Italcementi. Jennifer Siegal è la vincitrice della 4a edizione dell’arcVision Prize

Jennifer Siegal, la vincitrice della quarta edizione dell'arcVision Prize - Women and Architecture (foto Italcementi)
Jennifer Siegal, la vincitrice della quarta edizione dell’arcVision Prize – Women and Architecture (foto Italcementi)

Italcementi ha premiato l’architettura al femminile e ricordato con un premio speciale la straordinaria figura di Gae Aulenti. Menzioni d’onore per Pat Hanson (Canada), Elisa Valero Ramos (Spagna) e Cazú Zegers (Cile). È Jennifer Siegal la vincitrice della quarta edizione dell’arcVision Prize – Women and Architecture, premio internazionale di architettura al femminile istituito da Italcementi.

Un momento della premiazione (foto Italcementi)
Un momento della premiazione (foto Italcementi)

Il premio è stato assegnato all’unanimità dalla giuria, che l’ha definita “una pioniera coraggiosa nella ricerca e sviluppo di sistemi costruttivi prefabbricati, a prezzi contenuti per utenti e aree di intervento disagiati, in grado di ideare e costruire soluzioni efficaci e pratiche e un nuovo linguaggio per una tipologia abitativa mobile e a basso costo”.

foto Italcementi
foto Italcementi

L’assegnazione del Premio è avvenuta il 7 aprile 2016 presso il Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, in occasione del ritorno della XXI Esposizione Internazionale della Triennale, per sottolineare il legame tra arcVision e il mondo internazionale dell’architettura. Durante la serata è stata ricordata Zaha Hadid, prematuramente scomparsa da qualche giorno.

In ricordo di Zaha Hadid (foto Italcementi)
In ricordo di Zaha Hadid (foto Italcementi)

La progettista americana, nata nel 1965, è stata scelta dopo due giorni di lavori e confronto dalla Giuria composta anche quest’anno da professioniste di eccellenza sia in ambito architettonico che socio-economico.

La giuria in Triennale (foto ArcVision)
La giuria in Triennale (foto ArcVision)

Giunto alla quarta edizione, arcVision Prize conferma la propria unicità nel panorama globale. Un importante risultato per Italcementi, ma soprattutto il segno di un progetto positivo e sostenibile, che riafferma la centralità della persona, il valore del talento, le possibilità dell’innovazione intesa come punto di equilibrio tra sviluppo tecnologico e rispetto per il territorio.

Carlo Pesanti e Jennifer Siegal (voincitrice dell'edizione 2016 di ArcVision Prize)
Carlo Pesanti e Jennifer Siegal (voincitrice dell’edizione 2016 di ArcVision Prize)

“L’esperienza di Expo Milano 2015 – afferma Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italcementi – ha confermato le nostre radicate convinzioni: la centralità delle donne nella società attuale, la loro capacità di costruire un futuro più armonico, la sensibilità di coniugare innovazione tecnologica con passione e fantasia, sentimento e dedizione. Valori fondamentali, che quando vengono declinati al “femminile” sono in grado di trasformare il volto del presente, aprendo orizzonti inediti a una vita contemporanea non sempre facile. Per questo siamo felici e onorati di presentare anche quest’anno l’arcVision Prize – Women and Architecture, che continua a selezionare progetti internazionali guidati dall’aspirazione alla bellezza, dalla ricerca della funzionalità, dalla speranza di partecipare alla costruzione di nuove città e comunità più felici. È la strada che Italcementi ha
scelto per riaffermare la propria visione della “questione femminile“, che soprattutto in architettura continua a stupire producendo capolavori di tecnologia e sostenibilità, matrimoni di materiali e forme, sintesi di eleganza ed efficienza”.

Un premio speciale a Gae Aulenti

Premio a Gae Aulenti (foto ArcVision)
Premio a Gae Aulenti (foto ArcVision)

Nel corso della serata, arcVision Prize ha voluto ricordare e sottolineare la figura di Gae Aulenti, protagonista tra l’altro della mostra W. Women in Italian Design, curata da Silvana Annicchiarico e visitabile presso il Triennale Design Museum. Il Premio Speciale assegnatole va inteso come riconoscimento del suo ruolo di architetto e intellettuale, così importante nella storia italiana e in quella della lotta delle donne per affermarsi nell’uguaglianza e nel riconoscimento delle loro qualità di progettiste.

