«L’Italia ha bisogno di una squadra forte e di qualità che sappia determinare il rilancio dell’edilizia nel nostro Paese. Questa mattina, intorno a questo tavolo, la squadra c’è per buona parte. Ora dobbiamo solo cominciare a lavorare, dal Sud arriva stamane un forte vento di cambiamento ed una presa di posizione orientata all’innovazione. A Milano siamo pronti a spalancare le porte al Mezzogiorno, alle sue istanze ed alle sue eccellenze». Giuseppe Freri, presidente nazionale di Federcomated, pensa già a quanto c’è da fare subito dopo la due giorni organizzata nella propria città dalla Ascomed di Avellino, presieduta da Giulio De Angelis, coadiuvato dal team composto da Paola Del Gaudio, Giuseppe Vietri e Aniello Iervolino.
Il convegno “Riqualificazione energetica e sismica. Investiamo nel nostro futuro” è servito non solo a fare il punto della situazione ma è stato, soprattutto, un punto di partenza di un discorso di filiera e di sistema che già in Irpinia, in questi giorni, ha visto scendere direttamente in campo oltre a Federcomated, anche l’Ordine degli Ingegneri, dei Geometri, dei Geologi e l’Ance.
E proprio in quest’ottica, hanno dato manforte le parole del Massimo Sessa, il quale afferma: «Un tavolo per la filiera dell’edilizia, lo Stato è pronto a fare la sua parte». Sessa invita dunque ordini professionali e imprenditori a fare fronte comune. «Il merito di quest’iniziativa – aggiunge – è di aver messo attorno allo stesso tavolo tutti gli attori della filiera edile. Si tratta di un primo passo fondamentale, che intendiamo riproporre a livello centrale. L’edilizia, nel corso degli ultimi anni, è notevolmente cambiata ed ora guarda con sempre più attenzione ai progetti di riqualificazione e ristrutturazione. Il nostro patrimonio edilizio, sia pubblico e privato, è in buona parte vetusto e bisogno necessariamente cambiare marcia. C’è bisogno di rivedere il sistema di incentivazione e di semplificare la normativa di riferimento. Ecco perché ritengo opportuno e necessario aprire un tavolo permanente di confronto sul settore».
Un appello raccolto immediatamente dai relatori presenti al convegno di Avellino. Via libera alla nuova fase di concertazione dai presidenti degli ordini nazionali degli Ingegneri, Armando Zambrano, dei Geometri, Maurizio Savoncelli e di Anaci Francesco Burrelli. Disco verde anche dal vicepresidente nazionale di Ance Rodolfo Girardi e dal consigliere nazionale dell’ordine dei Geologi Lorenzo Benedetto.La due giorni dell’edilizia irpina era partita ieri, con un convegno organizzato sempre da Federcomated in collaborazione con Ance, Ordine degli Architetti, Ordine degli Ingegneri.
Tra gli altri interventi, molto incisivo proprio quello del presidente degli Ingegneri irpini, Antonio Fasulo.
«Il futuro dell’edilizia è nella riqualificazione. Se guardiamo indietro, agli anni del terremoto, non possiamo non prendere atto di come il settore sia cambiato e di come tocchi a noi imboccare la nuova strada». Mentre il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Antonio Fasulo parla e prova a tratteggiare l’edilizia del futuro in città ed in provincia, sullo schermo alle sue spalle scorrono le immagini dell’Avellino del post-terremoto, ferita mortalmente. «Bisogna lavorare in rete e collaborare ad un progetto che fondi le sue radici sulla sicurezza, la riqualificazione e l’efficientamento energetico. Il mio auspicio è che il governo, ma anche le amministrazioni locali, sostengano e aiutino chi investe in questa direzione».
Al suo fianco, nel corso del convegno al de la Ville dal titolo “Il riuso e il miglioramento della resistenza al sisma dei fabbricati in cemento armato costruiti prima del 1980”, c’è anche l’assessore all’Urbanistica del Comune di Avellino, Ugo Tomasone che passa in rapida rassegna le linee guida dell’azione dell’amministrazione di piazza del Popolo sul fronte dell’urbanistica.
Massima attenzione alla nuova fase della ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare in città anche da parte del presidente di Ance Avellino Giuseppe Scognamillo. «La messa in sicurezza della nostra città è una priorità assoluta che può tradursi anche in nuove opportunità di lavoro in un settore fermo da troppo tempo. Le costruzioni in linea con le nuove normative in materia di sicurezza sono davvero poche, c’è bisogno di voltare pagina».
