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Le fonti di rumore negli ambienti confinati. Tecnologie e materiali per risolvere il problema

(foto Isolmant – Tecnasfalti)

“La frequenza delle perturbazioni che non alterino l’apprezzabilità dei suoni da parte dell’orecchio umano deve essere compresa fra 20 Hz a 20 kHz”. Un ambiente acustico sfavorevole, inoltre, “costituisce una condizione di rischio per la salute”, come ha sottolineato, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms): l’inquinamento acustico a lungo termine può essere causa di diverse patologie legate all’apparato cardiovascolare, ai disturbi del sonno, all’irritabilità.

Diverse possono essere le cause di un disturbo acustico percepito all’interno degli ambienti confinati; possono derivare dall’esterno ma anche dall’interno degli edifici. Dal traffico stradale o ferroviario, anche aereo o marittimo in alcuni casi, dalla vicinanza con attività produttive, ma anche dalla prossimità di attività sportive e ricreative, eventi e tutte le condizioni che comportino il vociare di più persone. Dall’interno possono arrivare rumori provenienti dai vicini, ma anche dagli impianti tecnici, come il riscaldamento o l’ascensore per esempio.

Come si diffonde il rumore nell’ambiente

Il rumore per diffondersi necessita della presenza di un mezzo elastico. In un edificio ciò accade principalmente in due modalità: attraverso la propagazione per via aerea, in assenza cioè di ostacoli che ne intralcino il percorso, o per via strutturale, generato da impatti meccanici su pareti e solai.

Il rumore aereo proveniente dall’esterno può essere generato dal traffico delle infrastrutture di trasporto (veicolare, ferroviario, aereo e marittimo), da sorgenti fisse (attività produttive, commerciali, artigianali, impianti tecnologici a servizio di edifici), da manifestazioni o spettacoli e dal rumore antropico legato alle attività quotidiane.

Questo tipo di trasmissione avviene per via diretta, indiretta o attraverso i cosiddetti “ponti acustici”, dovuti a discontinuità o anomalie presenti nell’involucro dell’edifico.

Per poter garantire l’isolamento delle facciate, la progettazione acustica dell’involucro nel suo complesso (struttura, chiusure opache e trasparenti, cassonetti, dispositivi per la ventilazione ecc.), deve avvenire in maniera organica e ciascun componente che la costituisce deve essere caratterizzato da una capacità di isolamento acustico adeguata.

I rumori aerei che si trasmettono tra unità immobiliari differenti sono onde sonore che si propagano nell’aria (voci, TV, radio ecc.). Si può schematizzare il fenomeno considerando la parete divisoria come una membrana che sollecitata dall’onda sonora entra in vibrazione. In questo modo il divisorio diventa a sua volta, nel locale adiacente, una sorgente sonora che irradia una parte dell’energia incidente in un altro locale.

Il rumore da calpestio, uno dei problemi avvertiti in maniera più rilevante in gran parte degli edifici residenziali, viene generato dalla sollecitazione meccanica del solaio sottoposto all’impatto di passi, oggetti, colpi ecc. Per ridurre o eliminare la propagazione del rumore da calpestio, non basta intervenire sulla singola partizione orizzontale (solaio), ma l’intervento deve essere globale e interessare l’intera struttura edilizia.

Il rumore degli impianti tecnologici (funzionamento continuo e discontinuo). Tra gli impianti tecnologici a servizio degli ambienti abitativi quelli che generano le maggiori fonti di disturbo sono i ventilatori sia degli impianti di ventilazione meccanica sia delle macchine di produzione di energia termica, come le pompe di calore, per esempio, o le caldaie; inoltre, anche i condizionatori autonomi di piccole dimensioni possono non essere particolarmente silenziosi. Infine, gli scarichi idro-sanitari che attraversano verticalmente tutte le unità abitative. Diventa quindi importante analizzare dal punto di vista acustico le soluzioni costruttive e tecnologiche più appropriate, valutare le prestazioni acustiche dei materiali edili e dei componenti impiantistici, studiare nel dettaglio i particolari costruttivi, le connessioni tra i vari elementi ed evitare, infine, errori di posa durante le fasi di cantiere.

Da ultimo, il riverbero : più un ambiente è vuoto, con superfici lisce e dure, più il suono si propaga per effetto della risonanza.

