Così Giuseppe Freri ha esortato il pubblico presente al 30esimo meeting dell’Ascomed di Milano che si è svolto il 24 novembre presso la sede della Confcommercio. Un evento di grande successo, durante il quale un numero elevatissimo di operatori specializzati ha potuto assistere al confronto – senza precedenti – delle due più alte cariche del mondo dell’industria e di quello del commercio
L’evento, dal titolo “L’imprenditoria italiana nel periodo post-crisi” è stato introdotto da Mario Verduci, segretario generale di Federcomated, che ha sottolineato «la necessità di ricercare il senso di questo incontro nelle ragioni per le quali fare imprenditoria è, e resta, il miglior mestiere del mondo, soprattutto nell’epoca in cui la produzione tende a smaterializzarsi.
Non solo – ha rimarcato Verduci – ma la ricerca del senso di questo incontro dovrebbe offrire argomenti al nuovo modo di intendere il prodotto, quello determinato cioè dal contenuto fisico e dai valori intangibili, dove le imprese che partecipano alla filiera produttiva godono di pari dignità sul piano economico e sociale. Vorremmo, cioè, che questo incontro sancisse la modernizzazione dell’idea di prodotto, così come determinata dall’economia dei servizi e della conoscenza. Coltiviamo l’ambizione di credere che il mondo si possa cambiare senza potere o, meglio, con il solo potere, delle idee nuove».
RETE DI IMPRESA E DI AZIONE
L’auspicio di Verduci diventa azione per Giuseppe Freri, presidente di Federcomated e Ufemat (la federazione europea dei distributori di materiali edili), un uomo che alle “nuove idee” ha sempre creduto nel privato quanto nella vita associativa, tanto che, perseguendole, ha potuto festeggiare, nella stessa giornata del 30esimo meeteing, i 40 anni di attività della sua impresa di distribuzione e la riconferma alla presidenza di Federcomated.
Di nuove idee e nuove azioni ha parlato, infatti Freri, ricordando che già durante i festeggiamenti del Giubileo di Federcomated (celebrato nel novembre del 2008) aveva sottolineato che l’Italia è il Paese “dei tanti orticelli” ed esortato gli attori della filiera dell’edilizia a uscire da questa visione imprenditoriale che non avrebbe portato grandi risultati. «Dobbiamo superare l’incapacità di costruire condivisioni comuni. Questo incontro vuol segnare l’inizio di un cambiamento, la nascita di un grande campo: il campo del fare! Bisogna iniziare a fare rete, rete d’impresa ma anche rete d’azione e in primo luogo rete tra le istituzione che coordinano la vita delle imprese. Per poter vincere nuove sfide è necessaria cooperazione, è necessaria la diffusione della cultura imprenditoriale presso le nuove generazioni, è necessario l’ascolto».
E dopo aver ringraziato i presidenti Squinzi e Sangalli «per l’impegno ad approfondire questa tematica per segnare la giusta strada e le giuste risposte che vadano della direzione della modernizzazione e della responsabilità sociale», ha concluso l’intervento esortando a «non perdere la speranza, essa sarà la luce del nostro fare impresa in un contesto più sereno e meno faticoso». Nonostante la fase in cui l’intero paese si trova e, a tal proposito, sulla necessità che le riforme in corso vengano portate a termine in tempi brevi è unanime la posizione dei tre presidenti Giorgio Squinzi di Confindustria, Carlo Sangalli di Confcommercio (e dal prossimo mese di gennaio anche vertice anche di Rete Imprese per l’Italia in sostituzione di Giorgio Guerrini) e Giuseppe Freri .
