vaga – Abbiamo iniziato questa fase sperimentale che sta dando ottimi frutti, siamo arrivati nel corso del mese di luglio a poter certificare Cam i prodotti, con aggregati che vengono dalla fine di questi processi industriali. Infine, un’altra linea di ricerca è con un importante azienda Multiutility  per realizzare sabbie sintetiche dalle ceneri che derivano dalla combustione di rifiuti urbani. Stiamo registrando sempre più interesse sia da parte dei produttori di rifiuti sia dai nostri clienti che ci chiedono di fornire non più solo sabbie vergini ma materie prime che derivano dal riutilizzo e dal riciclo».

di Simona Buscaglia