L’edilizia del 2021 tra gap di genere e passaggi generazionali

Il trentottesimo meeting associativo Federcomated si è svolto lo scorso 26 novembre, inserendosi con calzante precisione il giorno seguente la giornata mondiale per l’abolizione della violenza sulle donne. L’analogia risiede nel tema portante della tavola rotonda dedicata alle quote rosa del comparto edile

L’evento “Visione: asset per il futuro” è stato un trionfo di energia positiva e di spunti interessanti e ha visto il susseguirsi di interventi pieni di passione e visione grazie a donne che lavorano ogni giorno con grinta e grande preparazione in un settore considerato tipicamente “maschile”.

La presentazione a corredo del titolo dato all’evento è già ben illuminante: “Le donne nel settore dell’edilizia: dentro al mercato con la capacità di guardarlo da fuori, di esplorare nuovi modelli, di analizzare in modo critico i processi, così da rispondere e anticipare i bisogni del mercato. Una visione fatta di business, ma anche di sinergie tra le persone, di cultura da diffondere, di responsabilità sociale”.

I lavori sono stati scanditi da tre fasi: gli interventi del mondo associativo, la presentazione della ricerca condotta dal Commercio Edile attraverso l’approfondimento “Capitane coraggiose. La vie en rose dell’edilizia” e una tavola rotonda tutta al femminile.

Aprire le porte all’innovazione e alla libertà

Carlo Sangalli

Il benvenuto nella casa milanese di Confcommercio è arrivato dal presidente Carlo Sangalli, che ha svelato una curiosità molto interessante sulla sede dell’evento, Palazzo Castiglioni: «È stato commissionato dai Castiglioni, non una famiglia nobile, ma di imprenditori edili. Si tratta quindi della casa simbolica dell’edilizia, il luogo ideale per ospitare un importante evento Federcomated».

Il numero uno di Confcommercio si è espresso anche sui temi dell’incontro: «Aprire la finestra sul passaggio generazionale e sulla diversità di genere significa aprire le porte all’innovazione e alla libertà. I tre asset portanti che vorrei comunicare sono “visione, missione e scopo”. La prima intesa come noi vediamo il mondo nel futuro, la missione è invece relativa al ruolo che si pensa di dover avere nel mondo che immaginiamo e, infine, lo scopo è la motivazione profonda che ci anima». In questa direzione, Sangalli ha espresso con grande determinazione il desiderio di costituire un gruppo giovani di Federcomated guidato da imprenditrici di valore, «un ottimo asset per la Federazione, per Confcommercio e per l’intera filiera dell’edilizia». E tutto questo in un’attualità piena di speranza poichè a fine anno la crescita del PIL dovrebbe arrivare al 6,2%.

La ricchezza femminile sostiene il settore dell’edilizia

Giuseppe Freri

L’Europa dell’edilizia traina il Pil e la locomotiva è l’Italia che presenta un dato pari al +15,1%. Grazie agli incentivi fiscali, rinnovati al 2024, il mercato della ristrutturazione tocca la cifra record di 75 miliardi, pari ad una crescita del 6,2% e le nuove costruzioni residenziali segnano il +7,3%. Questo è il quadro dipinto dal presidente di Federcomated Giuseppe Freri e che fa ben sorridere tutto il comparto. «Si tratta di una crescita oltre le previsioni: è quindi necessario aver chiaro come cogliere queste opportunità e adottare importanti processi di modernizzazione. Lo scorso anno ha messo a dura prova chi fa dell’imprenditoria la propria vita; abbiamo imparato quanto sia necessario allargare lo sguardo oltre il consueto e lavorare insieme per raggiungere obiettivi e sviluppare una cultura comune per essere responsabili verso sé stessi e gli altri. Ora è il momento di condividere idee di prospettiva».

Per quanto riguarda la figura delle donne nel settore dell’edilizia, Freri ha sottolineato che lo scorso 26 ottobre la parità salariale è diventata legge, un passo per rimuovere il divario di genere. «Dobbiamo poter pensare che dietro alle parole ingegnere, tecnico di cantiere, geometra, imprenditore, amministratore delegato ci siano donne. In generale, la ricchezza delle nostre aziende sarà data anche dal saper raccogliere punti di vista che sono tradizionalmente collegati a una visione femminile, ma che non possono essere ad esclusivo appannaggio delle donne».

In merito invece all’impegno dell’Associazione, Federcomated ha lavorato per la liquidità delle aziende, per la digitalizzazione e per snellire la burocrazia e semplificare i processi e le procedure. «Ora dobbiamo lavorare per concretizzare tutto in una base solida e per farlo occorre avere struttura e nuovi punti di vista. La sfida sarà quella di orientare questa trasformazione attraverso tre valori: sostenibilità, inclusione e accessibilità».

In questa direzione, Federcomated e Sercomated hanno creato il Consorzio Rec, una rete di piattaforme all’interno dei magazzini edili italiani che si occupano di gestire i rifiuti da costruzione e demolizione.

Mario Verduci

Durante il suo intervento, una frase di Mario Verduci, segretario generale di Federcomated, ci ha colpito in particolare.

