La ripresa in 4 mosse

Tocca alla politica scommettere sulle imprese: spingere l’acceleratore sulle riforme con quattro priorità: fisco, credito, semplificazione, lavoro.
Il manifesto “Adesso tocca a voi” sintetizza, il messaggio lanciato da Carlo Sangalli, presidente pro tempore di Rete Imprese Italia, soggetto unitario di rappresentanza delle Pmi e dell’impresa diffusa.

Una crisi senza precedenti quella che vive l’Italia, che in sei anni ha perso 5 punti di competitività e che – per Sangalli- alle prese con difficoltà straordinarie, non cresce, arranca e arretra. Un dato su tutti: nel 2012 ha chiuso un’impresa al minuto. Occorre allora invertire la rotta, avanzando al nuovo esecutivo una richiesta esigente e severa di cambiamento.

«Siano le ragioni dell’economia reale e della crescita la stella polare di quanto occorre rapidamente fare, e lo siano le piccole e medie imprese e l’impresa diffusa. Perché, senza crescita non c’è futuro: non c’è occupazione e coesione sociale e territoriale, e non c’è neppure risanamento strutturale della finanza pubblica. Tocca al governo ed alla politica tutta incalzare il processo di costruzione di un’Europa politica. Perché il contrasto della recessione e della disoccupazione richiedono, insieme, più Europa e un’Europa diversa che parta dalle ragioni dell’economia reale e, per questo, scelga senza tentennamenti di sostenere investimenti e domanda interna».
Carlo Sangalli , presidente di Rete Imprese Italia

Quattro le priorità indicate nel discorso all’assemblea annuale dell’associazione e contenute nel manifesto: fisco, credito, semplificazione e lavoro. Quanto alla prima, Sangalli ha chiesto l’avvio di un processo realistico per la riduzione della pressione fiscale, bonificando la spesa pubblica, con l’avanzamento del processo di controllo, riqualificazione e riduzione; contrastando evasione ed elusione fiscale, riducendo il cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, disinnescando la miccia dell’ulteriore aumento dell’Iva, del debutto della Tares e del pagamento dell’Imu, di cui chiede l’esclusione dagli immobili strumentali all’attività di impresa, quali beni che non rappresentano forma di accumulo patrimoniale ed estendendo la sospensione del versamento della rata di giugno ipotizzata per le abitazioni civili. «Per trovare le risorse, non si esiti – afferma Sangalli – sul versante delle dismissioni di patrimonio pubblico: per abbattere il debito e per liberare risorse a sostegno della crescita». Sul versante del credito, la richiesta è quella di urgenti misure operative per risolvere le difficoltà nell’accesso al credito da parte delle Pmi, potenziando il Fondo Centrale di Garanzia, sostenendo i consorzi di garanzia fidi e fronteggiando l’emergenza liquidità, assicurando il tempestivo pagamento dei crediti delle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Per evitare l’ennesimo flop, Sangalli suggerisce «un ampio ricorso al meccanismo delle compensazioni tra crediti certificati e tasse e contributi dovuti».

Da sinistra: i presidenti Giacomo Basso, Carlo Sangalli, Marco Venturi, Giorgio Merletti, Ivan Malavasi

Abbattere i costi della burocrazia e archiviare il sistema del Sistri, segnato da disfunzionalità operative e tecnologiche, è la ricetta sul versante della semplificazione, della quale è parte la riduzione dell’architettura istituzionale ed amministrativa della Pa, sanando ridondanze e conflitti di competenze e lavorando per il contrasto della corruzione e l’efficienza della giustizia. In merito al lavoro, la richiesta è rivedere le recenti restrizioni normative in materia di flessibilità in entrata mettendo in campo le misure atte ad incentivare l’assunzione di giovani e favorirne l’ingresso nel mercato del lavoro; ridurre il costo del lavoro e garantire il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. Il tutto, nel rispetto e valorizzazione dell’artigianato e del terziario di mercato, con il concorso delle parti sociali, che devono stabilire priorità e proposte mettendo in comune le buone ragioni Le Pmi garantiscono volontà e impegno a continuare a battersi affinché ci sia futuro. Senza arrendersi e, a dispetto di tutto, ripartendo ogni giorno. Alla politica chiedono di prendere le giuste decisioni e rispettare gli impegni, di scommettere” sulle Pmi. Ora tocca al Governo. «Le imprese hanno già per sola pazienza. Non devono perdere anche la speranza».

 

ASPETTANDO LA CRESCITA

Nel 2012  tutte le componenti della domanda interna hanno contribuito a determinare la recessione che caratterizza l’economia italiana. Diminuiti di oltre il 4 per cento i consumi privati, diminuito del 4,8 per cento il potere d’acquisto delle famiglie in presenza di una flessione del pil reale del 2,4 per cento, netto peggioramento dei saldi di bilancio e del rapporto debito/pil, nonostante le imponenti dimensioni delle manovre correttive adottate nell’ultimo triennio. Una caduta di intensità eccezionale cui ha contribuito la forte riduzione del reddito da attività imprenditoriale e l’inasprimento del prelievo fiscale. Le imprese italiane rischiano di dover operare tagli occupazionali fino a 650 mila unità.

di Paloa La Manna