Se riparte l’edilizia riparte l’Italia

Una protesta composta ma ferma e risoluta, fondata sulle ragioni di chi è abituato a lavorare e a dare lavoro, ma non solo: i partecipanti alla «Giornata della Collera» hanno proposto un manifesto per il mondo delle costruzioni 

Una distesa di caschi gialli, a rappresentare le migliaia di posti di lavoro persi negli ultimi anni dal settore dell’edilizia. Piazza degli Affari, cuore della finanza italiana, si presentava così la mattina del 13 febbraio 2013,  giornata della collera per il mondo dell’edilizia.

Palazzo Mezzanotte ha ospitato la grande manifestazione indetta da Assimpredil Ance e da altre venti associazioni del mondo delle costruzioni, fra cui Federcomated, alla quale hanno partecipato oltre mille rappresentanti delle imprese, degli operatori e dei professionisti dell’intera filiera delle costruzioni.

UN NUOVO CORSO PER L’EDILIZIA
Claudio De Albertis, Presidente Assimpredil

«Vogliamo fermare un inaccettabile declino e rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica dell’intero Paese – ha affermato Claudio De Albertis, Presidente Assimpredil – Per questo abbiamo deciso di far sentire la nostra voce di protesta e, contemporaneamente, di proporre un “Manifesto per le costruzioni”, un ultimo appello alla classe politica perché trasformi le istanze del settore in concrete e rapide azioni e provvedimenti legislativi».

L’intero comparto italiano delle costruzioni ha chiesto ai numerosi politici e amministratori pubblici, di tutti gli schieramenti, che si riconosca e si restituisca all’edilizia il suo ruolo determinante nell’economia e nella società. Obiettivo è la ripresa del sistema Italia.

«Occorre far ripartire il settore per far ripartire il Paese. Bisogna liberare le risorse disponibili, bloccate da una burocrazia soffocante e da regole disincentivanti come il Patto di stabilità interno. Dobbiamo valorizzare la qualità italiana del prodotto edilizio, accentuandone il valore di sostenibilità ambientale. É necessario attrarre investimenti privati, ridefinendo politiche fiscali che oggi deprimono l’investimento immobiliare rispetto a quello mobiliare, colpendo maggiormente i processi di trasformazione e rigenerazione urbana. Bisogna che sia restituita equità ai contratti, attraverso la certezza dei tempi di pagamento, e che le banche tornino al loro storico ruolo di partner degli operatori e delle famiglie. Credibilità, trasparenza, garanzie reali, qualificazione, merito, professionalità: su queste basi chiediamo alla politica di definire una nuova strategia orientata alla crescita, allo sviluppo e al benessere».

«Partecipiamo alla Giornata della Collera per evitare che il sistema delle costruzioni venga penalizzato dalle inerzie dalla politica e dal peso insostenibile della burocrazia» Giuseppe Freri, Presidente di Federcomated 


«Per le nostre imprese non servono annunci o promesse ma interventi concreti e coraggiosi. Una vera e propria terapia d’urto che tagli loro i costi e ne aumenti la produttività. Occorre fronteggiare ingiustizia e abusi che non possono più essere tollerati e per questo il nostro è un grido d’allarme per richiamare la politica ai suoi doveri e rilanciare la crescita» 
Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria

 

I MOTIVI DELLA COLLERA

Il settore delle costruzioni è stato trascinato nella recessione più grave da dopoguerra ad oggi a causa della crisi economico-finanziaria che ha investito il nostro paese. Fra il 2008 e il 2012, la perdita produttiva ha raggiunto il 26% in termini reali, pari a 43 miliardi di euro in meno, riportando i livelli di produzione a quelli di 40 anni fa.

