Milan Ingegneria, Fabio Fumagalli, Labics, Consilium e Croma. Il nuovo piano arena del Colosseo

Leggero, flessibile, reversibile e proteggerà gli spazi ipogei. Una soluzione di grande semplicità formale che riassume una profonda conoscenza del monumento, delle esigenze relative alla sua conservazione e anche la volontà di offrire al visitatore un’esperienza spaziale più ampia e completa.

Render(Courtesy Milan Ingegneria, Fabio Fumagalli, Labics)

È il progetto vincitore del concorso per il Nuovo piano arena del Colosseo, concorso promosso dal Ministero della Cultura del Governo Italiano e dal Parco Archeologico del Colosseo.

Render (Courtesy Milan Ingegneria, Fabio Fumagalli, Labics)

Il gruppo di progettazione che integra le competenze di Milan Ingegneria, Fabio Fumagalli, Labics, Consilium, Croma ha infatti elaborato una soluzione che renderà il nuovo piano arena fruibile per l’intera superficie, apribile in diverse configurazioni, gestibile da remoto e monitorato congiuntamente ai dati ambientali al fine di ottimizzare i cicli di apertura e chiusura in funzione della corretta conservazione delle strutture ipogee.

Render (Courtesy Milan Ingegneria, Fabio Fumagalli, Labics)

Il progetto

I principi alla base del progetto sono la tutela e la conservazione delle strutture archeologiche preesistenti, perseguiti sia nella sostanza che nella forma e realizzati mediante l’integrazione organica con il monumento. Per permettere tale integrazione è stata data una risposta a tutti i vincoli in essere: quelli archeologici, strutturali, architettonici, idraulici, di conservazione e gestionali.

Fruibile, apribile e gestibile da remoto

Il nuovo piano sarà fruibile per l’intera superficie, apribile in diverse configurazioni, gestibili da remoto e monitorate congiuntamente ai dati ambientali al fine di ottimizzare i cicli di apertura e chiusura in funzione della corretta conservazione delle strutture ipogee. Sarà impostato alla stessa quota Flavia del preesistente piano ligneo permettendo la corretta relazione in tutti i punti di contatto tra l’esistente e il nuovo: lungo il perimetro, con gli accessi dal “corridoio di servizio”, dalla Porta Triumphalis e dalla Porta Libitinaria.

Pianta e sezione (Courtesy Milan Ingegneria, Fabio Fumagalli, Labics)

Il nuovo piano sarà realizzato con materiali estremamente leggeri e performanti consentendo l’appoggio delle nuove strutture, isolate per la componente dinamica, sulle murature degli ipogei ottimizzando la distribuzione del carico sino a riportarlo sulle fondazioni originarie e al fine di escludere qualsiasi impedimento alla completa lettura delle strutture archeologiche. Tali materiali consentono inoltre l’utilizzo di una sezione strutturale particolarmente sottile permettendo l’assoluta assenza di interazione tra le nuove strutture e le emergenze archeologiche. Il sistema di appoggio alle murature sarà realizzato mediante la posa in opera di diversi strati che renderanno le murature ipogee isolate dal punto di vista chimico-fisico e inerti alle sollecitazioni orizzontali del sisma e alle forze dinamiche indotte dal camminamento dei visitatori sul piano dell’arena.

La sezione portante, integrata, multifunzionale e altamente tecnologica, avrà funzioni strutturali e impiantistiche.

Sarà realizzata in acciaio inox e conserverà al proprio interno la predisposizione per l’installazione di dissuasori posti a protezione delle superfici apribili, l’illuminazione degli ambienti ipogei, l’impianto di abbattimento dei biodeteriogeni e l’impianto di raccolta e recupero delle acque meteoriche per l’alimentazione dei bagni pubblici (il Colosseo pre-pandemia accoglie più di 20.000 persone al giorno).

Il piano completamente chiuso quindi, non solo proteggerà le strutture archeologiche sottostanti dagli agenti atmosferici ma contribuirà alla riduzione del carico idrico di tutti gli ambienti ipogei.

Il piano di calpestio sarà realizzato con lamine, ruotabili e traslabili: pannelli leggeri e resistenti in materiale composito composto da fibra di carbonio e “termanto”.

Tutte le strutture saranno rivestite con legno di Accoya, un procedimento di modificazione del profilo ligneo che permette di utilizzare essenze provenienti da normali colture incrementando la sostenibilità dell’intervento mediante l’assenza di essenze pregiate. Tale procedimento, ottenuto con acetilazione, porta alla creazione di un materiale caratterizzato dalle elevate prestazioni e da una manutenzione pressoché nulla, resistente ad ogni aggressione batterica, xilofaga e al deterioramento derivante dagli agenti ambientali.