La due giorni sull’edilizia made in Irpinia, organizzata da Federcomated, è cominciata con un importante annuncio, quello di Luca Berardo, presidente di Sercomated (la società di servizi di Federcomated): diecimila posti di lavoro nella nuova filiera edile con la missione di riqualificare e ristrutturare un patrimonio sempre più spesso vetusto, poco sicuro e non più a norma. «Il nostro settore è cambiato notevolmente e i centri di rivendita sono destinati ad assumere un ruolo di raccordo fondamentale, concentrando le professioni di cui c’è sempre più bisogno per la riqualificazione del nostro patrimonio urbanistico», ha detto Berardo. La necessità di due nuove figure professionali, il progettista sistemico e il tecnologo delle costruzioni, nasce dall’esigenza di dover affrontare un mercato sempre più informato e rivolto al segmento della ristrutturazione. La sfida lanciata da Luca Berardo è stata tra gli argomenti al centro del convegno dal titolo “Riqualificazione energetica e sismica. Investiamo nel nostro futuro”. «Il progettista sistemico lo immaginiamo presente nella rivendita e in show room. È la persona che, quando un utente finale, un artigiano, un progettista si avvicina alla rivendita, ha la capacità di mettere a sistema tutte le esigenze, garantendo una sorta di pacchetto complessivo. Poi c’è il tecnologo delle costruzioni – aggiunge Berardo – che dovrebbe avere funzione di raccordo tra produzione, distribuzione e mercato. Queste due figure sono già presenti all’estero, in particolare in Francia e in Germania, dove il loro nuovo contributo ha già dato segni significativi di trasformazione e accrescimento del mercato».
Una sfida che Ascomed Avellino è pronta a fare propria.
«Si tratta di cambiare il modo di lavorare e, soprattutto, di fare rete. Non è più tollerabile – precisa il presidente Giulio De Angelis – che molti rivenditori non conoscano le caratteristiche dei loro prodotti e non sappiano indirizzare al meglio i clienti.
C’è la necessità di collaborare su più livelli e coinvolgere quelle figure professionali che possono garantire un servizio a 360 gradi a chi intende ristrutturare un’abitazione privata o fare un altro investimento nel settore».
Importanti questa due nuove figure professionali e centrale la figura del distributore anche perché corresponsabile con produttore, applicatore e tecnico di vendita e posa in opera dei materiali edili, in virtù della 305/11 Eu, entrato in vigore già il 1 luglio 2013, su cui si è concentrato il contributo di Gabriele Nicoli, vice presidente di Sercomated.
«Per garantire la durabilità e le prestazioni dei materiali da costruzione è necessario che essi siano dotati della Dop secondo il regolamento europeo 305/2011. Questa certificazione è volta ad assicurare l’impiego dei materiali, la sicurezza, la salute e l’ambiente nel rispetto di tutte le normative e i regolamenti esistenti e in particolare quello relativo si materiali chimici. La 305 è legge da quando è stata recepita nel 2011 in sostituzione della Direttiva europea allora esistente. Anche nella riqualificazione sismica è indispensabile che tutte le performance dei materiali da costruzione non vengano disattese ma garantite nel tempo al fine di raggiungere una qualità complessiva dell’opera edile di alto livello. Sul mercato esistono prodotti per tutte le tasche e spesso senza le dovute certificazioni di legge che, se da un lato possono soddisfare dal punto di vista dell’economia dell’opera, dall’altro non permettono però di assicurarne la riuscita e la sua durata nel tempo. Tutti gli operatori della filiera dell’edilizia, dai progettisti ai produttori fino ad arrivare ai distributori di materiali edili e infine alle imprese di costruzione, hanno l’obbligo di legge di verificare la rispondenza dei materiali utilizzati alle norme europee armonizzate e le dovute certificazioni. Non si tratta quindi solo di garantire le prestazioni caratteristiche proprie di ogni singolo materiale da costruzione ma anche quelle relative alla salute dell’uomo nel rispetto dell’ambiente. Sono in arrivo i decreti attuativi che stabiliranno le sanzioni, sono al penale, per il mancato rispetto di quanto previsto da questo regolamento».