Superbonus 110% e l’edilizia: un anno dopo

Il Superbonus 110% è oggi lo strumento principale non solo per la riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale, ma anche per rimettere in moto il settore delle costruzioni, fondamentale per l’economia del paese

Un anno fa “Il Commercio Edile” ha pubblicato un ampio e circostanziato speciale dedicato al Superbonus 110%, ricco di approfondimenti e di opinioni autorevoli (puoi scaricare il fascicolo Il Superbonus 100% e l’edilizia o collegarti a questo link per leggere lo speciale direttamente online).

Si tratta di una super-detrazione fiscale che, superati i ritardi nell’emissione dei provvedimenti tecnici e le complessità operative tipiche di ogni nuova prassi, è oggi è una realtà concreta.

Sono infatti decine di migliaia gli interventi in itinere e i cantieri aperti ovunque in Italia che, rispetto agli anni precedenti, corrispondono a un incremento del numero delle commesse superiore al 300% e a un aumento del valore economico complessivo dei lavori edili di poco inferiore, a fronte di significativi vantaggi in termini di diminuzione dei consumi energetici e di rivalutazione del parco immobiliare, ancora da valutare.

La questione dello “stato legittimo”

La principale complessità del Superbonus 110%, che ne ha inizialmente condizionato l’applicazione, era costituita dall’esplicita previsione normativa dell’obbligo di attestare lo “stato legittimo dell’immobile o dell’unità immobiliare”, prima dell’inizio dei lavori, ai fini dell’accesso alle detrazioni fiscali.

Di conseguenza, prima di procedere con la pratica per gli interventi agevolati, era necessario sanare le eventuali difformità urbanistiche chiedendo la relativa sanatoria. Specie nel caso di edifici condominiali, composti da più unità immobiliari, questo ha comportato significativi ritardi nell’inizio dei lavori.

La soluzione al problema costituisce anche la principale novità relativa al Superbonus 110%, introdotta dal cosiddetto “Decreto Semplificazioni” (Dlgs. n. 77 del 31/5/2021) che, all’art. 33, contiene importanti modifiche all’art. 119 del cosiddetto “Decreto Rilancio”. Nessuna di queste presenta profili di attenzione per gli operatori del mondo della distribuzione dei materiali edili.

In estrema sintesi, il Decreto Semplificazioni stabilisce che gli interventi agevolati con il Superbonus 100% – con la sola eccezione della demolizione e ricostruzione dell’edificio – sono considerati delle manutenzioni straordinarie. Di conseguenza si può procedere con i lavori previa presentazione in Comune della Cila (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata).

Il nuovo scenario 

In sostanza, presentando la Cila non è più necessario attestare lo stato legittimo dell’edificio interessato dagli interventi agevolati con il Superbonus 110%, ovvero il tecnico abilitato non è più tenuto a dimostrare la regolarità dell’immobile e l’assenza di violazioni urbanistiche.

Concretamente, questa misura permette di evitare l’iter amministrativo per la sanatoria di opere eseguite senza la necessaria conformità, con un risparmio di tempo (stimabile in almeno 3 mesi rispetto alla procedura precedente) ed economico (la sanatoria è una pratica onerosa per il committente).

Ovviamente i benefici del Superbonus 110% decadono in caso di:

– mancata presentazione della Cila;

– realizzazione di interventi difformi rispetto alla Cila;

– assenza dell’attestazione dei dati;

– non rispondenza al vero delle attestazioni.

In ogni caso, secondo il Decreto Semplificazioni “resta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell’immobile oggetto di intervento”. In pratica, presentando la Cila le eventuali irregolarità non saranno sanate, anzi potrebbero risultare dalla Cila stessa ed essere oggetto di azioni successive. Di conseguenza, qualora siano state rilevate delle difformità urbanistiche, resta in capo al committente l’obbligo di sanarle.

