Dalla nascita di internet, che rappresenta senza dubbio una delle più importanti svolte nella storia dell’umanità, il mondo della rete non si è più fermato. Nato come sistema per far comunicare tra di loro computer appartenenti a organizzazioni specifiche, oggi è diventato uno strumento utilizzato in ogni paese del mondo per lavorare, informarsi, giocare, studiare, comunicare… E l’elenco potrebbe continuare riempiendo pagine e pagine di attività che oggi facciamo utilizzando internet. Le ultime ricerche hanno rilevato che oltre il 60% della popolazione mondiale oggi è connesso a internet.
Con il passare degli anni e con la rapida evoluzione degli strumenti informatici, dei linguaggi di programmazione, della computer grafica e dei programmi di modellazione 3D, una delle ulteriori sfide che la rete ha posto all’umanità è stata la creazione di una realtà virtuale, ovvero di un universo parallelo esistente solo nella rete ma capace di riprodurre luoghi, esperienze e sensazioni del tutto simili a quelli che viviamo nella realtà.
L’ambito dei video games è stato quello che nei primi anni ha saputo maggiormente sfruttare le potenzialità di questi mondi. Gli amanti del genere non faranno fatica a trovare familiarità in nomi come Second Life o Minecraft, giochi diffusi a livello planetario che propongono realtà in tre dimensioni nelle quali cimentarsi in una vita parallela interpretando sé stessi (o chiunque altro si voglia essere) attraverso la creazione di un avatar.
Il metaverso: la nuova frontiera della virtuale
Rimane molto difficile dare delle definizioni precise e univoche di questi mondi paralleli. L’evoluzione di questi sistemi è rapidissima e le tecnologie in campo diventano sempre più complesse.
Certo è che la realtà virtuale con il suo sviluppo ha smesso di essere appannaggio solo del settore gaming ma è diventata terra di sperimentazione anche per attività ben più serie e produttive. Gli obiettivi principali diventano due: da un lato la possibilità di acquisire nuove competenze e conoscenze attraverso la sperimentazione in un mondo altro (si pensi ad esempio ai simulatori di volo che diventano parte integrante del percorso di formazione dei piloti), e dall’altro l’opportunità di entrare su un piano completamente nuovo per sviluppare e promuovere prodotti e aumentare le vendite.
L’applicazione che oggi sembra suscitare il maggiore interesse è quella del metaverso, che unisce le tecnologie della realtà virtuale e della realtà aumentata. Da non confondersi con il multiverso, che è il termine con il quale il mondo della scienza indica la possibilità che esistano altri universi (sempre però fisici) oltre a quello nel quale ci troviamo.
Il metaverso viene definito come un «ecosistema costituito da spazi tridimensionali all’interno dei quali le persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire» (rif. Treccani) e si caratterizza per essere completamente immersivo. Grazie, infatti, all’utilizzo di un visore, l’utente diventa esso stesso il proprio avatar e può interagire direttamente con altri mondi paralleli e con al- tre persone.
Nel metaverso ogni cosa è possibile, come in un enorme parco giochi si ha la possibilità di esplorare nuovi mondi, passare da un’ambientazione a un’altra con il “teletrasporto” (ovviamente non siamo noi che ci spostiamo ma è l’ambiente che cambia), interagire con altri personaggi o addirittura con gli oggetti, siano essi inanimati o animati dall’intelligenza artificiale. Si può comunicare attraverso la voce o attraverso una chat, ci si possono scambiare informazioni e si possono sperimentare nuove modalità interattive. Il metaverso rappresenta quindi l’opportunità quasi sconcertante di superare tutte le barriere che il mondo reale ci pone davanti ogni giorno.
Per questo rappresenta un’enorme possibilità di crescita e di sviluppo ma allo stesso tempo è anche un ricettacolo di insidie e pericoli da eliminare attraverso una corretta regolamentazione.
