Costruzioni. Il motore della nuova fase è la manutenzione dell’esistente che vale l’82%

Sulla base di fattori economici, politici, finanziari, nazionali e internazionali, incertezza e complessità rimangono una costante, ma i dati che vengono dal settore delle costruzioni descrivono l’inizio della ripresa, con valori contenuti, ma più alti di quelli dell’economia. Questo emerge dal XXIV Rapporto Congiunturale Previsionale del Cresme, realizzato con il patrocinio di Saie e con il contributo di Integra, Sistemi Urbani, Cnce e Formedil.

Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme (foto Cresme)
Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme (foto Cresme)

Entrando nel vivo della presentazione del Rapporto 2016 Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme, ha delineato lo stato di salute del settore delle costruzioni sottolineando che il tasso di crescita degli investimenti nel 2016 è del 2,2%, mentre nel 2017 sarà del 2,6%. «Il mercato è trainato nel 2016 dagli investimenti in manutenzione straordinaria e riqualificazione del patrimonio energetico, dalle opere pubbliche e dall’edilizia non residenziale di nuova costruzione. Il motore principale della nuova fase ciclica – ha spiegato Bellicini – è l’attività di manutenzione straordinaria e ordinaria del patrimonio esistente che per l’Italia vale l’82%».

Molto positivi sono anche i dati nei primi 9 mesi del 2016, che descrivono le compravendite immobiliari, il credito alle famiglie, la vendita di finiture e impianti, la vendita di macchine movimento terra. Non ci sono invece segnali positivi dalla nuova produzione residenziale che continua a frenare: nel 2016 gli investimenti in nuove costruzioni residenziali in Italia sono di poco superiori all’8% del valore della produzione dell’intero mercato delle costruzioni.

L’ipotesi interpretativa che il Cresme sostiene nel rapporto presentato a Bologna, anticipando l’avvio della 52a edizione di SAIE (19-22 ottobre 2016), è che sia finita la fase recessiva nel 2015 e che si sia avviato un ciclo nuovo. «Si può parlare di primo ciclo dell’ambiente costruito – ha dichiarato Bellicini – sottolineando quindi l’importanza della riqualificazione del patrimonio esistente, ormai pari al 73% del valore della produzione del settore nel 2016, attraverso l’integrazione tra costruzioni, impianti e servizi».

Presentazione del XXIV Rapporto Congiunturale Previsionale del Cresme (foto Cresme)
Presentazione del XXIV Rapporto Congiunturale Previsionale del Cresme (foto Cresme)

Il valore della produzione del mercato delle costruzioni nel 2016 è stato di 166,2 miliardi di euro (contro i 165,5 miliardi di euro del 2015) ma si consideri che il valore degli investimenti in fonti energetiche rinnovabili è stato stimato pari a 1,6 miliardi di euro, considerando che nel 2010 superava i 32 miliardi.

Tra i dati critici anche quello della mancata crescita dell’occupazione nel settore delle costruzioni. Ma «un insieme di nuove norme e direttive – si legge nel rapporto Cresme – ha puntato negli ultimi anni a riconfigurare il settore verso nuovi modelli operativi». Il motore principale dell’innovazione resta quella tecnologica, l’evolversi di modelli organizzativi e la crescita di produttività. Non solo, il mercato delle costruzioni e quello delle infrastrutture hanno via via integrato quello degli impianti, allagandosi al mondo dei servizi. Ne consegue che il partenariato pubblico e privato, il facility management, l’energy technology e la gestione sono temi centrali per ripensare come innovare il mercato, sposando innovazione tecnologica e digitalizzazione.