Intervista a Mario Verduci

Piccolo è ancora bello?

Il mercato dei materiali per l’edilizia privilegia le aziende della distribuzione caratterizzate da una dimensione tale da garantire alla clientela strumenti e servizi sempre più articolati e specifici: con quali prospettive?

L’imprenditoria nazionale è sempre stata caratterizzata da un denso tessuto di aziende di dimensione medio-piccola e anche piccolissima. Le trasformazioni del mercato, alle quali stiamo assistendo negli ultimi tempi, pongono a queste realtà una serie di problemi, innanzitutto di tipo finanziario ma relativi anche alla dimensione fisica dei punti vendita, alla necessità di proporre al pubblico spazi espositivi, alla capacità di essere presenti nel mondo dell’e-commerce eccetera.

La ridotta capitalizzazione delle Pmi è probabilmente il nodo principale da sciogliere, in quanto le condizioni e le regole del mercato impongono oggi una solidità finanziaria adeguata sia alla remunerazione dei fattori della produzione, sia alla valorizzazione delle risorse umane da impiegare.

La strada dell’aggregazione è stata la direttrice privilegiata lungo la quale muoversi per conseguire l’obiettivo, e rimane senz’altro un orientamento interessante per numerose realtà. Parallelamente bisogna comunque rilevare l’affermazione di alcune aziende che hanno scelto la strada delle acquisizioni e delle fusioni, ovvero della crescita e dell’integrazione delle risorse, delle funzioni e delle competenze.

Queste realtà emergenti presentano caratteristiche proprie e significative differenze rispetto al panorama del resto della distribuzione contemporanea ad esempio:

– strategie e decisioni operative sono definite secondo criteri manageriali, anche nei confronti dei fornitori;

– l’orizzonte territoriale è più esteso e può comprendere altre nazioni;

– la struttura commerciale e tecnica propone servizi molto differenziati, alcuni dei quali ad altissimo valore aggiunto.

Una nuova massa critica 

In generale, la tendenza sopra descritta risponde alla necessità di compiere un significativo salto di livello all’impresa originaria, che si traduce normalmente in un incremento del numero dei punti vendita per espandere l’attività commerciale al di fuori dell’ambito territoriale dell’impresa della distribuzione tradizionale.

Lo sviluppo orizzontale è la modalità tipica per portare le dimensioni aziendali a quella massa critica necessaria all’evoluzione dell’attività e dei servizi, ed è spesso risultato non solo del mero ricambio generazionale, ma anche e soprattutto di una nuova visione aziendale supportata da adeguate capacità imprenditoriale.

Un’altra strada consiste nello sviluppo verticale, ovvero nella trasformazione di un gruppo in una vera e propria società consortile o in un’azienda unica. La centralizzazione e la razionalizzazione di alcune funzioni libera normalmente delle risorse utili ai fini dell’espansione territoriale ma, almeno inizialmente, possono implicare il riassetto della tipologia dell’offerta, con la perdita di alcuni dei tratti distintivi delle singole aziende originarie.

In entrambi i casi, specie se la crescita aziendale risulta ordinata e coerente con gli obiettivi, queste operazioni di incremento della dimensione facilitano la ricerca delle necessarie risorse finanziarie che, in ogni caso, devono essere ottenute a fronte di condizioni favorevoli: la scelta del momento migliore è perciò determinante.

Concludendo, saper guardare al futuro con fiducia è un fattore di fondamentale importanza per qualsiasi iniziativa imprenditoriale. L’azione dell’impresa deve essere perciò non solo coerente con gli obiettivi, ma anche e soprattutto efficace rispetto alle condizioni al contorno.