Mapei. La tecnologia green che allunga la vita delle strade del futuro

Una tecnologia all'avanguardia che permette ai veicoli elettrici di ricaricarsi viaggiando. Non è un capitolo di qualche libro di fantascienza ma la realtà di un progetto pilota italiano coordinato da A35 Brebemi e Aleatica che vede la collaborazione, tra gli altri, anche di Mapei Group
I lavori di copertura del meccanismo di ricarica sotto il manto stradale (foto Mapei)

La tecnologia di ricarica a induzione per auto elettriche è possibile grazie a un particolare sistema di spire posizionate sotto l’asfalto che hanno la capacità di trasferire l’energia direttamente ai veicoli che ne hanno bisogno, siano questi auto, camion o bus. Una tecnologia a zero emissioni che vede un coinvolgimento in piena sinergia tra partner industriali d’eccellenza per far interagire asfalto, centraline, cavi, veicoli elettrici e connettività 5G. In questa direzione il sistema di pavimentazione sviluppato da Mapei per l’Arena del Futuro è costituito da diversi elementi. Il primo è un betoncino per emettitori ad induzione che permette di proteggere le spire.

Le macchine impegnate nei lavori di finitura (foto Mapei)

Creato con materiali a bassa interferenza con i campi magnetici, consente un’adesione perfetta con la membrana bituminosa di collegamento. Il secondo è invece un betoncino da trincea, con polimeri per allettare i cablaggi e le centraline che collegano le managment units alle spire. Mapei ha anche pensato a una membrana bituminosa modificata sul betoncino indurito per avere così un buon collegamento con gli strati di asfalto posizionati sopra le spire.

Marco Squinzi (foto Mapei)

«Mapei ha aderito subito con entusiasmo al progetto dell’Arena del Futuro perché abbiamo riconosciuto in esso due valori fondamentali che fanno parte nel Dna della nostra azienda: sostenibilità e innovazione. In particolare, il nostro ruolo è stato quello di sviluppare, nei nostri laboratori di ricerca, una tecnologia innovativa per rendere gli strati della pavimentazione stradale che ospitano le spire ad induzione magnetica, più durevoli e compatibili alla presenza di campi magnetici localizzati» MARCO SQUINZI Amministratore delegato Mapei

Questo particolare elemento consente di prevenire ad esempio la propagazione di fessurazioni e garantisce allo stesso tempo l’impermeabilità. Infine, nel bitume utilizzato in tutti gli strati sopra le spire, sono stati utilizzati additivi chimici Mapei per facilitare la posa del conglomerato bituminoso e prolungarne la vita quando sottoposto ad intensi campi magnetici. La volontà di rendere il tutto il più longevo possibile è anche sviluppato in un’ottica di sostenibilità della pavimentazione, evitando così l’utilizzo di ulteriori materiali successivamente. «Mapei ha aderito subito con entusiasmo a questo progetto perché abbiamo riconosciuto in esso due valori fondamentali che fanno parte nel DNA della nostra azienda: sostenibilità e innovazione. – ha spiegato Marco Squinzi, amministratore delegato Mapei – In particolare, il nostro ruolo è stato quello di sviluppare, nei nostri laboratori di ricerca, una tecnologia innovativa per rendere gli strati della pavimentazione stradale che ospitano le spire ad induzione magnetica, più durevoli e compatibili alla presenza di campi magnetici localizzati».

I macchinari al lavoro durante i lavori all’Arena del Futuro sulla Brebemi (foto Mapei)

Il contributo di Mapei ha permesso di allungare la vita a tutto il progetto: «Grazie ai nostri additivi e prodotti abbiamo reso anche più rapida la manutenzione, rispetto alle normali pavimentazioni, in modo da facilitare eventuali interventi – ha aggiunto Squinzi – Per la realizzazione dell’Arena del Futuro, il Gruppo ha messo in campo ben tre delle sue aziende: Mapei e Vaga, per le soluzioni avanzate nel campo di malte e additivi per conglomerati bituminosi e premiscelati e Polyglass per le membrane bituminose. Ha messo a disposizione anche tutta l’esperienza dei propri esperti e dell’Assistenza Tecnica per la realizzazione delle diverse fasi del progetto».

