Il riciclo dei sistemi a secco

Il progetto Gy.eco nasce un anno e mezzo fa all’interno di Gyproc Saint-Gobain con l’obiettivo di sviluppare un sistema di gestione e recupero di scarti provenienti dalle attività di posa e post vendita di distributori e applicatori che operano nel mondo dei sistemi a secco in un momento in cui una serie di cambiamenti normativi ha comportato delle difficoltà nella gestione degli scarti a base gesso. Distributori e imprese edili, acquistando il materiale, hanno poi il problema della gestione di quello che è l’esubero sia di magazzino sia di cantiere. «Dopo una prima fase di studio e progettazione – spiega Alessia Iscaro, recycling project manager di Gyproc Saint-Gobain – Gy.eco, tra l’altro cofinanziato dalla Comunità europea, è diventato un servizio alla clientela che propone una soluzione alternativa allo smaltimento in discarica, garantendo una gestione degli scarti a base gesso attraverso un sistema da noi studiato e brevettato con delle macchine specifiche per il trattamento di questi scarti, tutto in un’ottica di eco sostenibilità».

«Gy.eco nasce per assecondare una richiesta di mercato e per fidelizzare la clientela, ma anche per risolvere il problema interno della gestione dello scarto derivante dalla produzione di cartongesso»
Alessia Iscaro, recycling project manager di Gyproc Saint-Gobain

Quali i vantaggi per l’azienda che si avvale di questo servizio?
«Per l’impresa edile proponiamo un servizio di gestione dello scarto a base gesso direttamente dal cantiere, con il vantaggio di usufruire un servizio collaudato ed ecosostenibile e di avere un solo interlocutore per la fornitura dei sistemi a secco e per la gestione degli scarti derivanti dalla loro posa. Per l’impresa di distribuzione, oltre al vantaggio legato allo smaltimento dell’esubero della rivendita, c’è anche il beneficio di poter rivendere il servizio alla propria clientela. Noi diamo tutta l’assistenza necessaria per la creazione di un’area di stoccaggio dei rifiuti a base gesso, necessaria alla rivendita al fine di proporre il servizio alla propria clientela».
Siete soddisfatti di questo progetto?
«Siamo molto soddisfatti innanzitutto per i riconoscimenti che abbiamo avuto dalla Comunità europea, ma anche dallo stesso gruppo aziendale proprio per la valenza e la completezza del progetto. Ulteriore soddisfazione è data dall’interesse non solo da parte della nostra clientela, alla quale abbiamo proposto il servizio attraverso la forza commerciale, con convegni e incontri mirati, ma di gran parte del mercato, proprio perché il problema è molto sentito e nessuno è riuscito a dare una soluzione così diretta come ha fatto Gy.eco».
Parliamo dei prossimi sviluppi di Gy.eco
«Il progetto è strutturato con un sistema di gestione degli scarti direttamente effettuato dalla nostra azienda. Questo vuol dire che, nei pressi delle attività estrattive, abbiamo autorizzato dei siti alla gestione dei rifiuti a base gesso. A oggi, sono attivi il sito di Guglionesi (Campobasso) e, da maggio, quello di Sassofeltrio (Pesaro). L’anno prossimo, invece, sarà operativo il sito di Montiglio (Asti) per il nord. Questa progressione ci permette di essere più capillari e di riuscire a fornire un servizio a costi sostenibili in zone sempre più ampie del territorio italiano. Inoltre, prevediamo una serie di interventi di comunicazione del servizio: abbiamo sponsorizzato, per esempio, il rally di Romagna, una manifestazione sportiva che è coincisa con l’inaugurazione del sito di Sassofeltrio. Infine, stiamo proponendo un pacchetto di assistenza completo per quella clientela, soprattutto la rivendita, che vuole entrare in Gy.eco, creare un’area di stoccaggio e proporre il servizio ai propri clienti attraverso la predisposizione di tutta la documentazione necessaria (relazioni, planimetrie eccetera)».

LA TECNOLOGIA DI RECUPERO
Uno dei principali elementi innovativi di Gy.eco consiste nell’utilizzo di un sistema “mobile” di trattamento dei rifiuti che può essere spostato rapidamente da un sito di recupero all’altro. L’impiego di un sistema mobile assicura la possibilità di regolare la produzione oraria di materiale recuperato a seconda delle esigenze specifiche di ciascun centro di recupero, la riduzione dei periodi di inattività rispetto a un impianto fisso, grazie alla caratteristica itinerante, e un minor ingombro per ogni sito grazie alla compattezza del sistema. La struttura non necessita di fondazioni per cui c’è un minor impatto ambientale su suolo e sottosuolo. Inoltre, c’è il vantaggio, per ogni sito di recupero, di usufruire dell’area dove è posizionata la struttura mobile nei periodi in cui essa opera altrove.

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