Presso la sede dell’associazione Federcomated si è tenuto un incontro in merito alle prime questioni sorte a seguito dell’entrata in vigore, dallo scorso 1 Luglio, del “Regolamento europeo 305/2011, Obblighi e opportunità per le imprese di distribuzione” che implica riformulazioni sui prodotti e materiali da costruzioni e, in particolare, sulle relazioni tra produttori e distributori di materiali edili.
Alla tavola rotonda erano presenti Luca Berardo, presidente Sercomated e amministratore Casaoikos. Accanto presiedevano Mario Verduci, segretario Generale di Federcomated, Gabriele Nicoli, vice
presidente Sercomated e amministratore Delegato di Dörken Italia, Igor Menicatti, responsabile marcatura Ce presso Icmq e Davide Goetz consulente dello Studio Morri Cornelli e Associati. I relatori hanno affrontato le diverse questioni sollevate dalla platea costituita da esponenti dell’industria e della distribuzione edile, a fronte di diversi aspetti che, a oggi, non sembrano essere esaurienti dal testo del Regolamento.
La questione principale su cui si è focalizzato gran parte dell’incontro è stata sull’esigenza di comprensione dei nuovi compiti da parte del distributore di materiali edili, che sembra diventare il vero “guardiano” della 305, perché esso dovrà “accertare la presenza del Dop, Dichiarazione di Prestazione e della marcatura Ce per i prodotti che appartengono a categorie dotate di norme tecniche armonizzate”. Un documento, il Dop, che il distributore deve aver recepito dal produttore nella fase di acquisto del prodotto e che, all’occorrenza, deve avere a disposizione per l’utente finale.
L’intervento, infatti, di Igor Menicatti è stato particolarmente utile per il chiarimento di diversi aspetti. In sintesi ha affermato che «tenendo presente che ci troviamo in una fase di transizione dell’entrata in vigore di questo Regolamento e che molti aspetti non sono dettagliati, bisognerà cercare di ottemperare il più possibile ai requisiti del Cpr, compatibilmente con quelle che sono le possibilità di modifica delle procedure che abbiamo fatto fino a oggi. Siamo tutti in attesa di questi atti delegati della Commissione Europea che dovrebbero consentire la disposizione della Dop sui siti internet. Sarà difficile che ci siano dei controlli da parte delle autorità di sorveglianza del mercato in questo momento, ma la prospettiva è che questi aumenteranno nel tempo, grazie anche alla raccolta di fondi per fare delle verifiche sull’implementazione del Cpr, da parte del Parlamento Europeo». Immaginando la complessità e il numero consistente di prodotti e di aziende con cui hanno a che fare i distributori di materiali edili, è comprensibile la preoccupazione da parte di questi attori del mercato, nel raccogliere per ogni prodotto acquistato il relativo Dop.
Ma è anche vero, come sottolinea Luca Berardo, che ciò che è più importante, non sono tanto le modalità di redazione e divulgazione di tali documenti, quanto «che il grande assente di tutto questo discorso è ancora il mercato, cioè è l’utente finale. Una norma che parte senza la credibilità di un controllo mi sembra già un sintomo di criticità. Agiamo in un contesto, quello italiano, dove ci sono strutture non così veloci nel recepire i mutamenti. Se a questo si aggiunge una scarsa comunicazione al mercato dell’utilità di queste nuove direttive, difficilmente vedo la prospettiva di un cambiamento. Si parla di un cambiamento culturale al quale bisogna auspicare, cogliere, attraverso questo Regolamento, un’opportunità che può portare a dei vantaggi qualitativi per il settore delle costruzioni. E proprio la qualità sarà uno dei nostri obiettivi, perché se può essere vero che un prodotto senza Dop e senza Certificazione Ce potrebbe costare meno è anche vero che vendere questi prodotti vorrebbe dire agire nell’illegalità. E chi opera nell’illegalità sarà sanzionato dal mercato e dalle autorità».
È intervenuto, a questo proposito, anche Gabriele Nicoli affermando che «il Regolamento ha anche l’intento di affrontare un mercato sempre più qualificato e performante. Le costruzioni stesse sono più prestanti ed esigenti e richiedono qualità reali e riconosciute. Tutti gli attori della filiera sono quindi responsabili, nei confronti di un prodotto che deve essere scelto e immesso sul mercato perché è garanzia di durabilità e sicurezza».