Un progetto che nasce dal desiderio di riflettere, tra le pareti di un ristorante, un rinnovato stile culinario: il locale dello chef Maurizio De Riggi aveva bisogno di uno spazio più intimo che meglio rappresentasse la sua idea di cucina, fatta di contrasti e assonanze tra tradizioni partenopee e ispirazioni inedite. Il nuovo ristorante “Markus Food Experience” è un progetto dell’architetto Leonardo Caliandro e trova la sua sede ideale a San Paolo Bel Sito, un piccolo paese in provincia di Napoli.
Pochi sono gli interventi strutturali apportati allo spazio esistente: dal punto di vista distributivo, infatti, l’intenzione dell’architetto era lasciare intatta l’atmosfera del vecchio palazzo storico e concentrarsi invece sui rivestimenti. È stata realizzata una controsoffittatura rivestita da doghe di legno che nasconde gli impianti di illuminazione e di condizionamento, mentre le pareti sono state trattate con intonaco ad effetto tessuto, carta da parati e piastrelle. Completamente rivisti gli impianti idraulici così come la pavimentazione, studiata apposta per uniformare le sale diverse, scegliendo piastrelle in gres porcellanato in un saturo tono grigio.
Lo spazio, all’interno di un palazzo storico, rispecchia l’equilibrio di contrasti tra antico e moderno della cucina proposta dallo chef e si distribuisce in una serie di ambienti comunicanti, due sale dalle diverse metrature, una piccola cucina a vista e una cucina-laboratorio più attrezzata. «Le altezze importanti di questi ambienti di più di 4,5 metri – spiega il progettista – hanno permesso di raccontare lo spazio attraverso diverse scenografie, così che ogni parete diventi una storia che dialoga in continuità con le altre».
La sala più grande, quella a cui si accede direttamente all’ingresso, ha tre grandi portefinestre sormontate da una serie di oblò da cui calano, teatrali e importanti, lunghe tende di velluto bordeaux.
Completamente diversa è la parete di controcampo, con un rivestimento a doghe di legno che si innalza fino a trasformarsi in una controsoffittatura, ispirandosi così alle vecchie locande tipiche di questa zona.
Di dimensioni più piccole è invece la seconda sala, raccolta ma di grande impatto: ha un’intera parete rivestita da carta da parati verde brillante, dove spicca un’intricata giungla di foglie. «Le atmosfere intime degli spazi – continua l’architetto Caliandro – sono determinate dai diversi sistemi di illuminazione». Nella prima sala sono stati nascosti nella constroffittatura piccoli faretti neri a binario puntati direttamente sui tavoli così da avere una luce puntuale, mentre una luminosità più diffusa è garantita dalle sei lampade a sospensione che pendono dal centro del soffitto. Nell’altra sala, invece, l’illuminazione è data da una lunga trave sospesa in ferro in cui sono arrotolati come grovigli cavi elettrici e piccoli bulbi. Le pareti del resto del ristorante sono intonacate di grigio, con una resa estetica dalla texture vellutata, mentre a pavimento sono state scelte piastrelle in gres porcellanato sempre grigio che si ripetono in tutto il locale, con l’effetto finale di uniformare tutti gli ambienti.
Una terza sala è in realtà una piccola cucina, dove l’architetto ha progettato una struttura in ferro con un bancone dove, seduti sui due soli posti a sedere, i clienti possono degustare i piatti dello chef conversando direttamente con lui.
Qui il rivestimento delle pareti cambia radicalmente grazie a piastrelle lucide bordeaux che riprendono, nei colori, i toni teatrali della prima sala. Infine i servizi igienici sono stati conservati nella loro identica posizione originaria ma è stata realizzata una passerella per i disabili così da renderli accessibili a tutti, secondo la norma di legge.
Il racconto di un sogno
«Questo progetto oggi rappresenta il racconto di un sogno: la casa perfetta per un tipo di cucina creativa e inaspettata in un gioco di forme e contrasti, luci e ombre, una sorta di danza leggera tra elementi diversi in un equilibrio riuscito tra arte, installazione, cucina e design». Leonardo Caliandro, progettista
Il produttore
Studio estetico e tendenze stilistiche
Come pavimentazione sono state posate le piastrelle Portland 2.0 dell’azienda Fondovalle, una delle collezioni di punta. Per l’azienda, che vanta oltre 50 anni di esperienza nella produzione e commercializzazione di rivestimenti in gres porcellanato, la progettazione tecnica, lo studio estetico e la ricerca delle tendenze stilistiche sono da sempre centrali, sostenuti da continui investimenti strategici e da una costante innovazione tecnologica. Come spiega Elisa Seidenari del dipartimento Communication & Marketing «Uno sguardo sempre attento al presente e al futuro, estetica basata sullo studio delle tendenze stilistiche, continui rimandi al mondo dell’arte e della cultura; il voler precorrere i tempi superando le mode, proporre soluzioni esclusive, tecnicamente funzionali, che guardano oltre: questa è Fondovalle». Elisa Seidenari Communication & Marketing Dept Fondovalle
Il distributore
Unire idee, prodotti e consulenza
Per la scelta del rivestimento della pavimentazione l’architetto si è rivolto all’azienda Arvonio. Spiega così la collaborazione il titolare «la cosa fondamentale, per il raggiungimento dell’obiettivo finale del progetto, è quella di unire idee, prodotti e consulenza personalizzata con l’ausilio di un architetto che abbia una visione d’insieme del progetto. Per questo motivo ho affiancato l’architetto Caliandro nella scelta dei prodotti all’interno del nostro showroom nel cuore di Nola, cercando di consigliare il meglio in termini di estetica e funzionalità». L’azienda punta su un connubio di operatività: «da una parte ci affidiamo a tecnici esperti nel settore che sanno consigliarci ed indirizzarci i prodotti maggiormente innovativi sul mercato, ma che al contempo offrano un ottimo rapporto qualità/prezzo. Dall’altra, investiamo molto nella pubblicità attraverso i canali social». Eduardo Nicola Arvonio Titolare Arvonio
L’imprenditore edile
Fantasia e nuove conoscenze
«Il ristorante Markus è uno dei miei progetti più ambiziosi e ha visto il nostro intervento a 360°: in questo locale il nostro intervento si è focalizzato su migliorie e progresso, con la possibilità di mettere in campo fantasia e nuove conoscenze, atte a conferire ai nostri lavori avanguardia e eccellenza». Francesco Nasti amministratore e titolare Id.El. impianti