«Per eliminare, o almeno ridurre, le discriminazioni di genere occorre una visione di futuro nella quale l’utilizzazione della creatività e della sensibilità femminile rappresenti un’ipoteca per lo sviluppo armonico della società».

 

La grinta delle presidentesse

Regina De Albertis

Al vertice di Assimpredil Ance c’è Regina De Albertis, che ha gettato luce sull’attualità di settore e sull’importanza della cooperazione su più fronti: «Bisogna integrare relazioni commerciali con obiettivi di carattere sociale ed ecologico, in cui la Green Compliance non è più un concetto astratto. Inteso come filiera, il settore edile non ha distinzione di genere e sta venendo a meno il tabù del cantiere come “lavoro da uomini”, soprattutto in virtù delle nuove tecnologie e della digitalizzazione, che ha tra le sue leve principali il ricambio generazionale. Un’altra riflessione: non c’è mai stata una crescita del PIL senza un aumento di investimenti nelle costruzioni. Dobbiamo imparare a muoverci nell’incertezza, utilizzando la flessibilità, un talento tipicamente femminile. Occorre, infine, un rebranding anche grazie ai valori che l’integrazione di genere può portare».

Paola Marone

Paola Marone è invece la presidentessa di Federcostruzioni e ha con entusiasmo sottolineato l’importanza di far parte in modo attivo del mondo associativo. «Il passaggio di competenze è fondamentale e in questo senso è importante la partecipazione associativa, proiettata a potenziare i temi dell’innovazione e della digitalizzazione. Dal 2008 al 2020 abbiamo perso 150 miliardi di valore della produzione e 750mila posti di lavoro, ma oggi il settore delle costruzioni è al centro di strategie importanti, bonus e PNRR in primis. Ci sono 57mila cantieri operativi in tutto iI territorio, pari a circa 9,7 miliardi di investimenti. Uno dei problemi più sentiti oggi è il rincaro dei prezzi dei materiali, unita alla scarsa reperibilità degli stessi. Monitorare questa dinamica è importante e Federcostruzioni ha un punto di osservazione privilegiato, con un gruppo di lavoro molto attivo. Inoltre, oggi più di ieri, il confronto tra generazioni è necessario e la presenza femminile è ancora troppo debole nel mondo dell’edilizia: le donne presenti nel comparto sono 103mila, poco più 1% di tutte le donne occupate, ma si tratta soprattutto di funzioni amministrative».

Capitane Coraggiose. L’edilizia è donna?

Francesca Malerba

Il direttore della rivista Il Commercio Edile, Francesca Malerba, ha spiegato la genesi dell’osservatorio, attivo ormai da alcuni anni.  «Abbiamo intervistato molte donne del settore nel corso degli anni, ma in occasione dei numeri di marzo, nel quale da 6 anni pubblichiamo lo speciale “Capitane coraggiose. La vie en rose dell’edilizia”, raccogliamo delle interviste mirate proprio per capire, attraverso le loro esperienze e le loro segnalazioni, come sta evolvendo il ruolo delle donne nella filiera dell’edilizia. Ci hanno raccontato esperienze, punti di forza e criticità, rappresentanti di diversi settori, enti ed associazioni, responsabili di dipartimenti del settore industriale, progettiste, referenti di associazioni, di società di formazione, di imprese edili e, naturalmente, di imprese di distribuzione di materiali, sistemi, finiture e attrezzature per l’edilizia, l’architettura e la casa».

Perfettamente in linea con il tema del meeting, è emerso che le imprese femminili giovanili, quelle cioè che hanno già effettuato il cambio generazionale, mostrano migliori performance sotto diversi punti di vista: innovano di più, sono più green-oriented e adottano pratiche di welfare aziendale più avanzate.

«Osservando la distribuzione del tasso di femminilizzazione, che corrisponde alla quota delle imprese femminili sul totale delle imprese di settore, si nota che il settore più rosa è quello dei servizi alla persona: si riscontra un bel 23,4% relativo al commercio e, seppure con ancora solo il 6,4 %, iniziano a fare numero le attività delle imprese femminili quello delle costruzioni; quindi quello della filiera dell’edilizia».

Ma cosa dicono le protagoniste della distribuzione? «Soprattutto le lavoratrici che vivono le realtà imprenditoriali in cui è già avvenuta la transizione generazionale, hanno individuato tra i punti di forza più significativi creatività, visione, attenzione al bello e al dettaglio, capacità organizzative, empatia, migliori capacità di interagire con il cliente rispetto ai colleghi uomini, ma anche lo skill di gestire il tempo e gli imprevisti. Caratteristiche importanti per i punti vendita che le donne della distribuzione hanno saputo mettere a frutto per far crescere le loro aziende».

La maggior parte delle professioniste con lavori di cantiere ha portato alla luce la medesima dinamica: all’inizio c’è pregiudizio verso le donne che svolgono ruoli tipicamente maschili, ma una volta messe alla prova e compresa la preparazione e competenza, c’è grande stima e rispetto. Un’altra costante è la maggior passione per il proprio lavoro, svolto per scelta e non per “convenzione”.