Generalità sui prodotti per l’edilizia 

L’originale normativa sul Superbonus 110% (Dlgs. n. 34 del 19/5/2020) contiene invece alcuni aspetti significativi per il mondo della distribuzione dei materiali edili.
In generale, le imprese edili sono tenute a utilizzare materiali e prodotti che rispecchiano i requisiti del Regolamento UE 305/2011 (Cpr – condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione) e dei Criteri Ambientali Minimi (Cam).

Secondo il Regolamento Ue 305/2011 (Cpr – condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione), i distributori sono legalmente responsabili della conformità dei prodotti che immettono nel mercato assieme a produttori e importatori. I distributori devono inoltre vigilare affinché i prodotti:

– dispongano della marcatura Ce;

– siano accompagnati dalla documentazione tecnica e dalle istruzioni sulla sicurezza;

– siano conservati nelle condizioni ottimali per evitarne il degrado.

È opportuno ricordare il Regolamento Ue 305/2011 è il principale riferimento normativo per tutti i materiali da costruzione, che definisce i requisiti di base dei materiali impiegati affinché questi ultimi, per il loro intero ciclo di vita:

– non rappresentino una minaccia per l’igiene o per la salute degli occupanti;

– non esercitino un impatto eccessivo sulla qualità dell’ambiente.

Nella documentazione a corredo degli interventi, i tecnici incaricati devono asseverare non solo l’incremento dell’efficienza energetica dell’edificio dopo il completamento dei lavori, ma anche l’impiego di materiali eco-compatibili.

In particolare, per i cappotti termici, l’accesso al Superbonus 110% è subordinato al rispetto dei Criteri Ambientali Minimi (Cam), introdotti con Dm 11/10/2017, per i materiali termoisolanti. Si tratta di criteri comuni a tutti i componenti edilizi, basati sull’analisi del ciclo di vita dei materiali (Life CycleAssessment) che, in estrema sintesi, prevedono:

– la disassemblabilità dei componenti utilizzati, per almeno il 50% del loro peso;

– l’impiego di almeno il 15% in peso di materiali recuperati o riciclati, anche considerando diverse percentuali per ogni materiale;

– l’assenza di sostanze pericolose aggiunte intenzionalmente ai componenti.

Cam: caratteristiche degli isolanti 

Le informazioni circa la presenza delle sostanze tossiche o potenzialmente pericolose nei materiali si trovano nella documentazione tecnica (Scheda di sicurezza, Dichiarazione di prestazione) e, in ogni caso, i produttori devono rilasciare un’apposita autodichiarazione.

Nel dettaglio gli isolanti termici e acustici non devono essere prodotti:

– utilizzando ritardanti di fiamma oggetto di restrizioni o proibizioni previste da normative nazionali o comunitarie applicabili;

– con agenti espandenti con un potenziale di riduzione dell’ozono superiore a 0;

– utilizzando catalizzatori al piombo (anche in formulazione) quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma di plastica;

Ulteriori requisti riguardano gli isolanti:

– prodotti da una resina di polistirene espandibile, nei quali gli agenti espandenti devono essere inferiori al 6% del peso del prodotto finito;

– costituiti da lane minerali, che devono essere conformi alla nota Q o alla nota R del Regolamento Ce n. 1272/2008 “Clp” (classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele) e s.m.i..

In particolare, per le lane minerali:

– la conformità alla nota Q deve essere attestata tramite quanto previsto dall’art. 32 del Regolamento “Reach” (registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) e, a partire dal 1/1/2018, tramite certificazione (per esempio Euceb) conforme alla norma Iso 17065 che dimostri, tramite almeno una visita ispettiva all’anno, che la fibra è conforme a quella campione sottoposta al test di bio-solubilità;

– la conformità alla nota R deve essere attestata tramite quanto previsto dall’art. 32 del Regolamento “Reach”.

Cam: componenti riciclati

I Cam prevedono anche l’impiego di materiale riciclato e prescrivono la presenza di percentuali minime di materie prime seconde (derivanti dal recupero e dal riciclaggio dei materiali già utilizzati e/o costituite da sfridi di lavorazione delle materie prime) misurate sul peso del prodotto finito.

