L’Ascomed di Milano e gli scenari distributivi nel nuovo mercato delle costruzioni

relatori1Lo scorso 29 novembre a Milano, come ormai di consueto, si è tenuto il 32°esimo meeting associativo dell’Ascomed meneghina (Associazione Commercianti di Materiali da Costruzione di Milano, Lodi e Monza e Brianza) organizzato in collaborazione con Federcomated, Federazione Nazionale dei Distributori di Materiali Edili.
Un tavolo costituito dai massimi esponenti della filiera delle costruzione, dalla produzione, alla distribuzione fino alle imprese edili, tutti concordi sulle necessarie misure da intraprendere per far ripartire l’edilizia.
Alla tavola rotonda erano presenti Giuseppe Freri, presidente Federcomated, il segretario generale, Federcomated Mario Verduci, Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, Luca Squeri, presidente commissione sicurezza e Legalità Confcommercio, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente di Assimpredil-Ance Claudio De Albertis e Fabio De Rossi, vice direttore di Quattroruote che ha coordinato il dibattito fra Squinzi e Sangalli. Un ampio tavolo di rappresentanze diverse che hanno cercato di delineare i risultati di questo 2014, anno ancora attraversato dalla crisi e dalla stagnazione che coinvolge a pieno il settore dell’edilizia.

Mario Verduci, segretario generale Federcomated
Mario Verduci, segretario generale Federcomated

Il segretario generale Federcomated, Mario Verduci ha introdotto il dibattito richiamando quello che è la finalità di questo tradizionale appuntamento annuale «fare il punto fra passato e futuro che ci auguriamo sia migliore rispetto a questi ultimi anni, sia come persone, sia come imprese che rappresentiamo. Il tema di questo convegno riguarda il riposizionamento dell’impresa nel nuovo mercato delle costruzioni edili. Questo titolo è molto evocativo perchè le imprese della distribuzione si candidano per affrontare il nuovo mercato dell’edilizia, un mercato incentrato sulla riqualificazione e la ristrutturazione».

Giuseppe Freri, presidente Federcomated
Giuseppe Freri, presidente Federcomated

Giuseppe Freri, presidente Federcomated ha inaugurato il meeting ringraziando i massimi esponenti presenti e facendo una riflessione su quello che si aspetta oggi come presidente di quest’associazione. «Purtroppo ancora oggi nulla è stato fatto dalle istituzioni per far ripartire questo nostro settore dell’edilizia che è il perno del nostro paese. L’impegno come Federcomated e Ascomed nell’affrontare questo cambiamento prosegue su vari fronti e la Proposta di legge sulla gestione del credito presentata per la prima volta nel 2004 grazie al deputato Giovanni Deodato ne è piena dimostrazione. Oggi richiediamo impegno per questa proposta di legge a Luca Squeri nella speranza che il governo capisca l’importanza di questa manovra per il nostro settore e per l’intero paese, proposta proveniente da un ente di rappresentanza il cui ruolo cardine è stato riconosciuto anche dall’ultimo Regolamento europeo numero 305/2011».

Luca Squeri, presidente commissione sicurezza e legalità Confcommercio
Luca Squeri, presidente commissione sicurezza e legalità Confcommercio

Luca Squeri, presidente commissione sicurezza e legalità Confcommercio è intervenuto accogliendo onorato questa sfida offertagli dagli esponenti di Federcomated e Ascomed, «Ennesimo tentativo di riuscire dopo dieci anni a far diventare legge una norma che siamo convinti essere un’azione utile per sostenere il settore dell’edilizia, anche a fronte dei recenti problemi emersi legati alla questione delle occupazioni delle case abusive e al degrado di un elevato numero d’immobili».

Il presidente di Assimpredil-Ance Claudio De Albertis ha dipinto un quadro della situazione economica piuttosto preoccupante delle costruzioni comparando dati attuali rispetto agli anni precedenti. Anche se si intravede qualche segnale positivo.

Claudio De Albertis, presidente Assompredil
Claudio De Albertis, presidente Assompredil

