Sercomated. Verduci: Togliere i limiti ingiusti e dannosi alla cessione del credito

Un emendamento per eliminare il divieto di sub-cessione del credito fiscale dal decreto Sostegni-ter: è la richiesta semplice e netta che accomuna Federcomated a cittadini, imprese del settore e altre organizzazioni di rappresentanza

Lo stop alle cessioni a catena dei crediti fiscali, derivanti dall’effettuazione di lavori agevolati con i numerosi bonus vigenti, e la conseguente protesta delle categorie interessate – con Federcomated in prima fila – è oggi al centro sia del dibattito politico, sia dell’attenzione dell’opinione pubblica, specie dei cittadini che stanno usufruendo o che vorrebbero usufruire in futuro dei bonus.

«In sintesi la nuova disposizione – spiega Mario Verduci, Segretario generale di Federcomated e ad di Sercomatedvieta la sub-cessione (ovvero ogni cessione successiva alla prima del credito fiscale). In pratica il credito d’imposta può essere ceduto una sola volta, di conseguenza:

– il committente dei lavori, che è beneficiario della detrazione, può cedere il credito ad altri soggetti, fra cui banche e intermediari finanziari, ma questi non possono cederlo a terzi;

fornitori e imprese che ricorrono allo sconto in fattura possono recuperarlo sotto forma di credito d’imposta, cedendolo ad altri soggetti, compresi banche e intermediari finanziari, ma anche in questo caso non è possibile la cessione a terzi.

Per i crediti già ceduti fino al 7/2/2022 (termine poi prorogato al 17/2/2022) secondo una delle opzioni previste dal decreto Rilancio (D.Lgs. 34/2020, art. 121, comma 1), una disposizione transitoria prevede la possibilità di un’ulteriore cessione. In tutti gli altri casi è prevista la nullità dei contratti».

Regole certe e stabili 

Quale sarà l’effetto del divieto di sub-cessione?

«Si tratta di un provvedimento deleterio e nefasto, per l’intero mercato delle costruzioni e per la nostra categoria in particolare. Il primo effetto è l’assenza di certezze da parte della committenza, che potrebbe vedersi negato l’accesso agli incentivi dopo la sottoscrizione dei contratti e l’invio dei relativi ordini. Oggi, infatti, nonostante le asseverazioni e i visti da trasmettere prima di ottenere il credito, i controlli sono eseguiti a posteriori.

Il secondo effetto riguarda la possibilità, da parte dei soggetti che ricevono il credito, di poterlo compensare non più cedendolo a terzi, ma ricorrendo esclusivamente le proprie risorse finanziarie. Questo è fattibile solo dai grandi istituti bancari e dalle grandi aziende che operano nel settore, mentre gli operatori medi e piccoli raggiungeranno presto – se non l’hanno già raggiunto – il tetto della propria capacità di compensazione e, perciò, saranno estromessi dal mercato.

Il risultato finale sarà il blocco pressoché totale dei nuovi interventi, con conseguente caduta verticale degli investimenti, accompagnato da una reazione a catena all’interno della filiera, a causa degli insoluti nei pagamenti, non perché non esistano la volontà e le risorse per investire in efficienza energetica, ma perché il meccanismo della cessione dei crediti sarà bloccato per legge».

Prevenire e permettere 

La disposizione è contenuta nell’art. 28 del D.Lgs. 4 del 27/1/2022 – il cosiddetto “Sostegni-ter” – che sta seguendo l’iter parlamentare per la conversione in legge. Il Governo l’ha introdotta per contrastare le frodi che, stando alle indagini in corso in questi giorni, sono un fenomeno rilevante dal punto di vista economico.

«Non ci sono dubbi circa il fatto che chi froda il fisco debba essere perseguito: per prevenire la maggior parte degli illeciti potrebbero bastare dei controlli preventivi. In ogni caso è irragionevole che lo stesso decreto, che contiene provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese per contrastare la crescita vertiginosa dei prezzi dei combustibili fossili, renda praticamente impossibile la realizzazione di interventi per la riduzione dei consumi energetici.

Il punto centrale è la coerenza dell’azione del Governo, che ha spostato la priorità dalla promozione del risparmio energetico al contenimento delle frodi. In questo modo, per colpire l’operato di pochi presunti disonesti, si danneggiano tantissimi cittadini e operatori del settore che operano rispettando tutte le regole e che, attenendosi al quadro legislativo precedente, in molti casi, hanno già sottoscritto degli impegni economici vincolanti».

Cosa sta facendo Federcomated?

«Innanzitutto stiamo informando gli operatori del settore, le organizzazioni di rappresentanza, l’opinione pubblica e i rappresentanti politici più sensibili al problema. D’intesa con Confcommercio – Imprese per l’Italia, Federcomated chiede con forza che sia ripristinata la situazione precedente il divieto di sub-cessione. Lo strumento esiste ed è di uso comune: un emendamento al testo del decreto Sostegni-ter presentato durante la discussione in Parlamento».