Gae Aulenti, il 16 ottobre 2012, mentre, al braccio dell’allora assessore alla cultura di Milano, Stefano Boeri, ritira il Premio alla carriera consegnatole d Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano
Gae Aulenti, il 16 ottobre 2012, mentre, al braccio dell’allora assessore alla cultura di Milano, Stefano Boeri, ritira il Premio alla carriera consegnatole d Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano

“Chi era Gae Aulenti? Un architetto, senza alcun dubbio; ma anche una designer, una scenografa, una progettista, una curiosa, una fumatrice, una donna, una lettrice instancabile, una nonna, una viaggiatrice – ha raccontato l’architetto Nina Artioli, nipote di Gae Aulenti –. Di lei sappiamo che è stato l’architetto che ha trasformato la Gare d’Orsay in uno tra i più famosi musei d’arte del mondo, che ha disegnato la lampada Pipistrello e ha progettato Piazzale Cadorna a Milano. Ma questo è solo un effetto, il risultato finale, di quello che era Gae Aulenti. Ha sviluppato il suo percorso professionale attraverso il design, l’architettura, gli allestimenti e la scenografia, costruendo la sua carriera in un costante dialogo tra le arti. Ed è proprio questo aspetto che l’Archivio Gae Aulenti vuole evidenziare ricevendo il premio Premio Speciale arcVision 2016, con l’augurio che gli architetti di oggi e di domani possano prendere ad esempio la continua curiosità e la naturale esigenza a creare connessioni che hanno reso Gae Aulenti una delle personalità di maggiori rilievo della cultura architettonica italiana del ventesimo secolo.”

ArcVision Prize 2016. La vincitrice

Jennifer Siegal e Carlo Pesenti (foto ArcVision)
Jennifer Siegal e Carlo Pesenti (foto ArcVision)

La selezione delle finaliste è stata effettuata tra professioniste segnalate da un gruppo internazionale di Advisors, poi valutate da una Commissione tecnico-culturale che ha definito la shortlist finale da sottoporre al giudizio della giuria. Venti professioniste, molto diverse tra loro per provenienza, ambiti e approccio alla professione di architetto, a rappresentare una fotografia puntuale e completa del panorama contemporaneo dell’architettura al femminile.

Jennifer Siegal_Omd: Country School (foto Office of Mobile Design)
Jennifer Siegal_Omd (foto Office of Mobile Design)

Per Jennifer Siegal fondare lo studio Office of Mobile Design (nel 1998) è stata la diretta conseguenza del grande interesse per gli spazi “transitori”.

Jennifer Siegal_Omd: Trasporto della Country School (foto Office of Mobile Design)
Jennifer Siegal_Omd (foto Office of Mobile Design)

La sua attività si concentra infatti sulla realizzazione di strutture mobili, smontabili e riposizionabili, basata sulla ricerca di un nuovo tipo di prefabbricazione, che usa processi industriali per dare vita a edifici più efficienti e agili: che in qualche caso prevedono anche l’impiego di ruote come elemento capace di rendere l’architettura più fruibile e letteralmente dinamica.

Jennifer Siegal_Omd: Viste interne della Country School (foto Office of Mobile Design)
Jennifer Siegal_Omd (foto Office of Mobile Design)

Jennifer Siegal si è confrontata con questi temi sia attraverso spazi pubblici per l’educazione che lavorando sul tema dell’abitazione: nella Saetrain Residence a Los Angeles, per esempio, realizza un dinamico spazio abitato partendo dall’uso di semplici container standard.
La vincitrice, presente alla premiazione, all’annuncio del premio ha dichiarato: “Ricevere l’arcVision Prize è certamente il punto più importante della mia carriera e probabilmente è un momento molto più grande di me. Vorrei condividerlo con le donne che mi sono accanto – e dedicarlo alle donne che nel corso degli anni hanno tracciato il percorso creando uno spazio in cui tutte siamo ormai riconosciute per il nostro lavoro. Ringrazio il comitato di selezione e la giuria; grazie per l’impatto che questo premio avrà sulle future generazioni di donne architetto.”