«A fronte di questa difficile situazione sono percepibili alcuni riscontri positivi legati al settore della riqualificazione del patrimonio abitativo che invece è cresciuto del 20 per cento grazie, probabilmente, agli incentivi riguardanti il risparmio energetico e le ristrutturazioni edilizie. Inoltre, nei primi mesi del 2014 si registra un segnale positivo che potrebbe far sperare che il numero delle compravendite sia cresciuto del 2,2 per cento grazie anche a una maggiore disponibilità da parte delle banche a rilasciare finanziamenti e a una riduzione del prezzo delle case. E questi segnali positivi si rilevano principalmente nelle otto grandi città italiane, aspetto che fa sperare che le città anticiperanno la ripresa, in particolare anche per quanto riguarda i lavori pubblici». AssimpredilClaudio De Albertis, ha poi concluso il suo intervento facendo delle considerazioni: «Questo è l’unico paese dove la tassazione incide principalmente sul possesso dell’immobile. La ricchezza delle famiglie sta scendendo, in particolare negli ultimi anni e sappiamo bene che il 50 per cento di questa ricchezza è costituita dal bene “casa” che viene, però, tassato e perché quindi stupirsi se i consumi interni si riducono? Noi tutti siamo di fronte a un difficile sfida che riguarda una profonda trasformazione dell’offerta. Assimpredil 2Perché quello che offriamo non è perfettamente rispondente alla domanda. Questo implica una ridiscussione del modello del mercato perché noi stessi abbiamo contribuito a delineare un non-mercato. Questo vuol dire che le imprese si devono interrogare sulle strategie e sul modo di come continuare a essere imprese. Le decisioni prese oggi non devono servire solo a uscire dalla crisi ma devono servire a determinare il sistema di riuscita e di ripresa dell’intero paese. Quindi, ancora prima di chiedere nuovi stanziamenti, io credo che il tema sostanziale sia di richiedere maggior efficacia da noi e dalla pubblica amministrazione. Bisogna valorizzare le aggregazioni d’impresa che riescono a utilizzare la catena del valore, sfruttando le possibilità di reti e di aggregazioni che devono essere lo strumento riconosciuto e univoco per uscire da questa crisi».sala1
Il giornalista economico Fabio De Rossi ha poi condotto un dibattito ponendo domande a Carlo Sangalli, presidente Confcommercio e al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, partendo dal grave problema della complessità burocratica che affligge l’Italia. «In che modo per esempio, un paese come il nostro potrà riuscire a cogliere al volo l’opportunità data dal Fondo europeo per gli investimenti strategici che consentirà di mobilitare 315 miliardi di euro nel corso dei prossimi tre anni?».

Giorgio Squinzi, presidente Confindustria
Giorgio Squinzi, presidente Confindustria

Giorgio Squinzi ammette che «In Italia il problema è gigantesco perché il nostro è un paese che negli ultimi 15 anni ha avuto lo 0,7-0,8 per cento di crescita del Pil. È vero c’è la crisi, c’è la crisi in Europa, ma noi come paese abbiamo tutta la responsabilità di come vanno ulteriormente male le cose. Dovremmo fare delle riforme istituzionali, riforme della pubblica amministrazione, procedere con la semplificazione delle procedure, ridurre la pressione fiscale, riformare il mercato del lavoro, questi i punti cardine per un cambiamento e una ripresa. Ricordiamo, inoltre, che oltre alla macchinosa burocrazia, siamo un paese con un forte dissesto idro-geologico e le stesse politiche non fanno nulla per sbloccare gli interventi di manutenzione che sono fondamentali per attenuare questo progressivo degrado».
Passando dal tarlo della burocrazia, Fabio De Rossi ha spostato l’attenzione sulla Legge di Stabilità chiedendo a Carlo Sangalli la sua opinione sulla Camera che ha votato la fiducia al governo.

Carlo Sangalli, presidente Confcommercio
Carlo Sangalli, presidente Confcommercio

«C’è ancora molto da fare a mio avviso, perché se l’obiettivo della Legge di Stabilità è di ridurre la pressione fiscale, allora certamente questa legge va nella giusta direzione e riconosco che ci sono dei passaggi positivi. – Ha detto Carlo Sangalli -. Però ci sono ancora delle criticità. Come ad esempio l’incremento della fiscalità locale perché la legge di stabilità ha fatto dei tagli lineari alle regioni e alle amministrazioni locali che avrà come conseguenza certamente una pressione fiscale sulle spalle delle famiglie. Una pressione da record mondiale che è incompatibile con qualunque prospettiva di crescita, di sviluppo e di occupazione».
Giorgio Squinzi prende la parola e afferma che «la questione del Tfr in busta paga non è un provvedimento risolutivo che farà ripartire i consumi, così come non lo sono gli 80 euro in busta paga. Per rilanciare il paese sono altre le questioni da affrontare come elencato nel passaggio precedente. Noi dobbiamo avere il coraggio di investire di più e andare oltre a questa politica del rigore, come hanno fatto gli Stati Uniti, investimenti sulle infrastrutture, sulla ricerca, investimenti che hanno un ritorno sicuro sui consumi e sulla fiducia alle famiglie».relatori2
Fabio De Rossi lancia l’ultimo importante tema del dibattito legato all’illegalità, tema che sta a cuore dell’Associazione.
Carlo Sangalli conferma l’importanza centrale di quest’aspetto. «Legalità e sicurezza sono indubbiamente due prerequisiti per una democrazia compiuta, ma sono anche due condizioni necessarie per un’economia sana che si sviluppa e che fa crescere il paese. Noi diciamo alle imprese di denunciare perché è un dovere morale e giuridico, perché non si è più soli davanti alle minacce della criminalità e perché conviene per costruire lo sviluppo per la propria azienda. Questo disagio sociale si trasforma in disagio imprenditoriale e allora chiediamo tolleranza zero per tutte le forme d’illegalità sostenendo l’azione delle forze dell’ordine attraverso un impegno preventivo e repressivo. In Italia è radicato un triangolo veramente pericoloso: a un vertice c’è un fisco opprimente, all’altro c’è l’illegalità diffusa e al terzo una cattiva burocrazia, tre aspetti che danneggiano l’economia del nostro paese».

 

 

 

 

 

 

di Federica Calò