«Ci sono norme incomprensibili che lasciano il professionista alla mercé del funzionario di turno. Norme elaborate senza chiedere la collaborazione degli ordini professionali di riferimento. Senza sosta noi dichiariamo da mesi che intendiamo mettere a disposizione di chi ci governa la nostra professionalità di ingegneri» Piergiorgio Borgonovo, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Monza e Brianza

Tutti i comparti sono in acuta sofferenza: le nuove abitazioni sono crollate del 54,2%. L’edilizia non residenziale privata segna una contrazione del 31,6%, mentre le costruzioni pubbliche si sono contratte del 42,9%. Si salva solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali, che ha registrato un +12,6%.

«Serve una proposta economica che valorizzi l’infrastruttura immobiliare italiana, ammodernandola dal punto di vista energetico e funzionale. L’obiettivo deve essere perseguito attraverso una politica di tipo industriale ed un referente della categoria all’interno del Governo» Silvia Rovere, Membro del Consiglio di Presidenza di Assoimmobiliare

Gli effetti sulle imprese e sull’occupazione sono pesantissimi. Dalla fine del 2009, 40.000 imprese hanno chiuso e moltissime sono sull’orlo della chiusura o del fallimento. Di conseguenza è drasticamente calata anche l’occupazione: -360.000 posti di lavoro che, considerando anche i settori collegati e senza tenere conto degli studi professionali, diventano -550.000. I professionisti anticipano il pensionamento e non vengono sostituiti dai giovani per mancanza di prospettive.

«La riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, con criteri orientati all’efficienza energetica e alla salvaguardia ambientale, gestita con un piano delle piccole opere e dei finanziamenti per lavori immediatamente cantierabili potrebbe accelerare l’avvio del nuovo ciclo edilizio, ma è necessario rivedere le modalità di collaborazione tra i diversi interessi» Daniela Cavagna, imprenditrice edile della Cna, Associazione provinciale di Milano –Monza e Brianza

Nel solo 2012 gli investimenti in costruzioni registrano una flessione del 7,6% in termini reali. Di questo passo, alla fine dell’anno, il settore delle costruzioni avrà perso circa il 30% degli investimenti. Eppure le potenzialità della filiera delle costruzioni sono enormi: una domanda aggiuntiva di 1 miliardo genera una ricaduta complessiva nell’intero sistema economico di 3,374 miliardi e un incremento dell’occupazione pari a 17.000 unità, 11.000 nel settore e 6.000 in quelli collegati.

 «Lo scarso controllo sulle banche e l’elasticità delle norme hanno fatto sì che gli artigiani, che hanno ovviamente meno potere contrattuale, siano stati spremuti fino in fondo, non sempre lecitamente. Quanto alla qualità, troppo spesso è stato solo il prezzo a fare la differenza, con la conseguenza di avere lavori mal fatti» Stefano Fugazza, Presidente dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano e della Provincia di Monza e Brianza

 

I CONTENUTI DEL MANIFESTO

É evidente la necessità di misure strutturali in grado di invertire nell’immediato le tendenze in atto. Rilanciare l’edilizia significa stimolare la crescita economica dell’Italia per dare risposte alla domanda abitativa, infrastrutturale e di qualità urbana.

«Riqualificare gli edifici vecchi ed inefficienti significa rilanciare l’economia e consentire agli utenti finali di risparmiare, tuttavia, per non svilire il mercato, è necessario che venga adottato un efficiente controllo della qualità del prodotto edilizio. Occorre fare in modo che la casa tornio ad essere un bene, non solamente una straordinaria leva fiscale» Corrado Bertelli, Presidente Uncsaal

Servono politiche rivolte in particolare al mercato residenziale, che determinino importanti effetti in termini economici e sociali, soprattutto nell’ambito del miglioramento della qualità abitativa e del contenimento dei consumi energetici degli edifici.

«Siamo tutti consapevoli che il nostro futuro non sarà come il nostro passato, e non vogliamo più essere considerati come “quelli che cementificano”, bensì quelli che opereranno un profondo rinnovamento urbano, necessario per arrestare il consumo di suolo» Angelo Monti, Presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Como

L’Unione Europea ha chiaramente indicato l’importanza del settore costruzioni e il suo ruolo strategico, sociale ed economico: fornisce più posti di lavoro di qualsiasi settore dell’industria e contribuisce in modo determinante ad attrarre quegli investimenti indispensabili alla crescita e allo sviluppo.