Non solo strade ma anche impegno nell’economia circolare

Quello applicato alla realizzazione dell’Arena del Futuro è solo l’inizio di un impegno che il gruppo Mapei intende portare avanti nella Ricerca e Sviluppo dell’azienda: «L’obiettivo – ha proseguito l’ad Squinzi – è trovare nuove soluzioni che rendano sempre più facile l’installazione e permettano a questo sistema di diventare accessibile e diffuso, in modo da contribuire al raggiungimento degli obiettivi del pacchetto Fit for 55, presentato dalla Commissione Europea in attuazione del Green Deal». La dimostrazione è nei fatti. Mapei ha siglato, ad esempio, un accordo con Iren che prevede l’utilizzo di polimeri termoplastici, provenienti da processi innovativi di riciclo per la realizzazione di pavimentazioni stradali più durature e sostenibili. Qui entra in gioco il concetto di economia circolare unito alle nuove tecnologie.

L’innovazione che l’azienda si impegna a creare consiste nella produzione di conglomerati bituminosi destinati alla realizzazione delle pavimentazioni stradali, utilizzando tecnopolimeri sviluppati da Mapei insieme a Iren, tramite la controllata I.Blu. In aiuto anche le conoscenze di uno degli atenei più all’avanguardia in Italia. I Test congiunti sono realizzati infatti anche con il supporto del Laboratorio Stradale del Politecnico di Milano, e hanno permesso di scoprire formulazioni per asfalti più sostenibili e duraturi particolarmente adatti a strade, autostrade, aree industriali, aeroporti, centri logistici e commerciali. Una pavimentazione più resistente e duratura abbatte il consumo di nuove risorse per la sua manutenzione. Grazie alla collaborazione di diversi comparti industriali si può quindi fare un passo in più verso un futuro più sostenibile. In Italia, infatti, di tutto quello che viene raccolto tramite la differenziata si stima che sia poi il 50% ad arrivare effettivamente al riciclo. Aumentare questa percentuale è la sfida delle aziende impegnate in questo settore, per dare nuova vita a tutti quegli imballaggi che altrimenti non sarebbero valorizzati invece di essere trasformati da rifiuto a risorsa.

La sfida per il futuro: prodotti sempre più ottimizzati ed efficienti in ottica green

In Mapei il 70% delle attività di ricerca e sviluppo viene dedicato all’ottimizzazione dei prodotti: «I 32 laboratori del Gruppo lavorano per permettere il recupero e il riutilizzo dei materiali, per contenere il consumo di materie prime vergini in ingresso e per la parziale sostituzione delle materie prime ad alti impatti ambientali, sia a livello di formulazioni che di packaging, in un’ottica di economia circolare» ha precisato Squinzi. Tra gli ambiti di ricerca più interessanti e all’insegna della sostenibilità c’è infatti la possibilità, con queste soluzioni innovative, di far fronte alla carenza di materie prime naturali. Parte dell’offerta del gruppo Mapei è infatti volta all’incremento dell’utilizzo di materiali di riciclo e recupero, oltre al riutilizzo del calcestruzzo reso, cioè quello escluso dalle operazioni di costruzione. Grazie alla valorizzazione e alla rigenerazione, alcune soluzioni, ad esempio quelle della linea ReCon, limitano la produzione di rifiuti e il consumo di risorse naturali.

Il manto stradale speciale dell’Arena del Futuro (foto Mapei)

Tra queste l’acqua rientra tra le più preziose. In questo senso, il Re-Con Dry washing messo a punto dall’azienda permette il lavaggio a secco delle betoniere. Infine, la tecnologia Re-Con Zero può trasformare il calcestruzzo reso in un nuovo aggregato riutilizzabile, senza creare alcun rifiuto. Quest’ultimo processo ha vinto il primo Premio Economia Circolare 2019. Tra le sfide futuro per il Gruppo ha un posto di rilievo anche l’uso della tecnologia al servizio della sostenibilità. Oggi è infatti disponibile Mapei CIS (Concrete Industry Solutions), che propone un approccio integrato costituito da additivi e tecnologie di monitoraggio e controllo. Tra i vantaggi della digitalizzazione rientra l’integrazione dei processi. Nell’industria del calcestruzzo permette un monitoraggio dell’intero processo di produzione, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale, senza rinunciare alla qualità.

di Simona Buscaglia