La percentuale di materiale riciclato è riportata nella documentazione rilasciata dal produttore, secondo una delle seguenti opzioni fra loro alternative:

– Epd (Dichiarazione ambientale di prodotto) di Tipo III, conforme alla norma Uni En 15804 e alla norma Iso 14025 (ad esempio:EpdItaly o equivalenti);

– Certificazione di prodotto rilasciata da un organismo di valutazione della conformità, che attesti il contenuto di riciclato attraverso l’esplicitazione del bilancio di massa;

– Certificazione di prodotto rilasciata da un organismo di valutazione della conformità, che attesti il contenuto di riciclato attraverso l’esplicitazione del bilancio di massa, mediante verifica di una dichiarazione ambientale autodichiarata conforme alla norma Iso 14021.

Se il produttore non può rilasciare la certificazione ambientale di prodotto (Epd) o certificazioni di prodotto, si può presentare un rapporto di ispezione rilasciato in seguito a un’attività ispettiva durante l’esecuzione delle opere, da parte di un organismo di ispezione che, in conformità alla Iso/Ieg 17020:2012, attesti il contenuto di materia recuperata o riciclata nel prodotto.

Progettazione e posa certificate 

Sempre con riferimento ai cappotti termici, dal giugno 2018 sono vigenti le norme tecniche:

– Uni/Tr 11715:2018 “Isolanti termici per l’edilizia – Progettazione e messa in opera dei sistemi isolanti termici per l’esterno (Etics)”;

– Uni 11716:2018 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali che eseguono la posa dei sistemi compositi di isolamento termico per esterno (Etics) – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”.

Le due norme si occupano della progettazione e della posa dei sistemi a cappotto termico e, al pari di quanto avviene nel settore dei serramenti, introducono la certificazione professionale degli applicatori di cappotto termico. Entrambe rivestono un’importanza fondamentale per la massimizzazione dei risultati di efficientamento energetico dell’involucro edilizio. La qualità dell’intervento è infatti attestata da:

– impiego di sistemi di isolamento termico a cappotto certificati Eta (secondo Etag 004 o Ead 040083-00-0404) e con marcatura Ce;

– progettazione a regola d’arte e dettagliata del cappotto termico, a cura di un professionista esperto;

– posa in opera qualificata, a opera di un installatore le cui competenze sono state certificate al termine di uno specifico percorso formativo.

In caso di contenzioso circa la qualità delle opere eseguite, il giudice considera le norme tecniche quale riferimento per l’esecuzione dell’opera secondo la regola dell’arte.

La parola ai protagonisti 

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A completamento di questa ricognizione sul Superbonus 110%, abbiamo rivolto due semplici domande ai vertici di Federcomated e Sercomated e ad alcuni esponenti del mondo della distribuzione di settore, per conoscere il punto di vista dei distributori di materiali edili:

– Quali sono i benefici e le ricadute del Superbonus 110% sulla vostra realtà?

– Quali sono le principali criticità attuali e come potrebbero essere risolte?

Ecco le loro risposte.

Giuseppe Freri,
Presidente Federcomated 

«L’idea alla base del Superbonus 110% è senz’altro azzeccata, ma fin dall’entrata in vigore il provvedimento è stato fortemente gravato da ritardi e da complessità burocratiche, che hanno fatto sentire i propri effetti fino allo scorso marzo. In pratica è stato perso quasi un anno: da questo punto di vista il fallimento è stato totale.
Grazie anche alle sollecitazioni provenienti dalle organizzazioni di rappresentanza, le maggiori criticità sono state eliminate operando delle semplificazioni dell’iter burocratico. A partire da settembre, perciò, il Superbonus 110% potrà dispiegare tutte le sue grandi potenzialità e ci attendiamo risultati molto interessanti. Per parte nostra vigileremo affinché sia mantenuta la promessa di estendere la sua durata al 2023.

