Sercomated. Bellini: I bonus e i cattivi

Migliaia di imprese e di lavoratori onesti, che operano quotidianamente nella filiera delle costruzioni, non meritano di essere confusi con chi froda il fisco. Per evitare lo stallo bisogna ripristinare al più presto la multi-cessione del credito
Gianluca Bellini, Direttore generale di Gruppo Made

Grazie al Superbonus 110%, nel 2021 il mercato dell’edilizia ha conosciuto un vero e proprio boom, che ha permesso di assorbire la contrazione registrata durante la prima fase della pandemia e che potrebbe prolungarsi nel futuro prossimo. Molte luci, perciò, ma anche qualche ombra. Abbiamo raccolto il pensiero di Gianluca Bellini, direttore generale del Gruppo Made e membro del cda di Sercomated. 

«L’anno scorso l’edilizia ha svolto un ruolo trainante rispetto all’economia nazionale – afferma Gian Luca Bellini, Direttore generale Gruppo Made. L’incremento dei fatturati nel mondo della distribuzione è una realtà sancita dalle cifre, ma non è stata certo una passeggiata…

L’improvviso risveglio della domanda ha messo in crisi le nostre aziende (quelle del Gruppo, ma non solo) che hanno dovuto garantire prodotti a elevate prestazioni, coniugando le tempistiche della produzione con quelle dei cantieri, mantenendo puntuali le consegne per non ostacolare l’attività dei clienti.

Non meno impegnative si sono rivelate le continue variazioni dei prezzi (circa un migliaio di richieste di modifica dei listini solo nel nostro Gruppo), causate dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dalla scarsità di prodotti – tutto questo cercando di minimizzare l’impatto sui preventivi già approvati».

Una realtà distorta 

Questo impegno ha portato risultati anche in termini di competitività delle aziende?

«Sicuramente sì. Il rapido cambiamento dello scenario ha reso necessario non solo l’ampliamento degli organici, con le indispensabili attività di formazione e aggiornamento, ma anche una maggiore fluidità dei processi interni e una rinnovata attenzione alle esigenze di imprese e privati. In sostanza la professionalità delle aziende è cresciuta – e questo è un bene.

Purtroppo la narrazione recente di questa realtà sta mettendo in ombra il valore degli sforzi compiuti e dei risultati raggiunti dalla stragrande maggioranza dei distributori, che operano nel rispetto delle regole. Pare che l’edilizia sia diventata il campo d’azione privilegiato di truffatori che stanno prosciugando le risorse messe in campo dal Governo per la riqualificazione del patrimonio edilizio».

Sappiamo bene che non è così, ma proprio in questi giorni iniziano a manifestarsi gli esiti peggiori di questa visione distorta…

«Imparare a gestire nuove procedure basate su nuove regole ha richiesto tempo, ma alla fine il sistema sembrava funzionare. Inizialmente, per evitare l’eccessiva levitazione dei costi, erano state previste asseverazioni e visti di conformità. Le prime hanno scontato ritardi nell’aggiornamento dei prezzari, mentre i dubbi sollevati attorno ai secondi sono stati chiariti poco tempo fa.

Poi sono arrivate le prime indagini e una campagna mediatica di parte. Il quadro è stato completato dal recente divieto di multi-cessione del credito, previsto dal decreto cosiddetto “Sostegni-ter”, che ha già prodotto una netta inversione dell’atteggiamento da parte degli istituti bancari e di importanti operatori finanziari».

Colpire i disonesti 

Cosa si può fare?

«Purtroppo attualmente la situazione è tutt’altro che chiara. Le imprese appartenenti al gruppo segnalano un rallentamento da parte delle banche nella presa in carico dei crediti, mentre quelle che operavano con Poste Italiane non riescono più a effettuare le cessioni. Esiste il rischio concreto che l’intero settore si blocchi, creando una catena di insoluti che si riverserebbero proprio sui distributori.

Personalmente ritengo che il problema non risieda nella cessione ripetuta del credito, ma nel fatto che non esiste un controllo a monte sulla miriade di nuove imprese nate nel 2021. Si tratta di realtà che non hanno alcuna esperienza, né possono vantare una struttura e una professionalità adeguate alle necessità: trovarle e controllare cosa stanno facendo non dovrebbe essere difficile.

Questo è il punto da chiarire: chi froda il fisco non si rimbocca quotidianamente le maniche per soddisfare le esigenze del mercato, perciò non appartiene alla filiera dell’edilizia. Purtroppo è più semplice colpire tutti, senza fare distinzioni, ma questa modalità non dovrebbe appartenere alle istituzioni, dalle quali i cittadini onesti e le imprese oneste si aspettano qualcosa di meglio. È necessario cambiare ed è necessario farlo al più presto».