L’applicazione nel mondo dell’architettura e dell’edilizia
Alcuni marchi, soprattutto nell’ambito della moda e del lusso, hanno già approcciato il mondo del metaverso con operazioni di branding più o meno importanti, cercando di influenzare e attirare nuovi target attraverso l’apertura di touch point virtuali. Basti pensare che la piattaforma Decentraland ha ospitato, nel marzo dello scorso anno, una specialissima “Metaverse Fashion Week”, con eventi e sfilate di ogni genere alle quali hanno partecipato oltre 60 brand di fama mondiale, tra i quali, per citarne un paio, Tommy Hilfiger e Dolce & Gabbana.
Il metaverso ha creato negli anni scorsi “terremoti” anche in ambito immobiliare. Aziende e investitori privati, convinti che edifici e lotti di terreno virtuali rappresentassero un investimento da non lasciarsi scappare in previsione del boom del metaverso, hanno speso non pochi danari per accaparrarsi le migliori opportunità virtuali disponibili sul mercato.
Al di là delle speculazioni di vario genere, è indubbio che il metaverso possa rappresentare motivo di sviluppo anche per il settore dell’edilizia e dell’architettura. Il concetto di digital twin è fortemente collegato a questo tema e allo scenario di sviluppo che il metaverso potrebbe rappresentare per il futuro dell’edilizia. Il digital twin non è altro che la copia virtuale di un oggetto fisico e reale, con il quale comunica e rispetto al quale rap- presenta una sorta di copia con la quale si possono sperimentare funzionalità e sviluppi.
Questa possibilità, applicata alla progettazione non solo di edifici, ma di interi quartieri e città, permetterebbe di avere un vantaggio enorme rispetto alla modalità di progettazione attuale.
Progettare nel metaverso significa poter valutare in anticipo la funzionalità e l’efficacia di ogni tipologia di scelta, sia essa di materiali, di impianti, di posizionamento, nonché di connessioni tra edifici e strutture con destinazioni d’uso complementari. Permetterebbe di valutare in anticipo l’efficacia e la bontà delle infrastrutture collegate agli edifici e delle connessioni stradali, di stimare la durata delle performance energetiche, di prevedere il comportamento degli utenti e di conseguenza modificare, se necessario, alcuni standard costruttivi. Permetterebbe di sperimentare l’evoluzione del tessuto sociale in relazione, ad esempio, al decentramento di alcune strutture essenziali oppure, viceversa, alla loro concentrazione in un punto specifico della città.
Sogno o son desto?
Questa prospettiva non è niente male e solo a parlarne può fare illuminare gli occhi, oltre che ai più accaniti sognatori anche ai più scettici pessimisti sul futuro. È chiaro che stiamo parlando di un futuro non così vicino… basti pensare a quanto il Bim sia ancora lontano dal diventare procedura consolidata e usuale di progettazione per tornare con i piedi per terra.
Si tratta però di un’opportunità che può portare a una svolta epocale e che le nuove generazioni di professionisti non dovrebbero lasciarsi sfuggire, anche perché richiederà sicuramente la nascita di nuove professionalità e di conseguenza l’apertura di una quantità non indifferente di nuovi posti di lavoro (a chi è sufficientemente giovane e vuole portarsi avanti consiglio di recuperare alcune classifiche già stilate sulle professioni più ricercate nel metaverso). Non solo naturalmente nel mondo dell’edilizia, ma in tutti i settori in cui potrà trovare applicazione con successo.
Il metaverso rappresenta una grande opportunità, ma come già detto può nascondere anche diverse insidie, ancora di più in quanto copia artificiale del mondo reale. Per questo ha necessità di una regolamentazione precisa, con tanti temi già messi sul piatto, dalla privacy dei dati al pericolo di cyberbullismo.
“Con una crescita globale stimata di 800 miliardi di euro entro il 2030 e la potenziale creazione di 860mila nuovi posti di lavoro entro il 2025, i mondi virtuali sono destinati a trasformare i settori delle imprese e dell’occupazione nell’Ue” – si legge sul sito della Comunità Europea. La commissione è già al lavoro per garantire che vengano rispettati i valori e i diritti fondamentali dell’Ue e che i mondi virtuali promuovano realmente l’innovazione per le imprese.