Purtroppo, questa opportunità sconta un congiuntura negativa, legata alla scarsità di materie prime e alla conseguente crescita dei costi dei prodotti. Si tratta di un problema che interessa principalmente i produttori e, in via indiretta, anche i distributori, soprattutto per quanto riguarda il fatturato e la copertura dei crediti vantati per le forniture alle imprese edili. Anche in questo caso auspichiamo che le speculazioni in atto si esauriscano negli ultimi mesi dell’anno in corso.

In prospettiva, riteniamo che la strada da seguire per il futuro sia quella dell’unificazione dei diversi bonus all’interno di un quadro di riferimento comune. Ragionevolmente sarà difficile portare tutte le detrazioni al 110%, ma si dovrebbero creare le condizioni per renderle permanenti a fronte di livelli molto elevati di detraibilità fiscale, aumentando di conseguenza anche i controlli».

Mario Verduci,
Segretario generale Federcomated 

«Federcomated è sempre stata favorevole a iniziative e provvedimenti che promuovono e favoriscono l’adeguamento e il rinnovamento del patrimonio costruito, perché rappresentano una forte spinta non solo per il settore dell’edilizia, ma anche per l’economia dell’intero paese. Nel panorama europeo, il Superbonus 110% costituisce lo strumento più favorevole e conveniente messo in campo per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali. Ciò nonostante, esprimiamo il nostro completo disaccordo circa le modalità di concreta attuazione, sia per quanto riguarda la complessità delle procedure burocratiche, sia per la conseguente necessità di dover fornire, da parte degli enti preposti ai controlli, una sequenza interminabile di distinzioni e precisazioni, che hanno scoraggiato molti fra i potenziali beneficiari dello strumento stesso.

Il giudizio è stato perciò negativo fino all’emanazione del Decreto Semplificazioni che, pur compiendo un importante passo in avanti, nei fatti ha sancito in circa un anno il ritardo accumulato rispetto ai termini previsti per l’esecuzione degli interventi, provocando ulteriori disfunzioni all’interno del sistema economico.

Mi riferisco sia al repentino e incontrollato aumento della domanda, che ha permesso l’innesco di fenomeni speculativi sui prezzi di prodotti e materiali, sia al rischio da parte di committenti e tecnici di compiere errori, che possono determinare la decadenza dall’accesso alle agevolazioni fiscali, in alcuni casi anche con conseguenze penali.

In quest’ultimo caso, riteniamo che sarebbe doveroso operare una netta distinzione fra coloro che, pur sbagliando, hanno agito in buona fede e dovrebbero mantenere i propri benefici fiscali, e altri che, invece, potrebbero aver deliberatamente infranto le regole, e che devono essere sanzionati, anche con l’obiettivo di ristabilire l’indispensabile clima di fiducia fra cittadini, imprese e istituzioni.

Più in generale, auspichiamo che il Superbonus 110% possa essere ulteriormente migliorato, per recuperare il tempo perduto e per consentire a tutti i soggetti interessati di fruire dei vantaggi, posticipando i termini in modo significativo. Infine, sarebbe opportuno raccogliere tutti i diversi bonus all’interno di un quadro legislativo unitario e coerente, riconoscendo l’importanza strategica dell’edilizia per l’economia nazionale».

Giulio De Angelis
Delegato Federcomated per sviluppo e infrastrutture del Mezzogiorno 

«Il settore era già in moderata ripresa prima della pandemia e, grazie al Superbonus 110%, la situazione appare notevolmente migliorata. In generale le aziende della distribuzione che operano nel Sud stanno incrementando i propri fatturati, anche perché le imprese edili che eseguono i lavori normalmente presentano oggi la solidità finanziaria necessaria per ottenere gli affidamenti bancari. Altri aspetti significativi consistono nella crescita della dimensione delle commesse e nel superiore livello qualitativo e tecnologico delle soluzioni e dei prodotti, che si traduce anche in un incremento del grado di fiducia nelle relazioni fra professionisti, imprese e distributori. In sintesi la filiera sta rispondendo in modo reattivo all’opportunità offerta dal Superbonus 110%.