«L’incontro tra la domanda e l’offerta non è agevolato per via dell’impossibilità di accesso al credito, la burocrazia è in continuo peggioramento, la fiscalità è ogni giorno un’incognita che frena gli investitori e spaventa i risparmiatori, non esistono incentivi che facilitino il mercato delle locazioni ne della compravendita ai soggetti giovani o disagiati» Lionella Maggi, Presidente Fimaa Milano Monza & Brianza

Ecco in sintesi i contenuti del “Manifesto per le costruzioni”, un programma rispetto al quale chiedere da subito il consenso di tutti coloro che si candidano alla guida del Paese, per trasformare in azioni legislative concrete ogni punto del Manifesto stesso.

«Quello che doveva essere il traino della ripresa economica nazionale – il settore immobiliare allargato – ne ha rappresentato invece un handicap a causa della normativa urbanistica frazionata e vincolistica e di una fiscalità depressiva esplosa ingiustificatamente, in particolare nell’ultimo anno con l’Imu. Occorre una politica economica dell’immobiliare» Federico Filippo Oriana, Ceo Aspesi

Risorse e investimenti
– accelerare l’utilizzo delle risorse stanziate e liberare gli investimenti disponibili nei comuni;
– modificare le regole del Patto di stabilità, che ritarda e frena la realizzazione delle opere pubbliche;
– rivedere il meccanismo di contabilizzazione delle spese considerando il momento dell’impegno e non quello del pagamento;
– attivare una politica strutturale organica per la casa;
– liberalizzare e qualificare secondo criteri internazionali
– valorizzare il patrimonio costruito anche attraverso idonei strumenti finanziari.
Garantire un accettabile ciclo dei pagamenti
– definire un vero programma di emersione e smaltimento del debito pregresso;
– rendere efficace la nuova direttiva europea sui ritarda pagamenti dal 1° gennaio 2013;
– interpretare come disposizioni eccezionali e urgenti, perciò efficacia temporale circoscritta, le misure in materia di locazione passiva contenute nella spending review.
Ridare fiducia agli operatori e alle famiglie
– contrastare l’avversione al rischio verso gli investimenti del settore;
– riattivare il circuito del credito anche per i privati, per finanziare mutui a favore delle famiglie;
– istituire un Fondo di garanzia a salvaguardia dei rischi dei mutui erogati dalle banche;
Alleggerire la pressione fiscale
– modificare il regime IMU vigente che assoggetta a tributo i fabbricati costruiti per la vendita e le aree edificabili in corso di edificazione;
– rivedere la responsabilità solidale fiscale, quantomeno per l’Iva, in modo da riavviare i pagamenti;
– stabilizzare le agevolazioni fiscali per ristrutturazione (50%), riqualificazione energetica (55% e Conto Termico) e costruzione di abitazioni.
Rinnovare la pubblica amministrazione
– dare ascolto alle piccole e medie imprese creando opportunità di crescita e miglioramento;
– finanziare ricerca e sviluppo dando alle imprese la possibilità di formarsi e diventare sempre più qualificate;
– creare condizioni di legalità, trasparenza e equità per tutti;
– tutelare il diritto al lavoro di imprenditori, operatori e professionisti;
– modificare la disciplina in materia di procedure concorsuali;
– vigilare e controllare gli effetti delle norme e disposizioni statali.
Dare certezza all’azione amministrativa
– definire la disciplina sull’accesso e sulla qualificazione delle imprese anche nel mercato privato;
– stabilire regole chiare, semplici e non penalizzanti per l’attività professionale, a garanzia del cittadino;
– intervenire sulla disciplina di accesso e sulla qualificazione dei professionisti;
– qualificare, valorizzare e far crescere le imprese sane e i professionisti che operano nel rispetto delle regole.

di Fabrizio Corbe