In uno dei quartieri residenziali che gravitano intorno alla Ville Lumiere, la zona di Saint Germain en Laye, l’italianissimo Studiovo ha ridisegnato un appartamento su due livelli, e l’ha fatto scegliendo non solo stile e arredi made in Italy, ma esportando anche manodopera e rivenditori.
La casa è una tipica villetta francese, con tetti spioventi e ampie finestre. I progettisti Marco Vincenzi e Andrea Caturegli hanno ripreso in mano il progetto, ne hanno ristudiato le funzioni e hanno non solo reso più fluidi gli spazi e i passaggi, ma hanno anche disegnato su misura la maggior parte dell’arredamento.
Il piano terra è rimasto adibito a zona giorno, come era originariamente, ma sono stati eliminati dei tramezzi per rendere lo spazio più ampio e fluido. Una botola è stata scavata a livello del pavimento ed è diventata una cantina per i vini.
Eliminando una parete, un pilastro è diventato il fulcro attorno al quale i progettisti hanno disegnato tutta la cucina. Al secondo livello, è stato ridimensionato un bagno, realizzandone un secondo più piccolo, mentre un disimpegno alla camera da letto è stato eliminato per ottenere un unico grande locale.
Durante tutte le fasi del progetto, Studiovo ha collaborato con l’azienda italiana Officine 3076, general contractor che si è occupata della ristrutturazione e della realizzazione degli arredi. L’idea guida del progetto è stata subito chiara: creare uno stile pulito, fluido, utilizzando materiali naturali e colori tenui, il tutto interamente realizzato e assemblato artigianalmente.
La tradizionale e pratica disposizione delle funzioni, che vede la zona giorno al piano terra e la zona notte al secondo livello, è stata conservata ma resa comunicante. La zona notte, infatti, si affaccia verso il soggiorno, seppur parzialmente, attraverso una vetrata trasparente della camera da letto.Al piano terra gli spazi sono stati resi tutti comunicanti eliminando alcuni setti, ma è stata pensata una separazione virtuale delle funzioni con l’utilizzo di elementi d’arredo, come nel caso di un camino aperto su quattro lati che divide l’ingresso dalla zona relax e un bancone a isola progettato intorno a un pilastro che delimita la cucina.
In questo ampio soggiorno è stata ricavata una botola che scende di un livello attraverso una scala a chiocciola: è una soluzione ideale per una casa che, al momento della ristrutturazione, non aveva cantina o soffitta. In questo modo, è stato ottenuto uno spazio dove riporre più di 200 bottiglie di vino per conservarle sempre ad una temperatura perfetta.
Il legno è l’elemento scelto per uniformare ambienti tanto ampi: legno per gli arredi, per i rivestimenti, per le mensole e i pensili disegnati tutti su misura. Legno anche per il parquet, sempre di rovere, che dal piano terra sale attraverso una scala per rivestire anche tutto il livello superiore.
Elemento fondamentale, la scala in questo progetto è volutamente lasciata in secondo piano, quasi nascosta tra la cucina e un antibagno che conduce al bagno di servizio. Salendo, si arriva al fulcro della zona notte, in un corridoio che distribuisce tre camere da letto, un bagno e la camera padronale.
Qui le ampie dimensioni di un bagno esistente passante hanno permesso a Studiovo di ricavarne un altro, più piccolo, così da lasciare quello originale solo come zona relax, con una vasca freestanding, una maxi doccia e un doppio lavabo. Da questa camera, una vetrata si affaccia verso il soggiorno, come una sorta di soppalco, prendendo luce e giocando con gli spazi come scatole cinesi.
Il produttore Il distributore e l’imprenditore edile
Una sfida anche per i metodi costruttivi diversi da quelli italiani
“Pianificare e organizzare i lavori in maniera semplice, affidabile e con tempi certi, preoc
cupandoci di tutto il sistema casa. Una sfida importante quella che ci ha visto coinvolti in questo progetto, metodi costruttivi diversi dai nostri, la distanza, la logistica e i trasporti sono stati gli step chiave per la buona riuscita di questa villa”. Marco Vincenzi e Andrea Caturegli di Studiovo
Materiali attenti all’ambiente
Per tutta la casa è stato posato un parquet a doghe di legno di rovere prodotto dall’azienda CP Parquet. Fa parte della collezione Antico Asolo 3 strati di grandi dimensioni e viene prodotto da più di 20 anni all’interno degli stabilimenti a Crespano del Grappa, in provincia di Treviso. L’azienda utilizza solamente specie legnose certificate, provenienti da foreste di coltivazione o gestite in modo responsabile. Tutto il ciclo produttivo è certificato a basso impatto ambientale allo scopo di creare meno scarti possibili. L’attenzione dell’azienda non è solo rivolta al prodotto, ma anche a chi lo distribuisce, come spiega il direttore commerciale Italia Gianni Miatello “I nostri rivenditori devono essere lo specchio di CP Parquet sul territorio e con loro abbiamo sempre pianificato collaborazioni per generare un forte interesse da parte del mercato sui nostri pavimenti in legno. Per loro organizziamo visite mensili in azienda con lo scopo di far vivere i nostri luoghi e far conoscere nel dettaglio il nostro processo produttivo e la qualità delle nostre lavorazioni”. Gianni Miatello, direttore commerciale Italia di CP Parquet.
Un progetto frutto di sinergie
Per la realizzazione di questo progetto francese, Studiovo ha collaborato con due aziende: una, Officine 3076, che si è occupata della costruzione della casa come general contractor e l’altra, Giannoni srl, che ha distribuito i principali materiali edili. Entrambe le aziende fanno riferimento al signor Amerigo Giannoni. Officine 3076, di cui il signor Giannoni ricopre la carica di AD e coordinatore, è stata fondata con l’ambizione di offrire al mercato la competenza di un gruppo di aziende, ognuna eccellenza nel proprio ambito, che rappresentino un unico interlocutore a fianco del cliente. La seconda azienda, che vede Amerigo Giannoni come amministratore e proprietario, nasce come rivendita di pavimenti, rivestimenti, arredo bagno e materiale per l’edilizia in genere. Le due realtà lavorano in simbiosi e hanno collaborato anche in questo progetto parigino. In particolare, come spiega il signor Giannoni “sono stati ricostruiti tre quarti dell’appartamento in falegnameria, in modo da smontarli e rimontarli sul posto per poter essere in grado di affrontare qualsiasi problema. Ci siamo organizzati in modo che i materiali avessero tempi certi di consegna e infine abbiamo spedito il tutto in loco con dei trasportatori internazionali, sempre e comunque Italiani”. Amerigo Giannoni, Officine 3076 e Giannoni