Da parte dei distributori sta emergendo un concreto interesse per l’innovazione tecnologica, specie per quanto riguarda le soluzioni mirate agli aspetti energetici e ambientali, che si traduce anche in un maggiore assortimento merceologico delle diverse gamme, anche di quelle – ad esempio i serramenti – prima caratterizzate da una certa settorialità.

Questa situazione favorevole potrebbe permettere al mondo della distribuzione di compiere un vero salto di qualità, investendo nel miglioramento delle competenze e nella capacità di offrire assistenza, consulenze e servizi sempre più innovativi e ad alto valore aggiunto. Le semplificazioni operate vanno nella giusta direzione, ma sono necessari ulteriori passi in avanti nell’efficienza della pubblica amministrazione e, sicuramente, l’estensione dei termini al 2023».

Luca Berardo,
Presidente Sercomated 

«Il Superbonus 110% necessitava sicuramente di snellimento e semplificazione, ma nutro più di una perplessità sulle modalità e, soprattutto, sulle conseguenze che potrebbe comportare il decreto. Confrontandomi con numerosi progettisti emerge la sensazione che, paradossalmente, le procedure semplificate possano portare a un effetto contrario, rischiando di mettere a rischio i cantieri stessi, i lavori di progettisti e imprese e, anche, le stesse agevolazioni fiscali.
La semplificazione dell’iter autorizzativo – cosa stupenda in sé – nasconde infatti una serie di insidie da considerare con attenzione. Oggi è sufficiente presentare una Cila per avviare lavori agevolati con il Superbonus 100%: si tratta di una pratica che non rende necessario attestare lo stato legittimo dell’immobile – requisito spesso molto difficile da accertare, soprattutto per gli edifici più vecchi.

La prima criticità è relativa alle varianti in corso d’opera, che non sono ammesse dalla Cila. Quindi, se in cantiere si constatasse la necessità di apportare qualche modifica sostanziale, sarebbe necessario presentare una seconda comunicazione che, di conseguenza, andrebbe ad annullare la prima presentata.

In un caso del genere – per nulla improbabile – mi chiedo cosa succederebbe ai finanziamenti ricevuti iniziare i lavori? La Cila è infatti il primo documento da presentare in banca per arrivare al prestito-ponte, perciò il suo annullamento e la conseguente sostituzione con un nuovo titolo autorizzativo potrebbero portare al blocco del finanziamento?

Un seconda criticità con relativa domanda riguarda il caso in cui il progettista ritenga di dover comunque accedere agli atti per verificare lo stato dell’immobile – ovvero gli adempimenti che il decreto punta a eliminare. Il decreto afferma infatti che la valutazione sullo stato legittimo dell’immobile resta impregiudicata, perciò non è forse corretto immaginare che, in caso di abusi, si potrebbe perdere il diritto alla detrazione fiscale?

Queste due criticità/domande mi inducono a pensare che – sicuramente nei cantieri più complessi e, probabilmente, anche in molti altri casi – la Scia e la conseguente verifica sullo stato legittimo dell’immobile restino la regola da seguire».

Matteo Camillini
Direttore BigMat 

«Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza ha indicato la strada: transizione ambientale e digitalizzazione guideranno le politiche economiche dei prossimi anni, con un mix ben amalgamato di innovazione e sostenibilità. Ecco perché il Superbonus 110% e le altre detrazioni fiscali, supportate dalle opzioni di sconto o cessione del credito, sono un’opportunità importante per il rilancio del settore delle costruzioni.

L’efficienza energetica e il comfort abitativo possono diventare i driver da seguire per ridare maggior valore al nostro patrimonio abitativo e ritrovare un’armonia dell’abitare, in un contesto post lockdown che ha ridato alla casa un ruolo prioritario per il benessere delle persone.

I bonus fiscali iniziano ad avere un ruolo importante nella crescente domanda di interventi di riqualificazione e ristrutturazione: il Gruppo BigMat è un interlocutore privilegiato per chi opera nel settore dell’edilizia come per l’utente finale, che possono affidarsi alla competenza di personale specializzato.