Le sezioni integrate, complanari all’estradosso del nuovo piano dell’arena, riproporranno in maniera idealizzata le strutture archeologiche sottostanti suggerendo, anche nella configurazione del piano completamente chiuso, la continuità di lettura tra le strutture ipogee e la cavea del Colosseo.

Meccanismo di apertura (Courtesy Milan Ingegneria, Fabio Fumagalli, Labics)

Nelle diverse configurazioni, realizzate mediante l’apertura e la movimentazione delle lame, il nuovo piano svelerà gradualmente le strutture ipogee ai visitatori illustrandone l’articolazione e il ritmo e “favorendone la percezione dell’articolata natura funzionale degli ipogei e la interattività con ciò che avveniva al di sopra”.

Tali movimentazioni potranno essere realizzate senza interrompere la fruizione della visita e senza che alcuna parte delle strutture archeologiche, se non quella sommitale moderna delle creste, venga nascosta alla vista. L’attivazione dei meccanismi durante la visita negli ipogei produrrà nuove ed emozionanti visuali amplificando l’impatto dell’ingresso della luce naturale e della maestosità del Colosseo.

Le superfici apribili potranno essere gestite separatamente in modo da calibrare perfettamente, assieme agli aspetti conservativi, anche la fruibilità delle aree e l’esperienza di visita.

Tutte le strutture saranno completamente smontabili per eventuali manutenzioni ed isolate rispetto alle strutture preesistenti assicurando così la completa reversibilità ed il perfetto ripristino delle condizioni preesistenti.

La movimentazione sarà automatizzata, flessibile secondo diverse configurazioni, controllata da remoto e attivabile più volte al giorno.

Intelligenza artificiale per la gestione del microclima

Il regime microclimatico sarà controllato mediante il continuo monitoraggio delle caratteristiche termiche ed igrometriche degli ambienti ipogei per creare le condizioni più favorevoli per la conservazione dei beni.

Qualsiasi eventuale alterazione del microclima sarà gestita mediante un sistema di alert attivati dal monitoraggio che consentirà di verificare, e nel caso modificare per il ripristino delle condizioni ottimali, i parametri incidenti: quantità di superficie aperta e/o chiusa, durata delle diverse configurazioni (aperta, chiusa, intermedie), insolazione diretta, velocità dell’aria, tasso di umidità.

Ove necessario, si potrà garantire il ricambio completo dell’intero volume d’aria posto al disotto del nuovo piano in soli 30 minuti mediante l’attivazione di unità di ventilazione meccanica controllata distribuiti lungo il perimetro degli ipogei permettendo così la regolazione di fattori quali temperatura e umidità. Il sistema di ventilazione sarà installato in corrispondenza di 24 delle 32 nicchie perimetrali disposte simmetricamente lungo la direttrice est-ovest. Tutti gli impianti saranno posizionati mediante strutture di sostegno semplicemente appoggiate, senza realizzare vincoli alle murature archeologiche e quindi in maniera completamente reversibile.

I ventilatori saranno equipaggiati con motori elettronici EC a variazione continua del numero di giri in modo da poter essere tarati singolarmente controllando la velocità in ambiente; il controllo della velocità attraverso il sistema di monitoraggio assicurerà la completa assenza di effetti dannosi prodotti dalla vorticosità dell’aria alle superfici archeologiche, assicurerà inoltre l’ottimizzazione dei consumi elettrici anche mediante la disattivazione in automatico dei singoli ventilatori posti in corrispondenza delle parti di copertura temporaneamente scoperte o con lamelle in posizione verticale (aperte).

Il progetto prevede infatti l’utilizzo di un’intelligenza artificiale per la gestione del sistema di monitoraggio che consentirà l’acquisizione dei dati relativi al regime microclimatico, all’illuminazione delle superfici, al carico idrico del canale ipogeo e al comportamento strutturale degli elementi. Oltre alle funzioni di acquisizione storica dei parametri microclimatici, il sistema avrà anche la funzione di interagire in modo attivo sul sistema di ventilazione controllata, e quindi indirettamente sui parametri di temperatura e umidità, e sul sistema di movimentazione della copertura. Sarà infatti in grado di acquisire la configurazione del piano arena e rapportare i dati ambientali con l’orario, la durata, la quantità e la tipologia di superficie aperta correlandoli al sistema di gestione dei ventilatori.

