L’industria edile continua a perdere imprese e occupati e le previsioni per i prossimi due anni restano pessimistiche, evidenziando un elevato rischio a una ulteriore accelerazione delle attuali criticità. È quanto emerge dal “Rapporto congiunturale dell’industria delle costruzioni in Emilia-Romagna” appena presentato dall’Ance regionale nella sede di Unioncamere a Bologna. Una crisi che coinvolge tutti i settori; solo il comparto della riqualificazione mostra una tenuta dei livelli produttivi.
«Il persistere di questa situazione comporta la progressiva destrutturazione di un comparto fondamentale per l’economia regionale con un ulteriore peggioramento della già difficile situazione occupazionale. In assenza di incisive misure strutturali il settore rischia di non riuscire più a risollevarsi. Il rinnovo degli incentivi fiscali, seppur importante, non può da solo determinare un’inversione di tendenza del ciclo recessivo. È essenziale un cambiamento radicale nella gestione delle risorse pubbliche».
Gabriele Buia, presidente dell’Ance Emilia Romagna
Le proposte di Ance in tal senso sono: ridare liquidità al settore saldando tutti i debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese; promuovere un accordo con gli istituti di credito per ridare ossigeno a questo settore; approvare entro luglio il progetto di legge sulla semplificazione edilizia; rivedere la legge quadro urbanistica; riavviare la revisione della normativa antisismica; aggiornare il quadro normativo regionale sulla disciplina della programmazione energetica territoriale e sui requisiti minimi di rendimento energetico degli edifici; puntare su politiche strategiche per la città e definire strumenti operativi per la riqualificazione urbana; investire sulla messa in sicurezza del territorio; sostenere i programmi di housing sociale.