In questa prima metà dell’anno, la maggior parte dei progetti e cantieri gestiti dalle nostre rivendite BigMat sono relativi a interventi che accedono al Bonus Ristrutturazioni, all’Ecobonus e al Bonus Facciate, mentre il Superbonus 110% rappresenta ancora una richiesta marginale, sicuramente a causa delle complessità burocratiche e dei lunghi tempi delle delibere delle assemblee condominiali.

Il Superbonus 110% è ancora gravato da diversi dubbi e punti da valutare: capacità finanziaria delle piccole e medie imprese di costruzione, burocrazia complessa, limiti di attuazione su una parte delle abitazioni italiane e tecnici che si stanno adeguando alle competenze richieste.

La burocrazia è sicuramente il peggior nemico del Superbonus 110%, unitamente al tempo che passa e che rischia di rendere fiscalmente improduttivi tanti progetti di ristrutturazione. Servono sicuramente un testo unico normativo e una proroga del termine per le spese sostenute almeno fino alla fine del 2024.

Il Decreto Semplificazioni ha introdotto importanti risparmi in termini di tempo: per avviare i lavori basta la sola Cila e non è più necessaria la doppia conformità. Altra novità che potrebbe sbloccare i lavori nei condomìni è il fatto che non dovrà più essere attestato lo stato legittimo, ma basterà verificare la regolarità delle parti comuni. Con queste semplificazioni, e con l’auspicio della proroga dell’attuale scadenza, ci attendiamo il “decollo” del Superbonus 110%.

Allo scopo il Gruppo BigMat ha sviluppato la piattaforma BigMat Flexy per la cessione del credito fiscale, che permette a imprese e progettisti clienti dei punti vendita BigMat e degli showroom Habimat di offrire lavori di ristrutturazione e riqualificazione applicando ai committenti (privati e condomini) lo sconto in fattura. Questa piattaforma consente di gestire pratiche relative a tutte le detrazioni fiscali ed è applicabile a lavori su condomini, unifamiliari e appartamenti.

BigMat Flexy è collegata a un istituto di credito convenzionato con BigMat che, prima dell’inizio dei lavori in cantiere, assicura l’acquisto del credito tramite specifico contratto con l’impresa, effettuando il bonifico all’impresa dopo 5 giorni dalla vista del credito nel suo cassetto fiscale. Con un processo guidato e organizzato, questa piattforma permette all’impresa edile di avere tutto sotto controllo e di arrivare velocemente e senza errori alla corretta cessione del credito».

Stefano Colombino,
Presidente Deus

«Sicuramente abbiamo avuto un incremento delle vendite con l’acquisizione di nuovi clienti privati, per quello che concerne la realizzazione dei lavori che rientrano nel Superbonus 110%, e anche di imprese edili che si sono affidate ai nostri associati, attraverso un lavoro di collaborazione e segnalazione di possibili cantieri da iniziare. Inoltre, grazie al buon lavoro di marketing interno e all’offerta di consulenze gratuite ai privati e alle imprese, è aumentata anche la nostra visibilità. Le difficoltà maggiori riguardano l’iter burocratico necessario per ottenere tutta la documentazione e per la trasmissione di questa agli enti di competenza. Sotto questo profilo, l’opinione pubblica non è stata informata a dovere: si è fatto credere alle persone che, con il Superbonus 110%, nulla era dovuto e nulla si doveva pagare.

Negli ultimi mesi, inoltre, si è verificato un importante aumento dei prezzi di tutte le materie prime e dei materiali da costruzione, perciò i tempi degli approvvigionamenti si sono notevolmente dilatati, causando ritardi e problemi nelle consegne. Speriamo che quanto previsto dal Decreto Semplificazioni con l’introduzione della Cila (o SuperCila) permetta di ridurre le tempistiche e agevoli l’inizio dei lavori».