FONDAMENTALE LA RIFORMA ELETTORALE
È necessario per Giorgio Squinzi «mostrare al Paese che il buon senso prevalga e che possa essere firmato l’accordo per la produttività. Ormai siamo alla partenza di una campagna elettorale, tra l’altro particolare, e spero che questa non venga sfruttata per promettere cose che il Paese non sarebbe in grado di mantenere L’accordo per la produttività è un piccolo passo che va nella direzione giusta, bisognerà dare fiducia agli investitori, ai consumatori e agli imprenditori, mi auguro che il governo che seguirà possa lavorare, avendo una base parlamentare solida, senza i vincoli che purtroppo questo governo ha avuto». Squinzi auspica che almeno diventino strumenti attuabili il decreto di sviluppo, di stabilità, il disegno di legge costituzionale per la riforma del Titolo V e la delega fiscale. Poi auspica investimenti sulla ricerca e sulle infrastrutture che possano portare presto alla digitalizzazione del Paese e delle pubbliche amministrazioni.
Carlo Sangalli concorda con il presidente di Confindustria e condivide la preoccupazione per l’ingorgo parlamentare perché, soprattutto se sarà confermato l’”election day” del 10 marzo, i giorni lavorativi sono pochi e dei tanti provvedimenti oggi alle Camere pochi potranno essere convertiti in legge. «È importante che tutte le forze sociali, il Parlamento e il governo trovino un momento di coesione e di condivisione. Condivido con il presidente di Confindustria la assoluta necessità di fare questa riforma elettorale per consentire ai cittadini di riacquistare identità e responsabilità e (non essere più come dei sudditi che andavano a ratificare quello che altri avevano già deciso) e per dare più autorevolezza al Parlamento. Il costo burocratico è drammatico, oggi deteniamo il record negativo della pressione fiscale».DERUBRICARE L’AUMENTO DELL’IVA
«Il problema reale del nostro Paese è la debolezza strutturale della domanda interna che per investimenti e consumi vale l’80 per cento del pil – continua Sangalli. – Bisogna rilanciare la domanda interna che, per quanto riguarda i consumi, è desolatamente ferma. Questo è uno dei motivi per cui ci siamo sempre opposti all’aumento dell’Iva.
Ci siamo opposti all’aumento dal 10 all’11%, e diamo atto al Governo di non averla effettuata perché avrebbe colpito, tra l’altro, settori fondamentali per la ripresa, come il turismo e la ristrutturazione edilizia. Questo è stato un passo, ma a noi non basta, chiediamo che sia derubricato anche l’aumento dell’Iva prospettato a partire dal luglio 2013. Perché se è vero, come affermato dal ministro Grilli in occasione del forum veneziano dei giovani imprenditori di Confcommercio, che proprio a partire dalla metà di luglio 2013 il Paese potrebbe assistere a una ripresa, è anche vero che se proprio in quel momento aumentasse l’aliquota sarebbe come una pesante doccia gelata che potrebbe vanificare ogni sforzo».
GRANDI CAMPI CON GRANDI SQUADRE
Rispondendo a domande puntuali rivolte da Matteo Valdè, Francesco Freri e Luca Berardo, tre giovani imprenditori della distribuzione (clicca qui per approfondimenti e video), i vertici delle due importanti confederazioni hanno poi parlato di promozione delle aziende virtuose, dell’importanza di coinvolgere i giovani nel mondo associativo e imprenditoriale e della necessità di politica, con la P maiuscola, volta all’interesse del bene comune.
« È stato un incontro storico – ha sottolineato Giuseppe Freri a conclusione dell’evento – Io credo che questa sera quegli orticelli di cui ho parlato prima siano diventati dei grandi campi con delle grandi squadre. Portiamo a casa la speranza che ci permette di fare il nostro lavoro in modo meno stressato, con la consapevolezza del fatto che stiamo costruendo il paese. Ci faremo aiutare dai presidenti di Confindustria e di Confcommercio che, se sono qui, vuol dire credono nelle azioni che stiamo portando avanti. Certo non possiamo pretendere che Squinzi e Sangalli possano da soli fare dei miracoli. Il miracolo italiano lo facciamo tutti se lo facciamo insieme.
Francesca Malerba
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