Carlo Pesenti, la giuria e la vincitrice di ArcVision Prize 2016 (foto Italcementi)
Carlo Pesenti, la giuria e la vincitrice di ArcVision Prize 2016 (foto Italcementi)

La Giuria, coordinata nel corso delle sessioni di lavoro da Stefano Casciani, Direttore Scientifico del Premio, ha inoltre assegnato menzioni d’onore a Pat Hanson (Canada), Elisa Valero Ramos (Spagna) e Cazú Zegers (Cile).

Pat Hanson (foto arcVision)
Pat Hanson (foto arcVision)

Purezza costruttiva, profonda raffinatezza nella qualità dei materiali e un quantum di impatto scenografico sul paesaggio urbano danno al lavoro di Pat Hanson un’inedita e interessante originalità. L’idea che l’architettura debba andare oltre la mera risposta funzionale ai bisogni alimenta tutto il lavoro di Pat Hanson, tra le progettiste più dinamiche della nuova scuola canadese. Attraverso il suo studio gh3 Hanson sperimenta l’intersezione continua tra l’architettura, il paesaggio e la sostenibilità, convinta che la pratica progettuale debba spingersi oltre i suoi tradizionali confini espressivi. Tra le caratteristiche del suo lavoro c’è la capacità di affrontare progetti di piccola estensione, molto definiti negli aspetti costruttivi, nei materiali e nel rapporto con la percezione sensoriale. Lo studio fotografico galleggiante a Stoney Lake, per esempio, è una piccola scatola trasparente sospesa sull’acqua che ridefinisce l’archetipo moderno della casa di vetro e acciaio, inglobando il paesaggio canadese.

Elisa Valero Ramos (foto arcVision)
Elisa Valero Ramos (foto arcVision)

Con una solida formazione accademica alle spalle, Elisa Valero Ramos firma un’architettura di grande contemporaneità in costante dialogo con l’ambiente circostante: molti dei suoi progetti si concentrano sui bambini e sulla creazione di un ambiente idoneo alle loro molteplici esigenze e attività. L’idea non scontata che l’architettura sia un mezzo per dare risposta a bisogni profondi sostanzia il complesso lavoro di Elisa Valero Ramos, dando un criterio trasversale di lettura dei suoi molti progetti. L’architetto spagnolo ha lavorato negli ultimi dieci anni principalmente su due grandi temi concettuali e operativi. Il primo è la ricerca di un sistema costruttivo a basso costo destinato alla realizzazione di edifici con un consumo energetico prossimo allo zero, che ha portato all’ideazione e allo sviluppo del sistema costruttivo a doppio guscio Elesdopa, a elevata efficienza tecnica ed economica. Il secondo tema sviluppato è più tipologico e riguarda la realizzazione di spazi appositamente pensati per i bambini. La realizzazione di uno spazio polifunzionale per la Scuola Cerrillo de Maracena a Granada è stata un’occasione per applicare entrambi i temi.

Cazù Zegers (foto arcVision)
Cazù Zegers (foto arcVision)

I progetti di Cazú Zegers mostrano una chiara abilità nella creazione di un forte senso del luogo architettonico, attraverso l’uso di materiali naturali e un’originale ricerca formale. Anche nella situazione dell’architettura contemporanea, dove la cultura di un nuovo international style compenetra ancora gran parte degli edifici, Cazú Zegers pone come primo obiettivo della sua attività progettuale e di ricerca la scrittura di un linguaggio architettonico che possa rappresentare appieno il Cile, in primis, e quindi tutto il Sud America. Partendo dall’uso di elementi vernacolari e di soluzioni costruttive low-tech Zegers sviluppa così progetti di grande impatto espressivo. L’albergo sulle sponde del lago Sarmiento contiene molti elementi che si ripetono spesso nella sua architettura, come l’integrazione nel paesaggio, l’uso del legno a vista o le forme organiche, che lo fanno sembrare un grande fossile preistorico arenato sulla riva.