Istat: ancora segnali positivi

1611617296_crescitaNon capitava da tempo che le note mensili dell’Istat che fotografano l’andamento dell’economia italiana si attestassero a lungo sul segno piĂą. Che sia l’inizio di un’inversione di tendenza? Presto per dirlo. Intanto, però, l’Istat comunica che nei primi mesi del 2015 si rafforzano i primi segnali positivi per l’economia italiana, all’interno di un quadro ancora eterogeneo. Il continuo miglioramento delle opinioni di consumatori e imprese non trova un pieno riscontro nelle informazioni sui volumi produttivi. Tuttavia, a gennaio, nel manifatturiero la quota di settori in espansione si conferma su valori prossimi al 60 per cento.

Il mercato del lavoro presenta ancora segnali contrastanti, pur in presenza di un aumento delle ore lavorate nel quarto trimestre 2014. Il processo di deflazione si è stabilizzato. Nel complesso, l’indicatore anticipatore dell’economia italiana permane su livelli positivi, supportando l’ipotesi di un miglioramento dell’attivitĂ  economica nel primo trimestre.

Andando nel dettaglio, l’indice composito del clima di fiducia dei consumatori aumenta a 110,9 da 107,7 di febbraio 2015. Anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane mostra un deciso miglioramento, salendo a 103,0 da 97,5 di febbraio.

I giudizi dei consumatori sull’attuale situazione economica del paese migliorano (-57 da -71 il saldo) e in lieve aumento sono anche le attese future sull’economia (22 da 21).

Riguardo le imprese, il miglioramento del clima di fiducia coinvolge tutti i principali settori: manifattura (a 103,7 da 100,5), costruzioni (a 116,0 da 108,5), servizi di mercato (a 108,1 da 100,4) e commercio al dettaglio (a 103,0 da 101,0),

In particolare, nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione, sia – seppur lievemente – le attese sull’occupazione (a -36 da -45 e a -11 da -12 i saldi), mentre nel commercio al dettaglio peggiorano i giudizi sulle vendite correnti (a -5 da 1), mentre migliorano le attese sulle vendite future (a 28 da 19); in decumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 7 da 10).