Attilio Garavaglia,
Responsabile di Made Point Casorezzo 

«Il Superbonus 110% sarebbe indubbiamente un ottimo incentivo per la ripresa del settore ma, nonostante i numerosi preventivi sviluppati, al momento non abbiamo avuto alcun beneficio, ovvero le imprese nostre clienti non hanno ancora acquistato materiali per interventi agevolati con il Superbonus 110%. Al contrario, i benefici sono evidenti per gli altri bonus, che coinvolgono maggiormente la ristrutturazione tradizionale e che stanno realmente trainando la ripresa.

Le principali criticità riguardano gli aspetti burocratici. L’interpretazione della legge è complessa e le norme non sono chiare, perciò si prestano a diverse interpretazioni. Nella nostra esperienza, questo rende difficoltoso l’accesso al Superbonus 110%. Molti privati che si rivolgono a noi per informazioni rinunciano presto, sia per le difficoltà normative e operative, sia perché i paventati sconti (110%) nascondono in realtà spese non indifferenti: non è vero, insomma, che è tutto gratis.

Il Superbonus 110% rende comunque favorevole l’approccio ai lavori dal punto di vista economico, perché senza questa agevolazione i costi sarebbero proibitivi per molti. Tutte le novità portate dalle agevolazioni fiscali, unitamente a una presenza sempre più massiccia e determinante del privato, hanno contribuito ad accelerare il cambiamento della nostra attività.

Ora abbiamo il dovere di aumentare e migliore le nostre competenze relativamente alle procedure, all’installazione degli impianti, alle normative, ecc.. Appartenere a un grande network di livello nazionale ci mette a disposizione una rete di expertise (architetti, progettisti, consulenti fiscali, termotecnici, ecc.) che ci aiutano nella consulenza.

Si tratta di un’attività di intermediazione che pone la distribuzione edile qualificata al centro della filiera, perché i professionisti che collaborano con noi traggono indubbi vantaggi per la loro attività».

Valentino Cotugno, Amministratore delegato Gruppo Rea Italia, Presidente di Confapi Lazio settore distribuzione produzione materiali edili, ferramenta, elettrico, termoidraulica 

«I benefici del Superbonus 110% sono realmente tantissimi, al punto che il comparto della distribuzione dei materiali edili ha fatto registrare un aumento del fatturato nell’ordine del 35% e, nel primo semestre 2020, del 75% per i materiali utilizzati negli interventi trainanti (isolamento termico, pannelli solari, ecc.).

Per supportare i propri associati, in collaborazione con un ente accreditato l’accademia di formazione di Gruppo Rea Italia svolge le attività di esame, ai fini del rilascio della certificazione accreditata Accredia di Qualifica per Posatori di sistemi di isolamento termico a cappotto.

La maggiore criticità è sicuramente legata alla scarsa lungimiranza da parte delle istituzioni, che non hanno previsto il forte aumento della richiesta dei materiali, né hanno considerato l’opportunità di confrontarsi con le aziende per consentire l’accesso ai prodotti attraverso la filiera distributiva, calmierando i prezzi. Inoltre, considerando che se non si incontrano difficoltà burocratiche per completare un cantiere di medie dimensioni ci vogliono mediamente 20 mesi, il tempo a disposizione per realizzare gli interventi è troppo breve».

Francesco Freri,
General manager 4Bild 

«Il mercato si sta muovendo con grande velocità, certamente il tema degli incentivi fiscali fa da volano a un’edilizia che sta vivendo un periodo di fermento: si costruisce tanto e bene… Abbiamo costituito un team di esperti sul Superbonus 110%, con l’obiettivo di dare risposte chiare e precise alla clientela, e abbiamo sfruttato la forza del lead magnet “Consulenza gratuita sul SuperBonus 110%” sul web, per creare una campagna di lead generation, per acquisire e generare contatti. L’obiettivo è produrre traffico qualificato attraverso una campagna adv geolocalizzata, verso una landing page per convertire gli utenti interessati in contatti, facendo loro richiedere un appuntamento per visitare gli store, parlare con un nostro consulente e ottenere informazioni relative alla scelta di prodotti tramite vantaggi fiscali. Creiamo così un interscambio tra lead e punti vendita, andando a generare il flusso appuntamento.

