Laterlite. L’argilla espansa Leca per il “polmone verde” di Ragusa

Foto di Laterlite

Leca di Laterlite è stata protagonista dei lavori di riqualificazione della Vallata Santa Domenica di Ragusa.
Il luogo è chiamato dai ragusani “cava”, in memoria dei tempi passati. Nei secoli scorsi era una sorta di zona industriale, un luogo dove si praticavano due importanti attività della Ragusa storica: la produzione agricola intensiva, grazie all’acqua del torrente che vi scorre per tutta la sua lunghezza, e l’estrazione della pietra bianca calcarea da costruzione.
Ormai queste attività non si svolgono più ma sono rimaste numerose testimonianza del passato: per esempio i mulini ad acqua e i terrazzamenti realizzati per la coltivazione intensiva dei versanti. Ci sono poi le latomie, grotte realizzate intorno al Settecento per l’estrazione della pietra e al cui interno si possono trovare le “carcare”, forni circolari in pietra per la produzione della calce.

Oggi il luogo è diventato un parco naturale, chiamato Vallata Santa Domenica o Cava Grande che si trova nella parte più antica del centro storico di Ragusa, ed è a circa trenta metri al di sotto del livello della strada. Si tratta di un polmone verde che divide la città in due parti collegate fra loro da tre ponti;
Negli ultimi anni però l’area ha subito un periodo di abbandono e per questo il Comune di Ragusa ha avviato un importante progetto di riqualificazione. La necessità era quella di ripulire le acque del torrente, che purtroppo portavano con sé detriti e corpi inquinanti. A tale scopo è stato realizzato un impianto di fitodepurazione, che doveva inserirsi in modo armonioso nel contesto naturale della zona.

Foto di Laterlite

Per l’impianto di fitodepurazione aerata circolare, progettato dall’Ing. Riccardo Bresciani della società Iridra srl di Firenze, sono state realizzate tre vasche molto grandi poi riempite con argilla espansa Leca in pezzatura 8-20, posato sfuso a gravità e semplicemente livellato.
In queste vasche sono state poi introdotte delle piante acquatiche per fitodepurazione, capaci di attivare una serie di microorganismi: queste piante liberano parte dell’ossigeno assorbito attraverso le foglie e il fusto, e quindi creano in prossimità delle radici le condizioni adatte alla proliferazione della flora batterica (biofilm).
Anche l’argilla espansa Leca svolge un ruolo in questo processo: infatti, combinata con il passaggio dell’acqua e grazie all’attività delle radici di queste piante, crea un ambiente ideale per lo sviluppo del biofilm batterico capace di degradare alcune componenti inquinanti che si trovano nell’acqua, dando vita a un vero e proprio impianto di depurazione innovativo capace di riprodurre il principio di autodepurazione tipico degli ambienti acquatici e delle zone umide.

L’argilla espansa ha un’elevata superficie filtrante, cosa che la rende un materiale idoneo a questa particolare tipologia di intervento: si presta particolarmente all’insediamento di micro organismi, di azoto riduttori e azoto fissatori che degradano i componenti inquinanti e li trasformano in sostanze più semplici che possono essere rilasciate nell’ambiente.
L’argilla espansa Leca disponibile in varie granulometrie, materiale naturale, chimicamente inerte, con elevata porosità e ritenzione idrica, è il substrato ideale per lo sviluppo delle radici delle piante e per realizzare il letto filtrante in cui si verifica la vera e propria filtrazione biologica.

Foto di Laterlite

L’argilla espansa Leca è un aggregato leggero che non contiene materiali organici né loro derivati. Si tratta di un materiale che riesce a non marcire e non degradarsi nel tempo, oltre a resistere bene ad acidi, basi e solventi conservando inalterate le sue caratteristiche. È in pratica un materiale eterno e per questo ben si presta a un’applicazione in esterno come il contesto naturale della vallata ragusana.
L’origine dell’argilla espansa, unitamente a un processo produttivo rispettoso dell’ambiente, le permette di essere ecobiocompatibile e certificato Anab-Icea per le applicazioni in bioedilizia.

Un altro elemento a favore della scelta dell’argilla espansa Leca è la leggerezza del materiale: importante in questo caso per la logistica del cantiere, posto a circa 30 metri sotto il livello stradale: non sarebbe stato possibile, infatti, portare nella cava grandi e pesanti sacchi di materiale, ma era necessario avere un materiale leggero e pompabile dall’alto.
L’intervento è stato eseguito da Project srl, impresa edilizia siciliana con sede a Brolo, in provincia Messina, che si è occupata di mettere in posa circa 570 m3 di argilla espansa Leca.

L’intervento di Ragusa è un esempio delle molte possibilità applicative dell’argilla espansa Leca nei progetti per il verde urbano, dai campi sportivi ai tetti verdi e giardini pensili, dalle coperture zootecniche al paesaggismo.

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