Rigenerazione delle città e piccole opere infrastrutturali per far ripartire il settore edile

È ancora faticosa la situazione per le imprese italiane del settore costruzioni. A febbraio 2015 il valore della produzione è sceso dell’1,3% rispetto a gennaio. Una tendenza simile a quella registrata in Europa, con una flessione dell’1,8% nell’Eurozona e dell’1,2% nell’Ue a 28. Ma, valutata su base annua, la situazione delle costruzioni nel nostro paese rimane peggiore rispetto all’Europa: negli ultimi 12 mesi (marzo 2014-febbraio 2015) la produzione del settore in Italia è calata del 5,8% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nello stesso periodo, invece, l’Europa mostra un aumento dell’1,6% e nell’Eurozona l’attività delle imprese edili è stabile, con un incremento dello 0,4%.
In Italia, tra marzo 2014 e febbraio 2015, la produzione delle costruzioni è inferiore del 42,5% rispetto al picco pre crisi del periodo settembre 2007- agosto 2008.
Il trend di uno dei settori fondamentali per l’economia italiana è rilevato da Confartigianato che lo ha messo a confronto con l’andamento negli altri paesi europei.
Arnaldo-Redaelli«Per garantire un futuro solido all’intera filiera delle costruzioni dobbiamo partire dalla rigenerazione sostenibile delle città e dei territori, da quelle piccole e medie opere infrastrutturali che, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, sono fondamentali per il rilancio del settore e dell’economia. L’avvio in tempi rapidi di questi cantieri garantisce un effetto moltiplicatore sull’occupazione, ma per farlo è necessaria una modifica del patto di stabilità interno, che va reso più flessibile per consentire l’utilizzo dei fondi disponibili nelle casse comunali per investimenti. Solo così potremo farcela».

Arnaldo Redaelli, presidente di Confartigianato Edilizia