Quanto alle criticità, la principale è certamente la tempistica di esecuzione. L’impianto dell’agevolazione fiscale, nei suoi principi fondanti di trasparenza e assunzione di responsabilità, è sicuramente lodevole e necessario in un settore -come quello dell’edilizia – nel quale troppo spesso si agisce senza rispettare le norme.

Detto questo è necessario un processo di semplificazione per:
– rendere stabile nel tempo, o almeno prorogare i termini fino al 2023, per pianificare con maggiore tranquillità tutti i lavori in particolare quelli di grande dimensione;
– semplificare le dichiarazioni di accertamento e di conformità urbanistica;
– semplificare le asseverazioni e introdurre un ravvedimento operoso, per correggere eventuali errori formali».

Franco Colarusso,
Amministratore Cosmo

«L’azienda si occupa prevalentemente di prodotti di finitura, pavimenti, rivestimenti e idrotermosanitari, perciò il Superbonus 110% interessa i nostri clienti in modo marginale. Di conseguenza non stiamo riscontrando alcun beneficio. Anzi, nei primi mesi successivi all’emanazione del provvedimento abbiamo notato un certo rallentamento nelle commesse, riconducibile all’attesa della pubblicazione delle normative tecniche e attuative.
La nostra sensazione, rafforzata dalle informazioni riferite dai clienti, è che il Superbonus 110% non abbia ancora dispiegato il suo potenziale teorico, soprattutto a causa delle procedure e dei vincoli operativi, che limitano la sua applicazione a un numero ristretto di casi. Al contrario gli altri bonus – specie il Bonus Ristrutturazioni, grazie all’introduzione dello sconto in fattura e della cessione del credito, risultano più accessibili e, nei fatti, costituiscono lo strumento attualmente più utilizzato».

Carmelo Passarini
mministratore F.lli Passarini 

«Nella prima parte del 2021 il Superbonus 110% ha consentito all’azienda di incrementare il proprio business, poi sono sopraggiunte le difficoltà legate all’incremento dei prezzi di alcuni materiali fondamentali, che attualmente stanno provocando difficoltà significative legato non solo agli aspetti economici, ma anche sul fronte della reperibilità dei prodotti. I prezzi raggiunti costituiscono un onere non più sopportabile per i distributori, specie nel caso di accordi che prevedono anticipi consistenti per le forniture future, sulle quali non abbiamo neanche la certezza del rispetto dei tempi di consegna.

Nonostante la visibilità mediatica data al provvedimento, ad oggi non ci sono le condizioni per affermare che il Superbonus 110% possa essere l’occasione per risollevare le sorti del mercato dei prodotti per l’edilizia, né per compiere un importante progresso per quanto riguarda la qualità e le prestazioni energetiche delle costruzioni. In particolare, la necessità di attestare la legittimità dello stato degli edifici ha scoraggiato numerosi proprietari e di condomini e neppure le ultime semplificazioni introdotte hanno modificato sostanzialmente la situazione».

Gianluca Zanutta
Amministratore delegato Zanutta 

«Per ora di benefici se ne abbiamo visti pochi. Il Superbonus 110% porta con sé tanta burocrazia e riscontriamo notevoli difficoltà per avviare le pratiche, perché molto impegnative. Ad oggi solo il 20% dei cantieri in cui operiamo si avvalgono di questo bonus.

Al problema della burocrazia si è aggiunta la scarsità delle materie prime, che causa dei ritardi nell’approvvigionamento dei materiali. Date le tempistiche così strette da rispettare per il completamento dei lavori, ogni giorno perso diventa un problema…

Personalmente ritengo che il Superbonus 110% dovrebbe essere strutturato per durare almeno un quinquennio. Bisognerebbe snellire le pratiche e strutturare una metodologia efficace. In questo momento le detrazioni con un incentivo minore – ad esempio il 90% previsto per il “bonus facciata” – sono molto più funzionali. Basterebbe conservare quanto di buono è previsto per questi bonus, che funzionano molto bene, e riproporlo per il Superbonus 110%».