Il nuovo piano dell’arena permetterà dunque di incrementare la conservazione e la tutela delle strutture archeologiche presenti negli ipogei consentendo al contempo di ricostituire l’immagine originaria del monumento e della complessa macchina scenica degli ipogei, oltre che permettere la rifunzionalizzazione compatibile con il profondo valore archeologico, architettonico e sociale del Colosseo.

Il team di progetto del Nuovo piano arena del Colosseo

— Milan Ingegneria

Responsabile di progetto – progettazione strutture e sicurezza

Milan Ingegneria è una società di ingegneria in grado di affrontare le attività di progetto con metodo multidisciplinare, sviluppando analisi di fattibilità, ideazione e assistenza alla progettazione e all’appalto, valutazione economica, controllo della realizzazione. L’abbinamento di tecniche costruttive innovative con l’uso di materiali appropriati e metodologie di analisi raffinate, permettono di garantire sicurezza, funzionalità, economia realizzativa e di gestione. In Milan Ingegneria sono presenti tutte le esperienze e le conoscenze acquisite in oltre trent’anni di attività nell’ambito della progettazione e della realizzazione di opere civili, commerciali, industriali e infrastrutturali, sia pubbliche che private, in particolare a supporto degli architetti e delle imprese. La Società si avvale di un gruppo di specialisti con solida esperienza e professionalità in molteplici campi e discipline: progettazione strutturale, energetica, ambientale, infrastrutturale, geotecnica. È garantito un efficace approccio tecnico-scientifico, controllo della qualità e puntuale monitoraggio di tempi e costi.

— Architetto Fabio Fumagalli 

Responsabile Integrazione prestazioni specialistiche – progettazione architettonica

Laureato con lode in architettura, Fabio Fumagalli ha conseguito un Dottorato di Ricerca sul tema della conservazione strutturale delle murature storiche. Ha sviluppato i temi dei dissesti sulle strutture in muratura e della vulnerabilità sismica, sia sul singolo organismo che a scala urbana, con collaborazioni, contratti e assegni di ricerca con La Sapienza, CNR, Regione Abruzzo e il Dipartimento Rischio Sismico della Protezione Civile Nazionale. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni con particolare riferimento agli interventi di recupero sulle murature storiche e allo studio del comportamento strutturale mediante sistemi di monitoraggio statico, dinamico e ambientale. Ha lavorato in Cambogia con l’Unesco nell’area archeologica di Angkor Wat, in Turchia con l’Università di Viterbo per il sacrario bizantino di Küçük Tavsan Adasi e con l’associazione Palatina-Istanbul per il Parco Storico Urbano di Sultanahmet a Istanbul. Dal 2000 collabora con il Ministero della Cultura per interventi sul costruito storico monumentale.

— Labics

Progettazione architettonica

Labics è uno studio di architettura e pianificazione urbana con sede a Roma, fondato nel 2002 da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori. Il nome Labics esprime l’idea di un laboratorio, un terreno fertile in cui circolano le idee. Coniugando ricerca teorica e sperimentazione applicata il campo di interesse dello studio si estende dagli interventi di piccola dimensioni al disegno di masterplan urbani, attraversando così le differenti scale e complessità del progetto. Sin dalla sua fondazione Labics ha catturato l’attenzione della critica e delle riviste internazionali: nel numero di dicembre del 2003 di Architectural Record dedicato al Design Vanguard, Labics viene selezionato tra gli studi più interessanti a livello internazionale. Lo studio è ormai riconosciuto tra le eccellenze dell’architettura italiana. Labics ha vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali tra cui i concorsi per il MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) a Bologna (2006-2013) e per il complesso polifunzionale di Città del Sole a Roma (2007-2016). Nel 2017 Labics ha vinto il concorso ad inviti per la progettazione di un isolato urbano all’interno del masterplan di Cascina Merlata a Milano e il concorso per l’ampliamento e la ristrutturazione delle aree espositive del Palazzo dei Diamanti a Ferrara. Numerosi progetti di Labics hanno ricevuto premi e riconoscimenti internazionali, tra cui MAST e Città del Sole entrambi candidati al Mies van der Rohe Award. Il lavoro di Labics è ampiamente pubblicato sulle più importanti riviste internazionali. Structures è la sua prima monografia (Park Books, 2018).

Consilium Servizi di Ingegneria

Progettazione impianti

— Croma

Restauro