La tavola rotonda

Hanno portato il loro contributo esperienziale 7 donne protagoniste del ricambio generazionale, quel passaggio che favorisce l‘inserimento delle donne sia nell’esercizio della funzione imprenditoriale che nei ruoli manageriali.

Giulia Favero

Sono tutte unite nella consapevolezza che il cambiamento è opportuno e necessario e che l‘eliminazione delle discriminazioni di genere attrae nuovi investimenti, accresce il valore delle aziende e di tutto il comparto edile. A moderare la tavola rotonda con grande empatia e dolcezza è stata Giulia Favero, segretaria del Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio e del Gruppo Terziario Donna Milano. «Il cambio generazionale non deve essere gestito come un momento delicato della vita societaria, ma come un’occasione di rilancio».

Il trasferimento generazionale e la convivenza ai vertici con i proprio fratelli vede la chiave del successo nella pianificazione condivisa delle strategie, una gestione dell’azienda non accentrata, ma di confronto. È così che competenza, saggezza, esperienza e capacità di gestione stringono la mano a innovazione, nuova visione del mercato e dei processi. E l’equilibrio tra vecchie e nuove generazioni si ritrova anche nei collaboratori.

Veronica Squinzi

Lo sa bene Veronica Squinzi, amministratore delegato Gruppo Mapei: «Essere al timone dell’azienda è grande responsabilità che condivido con mio fratello.
È molto importante avere alle spalle una famiglia che supporta e due genitori che mi hanno insegnato ad amare il lavoro.
Siamo un’azienda meritocratica, un concetto per noi fondamentale: non importa se si è uomo o donna, ma se si ha competenza e capacità di essere complementari».

 

Viola Turini

Viola Turini è responsabile commerciale dell’azienda di famiglia Edilviola, dove ha portato una vision ecologica grazie alla sua sensibilità ambientale.
L’economia circolare e i rifiuti della filiera meritano tanta attenzione, forse la sensibilità maggiore in questo senso è femminile poiché nella donna c’è lo spirito della maternità proiettato a preservare un mondo migliore per i propri figli».

 

 

 

Daniela De Faveri

«Sono stata – ha raccontato Daniela De Faveri, amministratore delegato Eclisse – tra le prime dipendenti dell’azienda innovativa di famiglia, iniziando dalla fabbrica a 14 anni.
Negli ultimi 30 anni ho ricoperto diversi ruoli ed Eclisse è senza dubbio il mio mondo, una realtà dove non c’è mai stata differenza tra uomini e donne, dove non è mai stato percepito alcun gap di genere».

 

 

 

Daniela Selmi

Un grande passo nella gestione dell’azienda è stato fatto da Daniela Selmi, amministratore delegato Coem Fioranese, nata a Sassuolo, nel cuore del distretto ceramico. «Fin da quando ero bambina, mio padre mi portava con sé la domenica mattina a fare un giro nello stabilimento e da lì è nato il mio grande amore per la ceramica. Oggi, i processi sono totalmente diversi grazie all’automazione, ma non dobbiamo mai smettere di promuovere l’eccellenza del Made in Italy delle nostre aziende». Per quanto riguarda la vision di genere, «la leadership femminile è decisamente più pratica».

 

Selene Santacaterina

Dal 2019, Selene Santacaterina è HR Director Knauf Italia.
«Lo smart working ci ha coeso ancora di più e ha introdotto altri temi sul tavolo come la sicurezza, ma anche l’inclusione e la serenità psicologica.
Il reskilling è oggi un’arma vincente, così come l’internazionalizzazione, la digitalizzazione, il potenziamento della lingua inglese e altre human skill fondamentali».

 

 

 

Nunzia Quartarella

Nunzia Quartarella è socia e responsabile logistica BigMat Centro Edile Quartarella, azienda fondata nel 1949 dal nonno. «Noi siamo la terza generazione e abbiamo fatto tesoro del know-how aziendale che si basa sul benessere delle persone, prima di tutto. Personalmente mi sono prefissata l’obiettivo di investire diversi ruoli che potessero aiutarmi a crescere ed avere una visione globale. Devo ammettere che in passato ho riscontrato difficoltà per essermi interfacciata solo con interlocutori uomini. Tuttavia, la chiave di tutto è il valore del rapporto umano».

Chiara Freri

Chiara Freri è arrivata a ricoprire il ruolo di direttore marketing dell’azienda di famiglia, 4Bild, attraverso un percorso “strano”, passato per una Laurea in Lettere e Filosofia e dall’Accademia delle Belle Arti. «Ho portato molto valore in azienda grazie al mio percorso di studi. Poche aziende investivano in trade marketing, ma è stata fondamentale la capacità di creare sinergia tra le persone e collegare punti che sembravano distanti. Oggi, anche le aziende del nostro settore hanno capito il valore della comunicazione e la necessità di comprendere a fondo i trend del mercato. La crisi chiama il cambiamento e la strategia dell’omnicanalità è la direzione».

Lara Morandotti