Materiali fonoassorbenti e fonoisolanti

(foto Riwega)

Un materiale è definito fonoassorbente quando ha la capacità di assorbire le onde sonore, impedendo a una parte di esse di rimbalzare sulla superficie e di riflettersi nell’ambiente circostante sotto forma di riverberi ed echi. L’utilizzo di questi sistemi non interrompe la propagazione delle onde sonore da uno spazio all’altro, ma assorbono alcune frequenze particolari allo scopo di migliorare la qualità acustica dell’ambiente. Essi vengono utilizzati in ambienti in cui il comfort acustico è una caratteristica molto importante in cui si rende necessario progettare o correggere il riverbero interno, come ad esempio ristoranti, pizzerie, bar, uffici, sale riunioni, hall e reception. I materiali fonoassorbenti possono avere natura minerale, come lana di vetro o di roccia e le fibre di legno mineralizzate; natura vegetale, quali il legno, sughero, argilla espansa; natura sintetica, ovvero i prodotti chimici come il poliuretano espanso, che hanno buone capacità di eliminazione del rumore.

I sistemi costruttivi fonoisolanti permettono, invece, di bloccare la trasmissione dell’onda sonora da uno spazio all’altro, sia dall’interno verso l’esterno sia viceversa creando una sorta di “bolla” che non lascia oltrepassare il suono, bensì lo riflette nell’ambiente da cui proviene. Nei sistemi fonoisolanti la prestazione complessiva dipende da tutti gli elementi che lo compongono e dalla loro posa in opera, è perciò più corretto parlare di sistema più che di singolo materiale.

La progettazione del comfort acustico

Per garantire una condizione acustica ottimale, è necessario intervenire e bloccare i percorsi di trasmissione diretta e indiretta, attraverso una corretta progettazione dell’involucro esterno, da un lato, e delle partizioni interne, dall’altro: pareti perimetrali e serramenti, compreso l’isolamento del foro finestra, solai e tramezzi interni.

(foto Progress Profiles)

Priorità di intervento deve essere attribuita ai percorsi di trasmissione più critici, caratterizzati dalle minori prestazioni fonoisolanti, e all’eliminazione di eventuali ponti acustici.

In edilizia sono presenti diversi sistemi costruttivi dal potere fonoassorbente e/o fonoisolante adatti a contrastare i fastidiosi rumori provenienti dall’esterno, come il traffico delle infrastrutture di trasporto, il vocio dei vicini, il calpestio delle unità immobiliari confinanti.

Per isolare dai rumori provenienti dall’esterno, diverse possono essere le soluzioni perché molteplici possono essere le cause. Per prima cosa è opportuno isolare le finestre ripristinando in prima istanza le sigillature, poi isolando i cassonetti interni delle tapparelle con materiali fonoassorbenti, infine, verificando che le maniglie chiudano correttamente. L’inserimento di materiali fibrosi o porosi (caratterizzati da prestazioni fonoassorbenti) all’interno di camere d’aria di pareti dotate di intercapedine, permette di incrementare le prestazioni di isolamento acustico della parete.

Soluzione valida anche per i rumori provenienti dall’interno dell’edificio, è isolare le pareti, ricorrendo a mobili o pareti attrezzate che smorzino la trasmissione sonora o con la posa di contropareti, formate da pannelli in cartongesso, lane minerali ma anche materiali naturali, come il sughero per esempio, incollati direttamente alla parete o a formare un’intercapedine con la muratura.

Tulle le soluzioni produrranno anche un vantaggio dal punto di vista dell’isolamento termico.

(foto Isolmant – Tecnasfalti)

Per i rumori da calpestio, una soluzione è ridurre l’energia d’urto al momento dell’impatto interponendo tra ‘corpo contundente’ e solaio un pavimento resiliente (come, ad esempio, la moquette tanto usata negli alberghi). Un altro modo per risolvere il problema è interrompere la continuità della struttura con un materiale morbido ed elastico che blocchi la vibrazione (come, ad esempio, pannelli e feltri fonoassorbenti e fonoisolanti) oppure optare per un pavimento galleggiante o per un controsoffitto.
In quanto al riverbero, per ridurlo è necessario apporre a parete o a soffitto elementi in grado di assorbire e smorzare il suono; questi possono essere, banalmente, quadri, tessuti o elementi d’arredo, ma anche veri e propri pannelli progettati ad hoc.

Cosa dice la legge

Il Dpcm del 5 dicembre 1997, “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” emanato in attuazione dell’art. 3, comma 1, lettera e) della Legge 447 del 1995, definisce i requisiti acustici delle sorgenti sonore interne agli edifici (impianti idro-termo-sanitari, di condizionamento, ascensori ecc.) e i requisiti acustici passivi dei componenti in opera degli edifici, al fine di ridurre l’esposizione umana al rumore. Il Decreto classifica gli edifici in sette categorie: residenziali, uffici, alberghieri, ospedali, scuole, attività ricreative e attività commerciali; per ogni categoria sono fissati dei limiti relativi al potere fonoisolante di partizioni divisorie (solai e pareti), dell’isolamento acustico di facciata, del livello di rumore da calpestio dei solai e della rumorosità massima degli impianti, a funzionamento continuo e discontinuo.

Cosa scegliere

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