Sarà solo un fenomeno transitorio?

Il petrolio salito di oltre il cinquanta percento rispetto al valore al barile che aveva solo un anno fa, il rame vicino al proprio record storico, gli elettrodomestici che hanno fatto registrare impennate dei loro prezzi di oltre dieci punti insieme all’enorme difficoltà nella gestione delle proprie linee di produzione e le vernici da decorazione, che sono aumentate di una percentuale compresa tra i cinque ed i dieci punti, sono solo alcuni degli esempi che ho volutamente preso in categorie diversissime tra di loro, ma che ho ritenuto utili per capire che quello a cui stiamo assistendo sui mercati sia una situazione generalizzata che coinvolge tutti i settori, oltre ad essere praticamente senza precedenti.

In questa situazione, nonostante sia da molti mesi sotto gli occhi di tutti – anche degli osservatori meno scrupolosi o coinvolti – che i prezzi delle materie e dei trasporti stiano continuando a far segnare aumenti record e che le difficoltà di approvvigionamento per quasi tutti i componenti chiave delle produzioni industriali siano ancora davvero molto lontane dal risolversi, mi colpisce molto la posizione di numerose Banche Centrali che reputano l’eventuale inflazione che si andrà a generare solo un fenomeno passeggero.

Passeggero o meno, le imprese, che non stanno mai troppo ad ascoltare i soloni delle Banche Centrali, hanno iniziato una dopo l’altra a ritoccare i loro listini con l’intento, del tutto naturale, di andare a trasferire questa situazione direttamente sul consumatore finale.

Queste imprese del settore manifatturiero, ma non solo, con la grande quantità di ordini ricevuti e con la produzione che ha di conseguenza ripreso a produrre a pieno regime, hanno optato quindi per un aumento dei prezzi ad un livello che probabilmente non si vedeva da almeno un decennio.

L’industria corre, ma sicuramente potrebbe farlo ancora di più se non vi fossero pesanti carenze di tutti i materiali unite a tempi di consegna sempre più lunghi, situazione che porta quindi una grandissima difficoltà generalizzata a quasi tutti i settori nel ricostituire le scorte di magazzino anche soprattutto di prodotti finiti. Tali tensioni unite però per fortuna ad una domanda che continua ad essere molto sostenuta e viva, ha di conseguenza permesso di ritoccare anche i listini di vendita dei beni di consumo.

Ritornando poi al tema iniziale della possibilità di inflazione, ritengo sia verosimile pensare che le Banche Centrali potrebbero, nell’immediato futuro, non riuscire più a controllarla senza andare a porre un freno alle politiche monetarie molto espansive alle quali abbiamo assistito negli ultimi anni.

Immaginiamo però che se dovessimo assistere a dei rialzi anche nei servizi e poi di conseguenza nei salari, diventerebbe allora un po’ più difficile credere alle parole di quei Governatori che giudicano ancora come improbabile che si arrivi a persistenti rialzi dell’inflazione e che invece tutto si andrà a risolvere sostanzialmente in modo autonomo.

Personalmente, fatico a pensare che tutto ciò si possa definire come momentaneo dato che si continua a stampare un’immane quantità di denaro e che le materie prime stanno crescendo come mai prima. Chi ritiene, poi, che per evitare che la temperatura dell’economia del mondo si alzi troppo, sarebbe il caso di ritoccare un po’ anche i tassi di interesse (salvo poi ribadire che non si aspetta in conseguenza di ciò un problema inflazionistico) non fa che far concretizzare il pensiero che tutto ciò non si possa proprio definire transitorio.