Il Commercio edile. 35 anni nutrendo le relazioni

Un evento, una festa, un momento di incontro in cui imprenditori della distribuzione ed esponenti dell’industria brindano all’anniversario de Il Commercio Edile
I rapporti umani sono il cibo di cui qualsiasi mercato ha bisogno per crescere e svilupparsi. La loro centralità ha ispirato i festeggiamenti per il trentacinquesimo compleanno de Il Commercio Edile. “Nutrire le relazioni – energia per il business nella distribuzione edile“ è infatti il claim dell’evento svoltosi il 24 settembre a Milano presso il Palazzo della Cultura, sede del Gruppo Tecniche Nuove.

Un’occasione per favorire l’incontro tra imprenditori della distribuzione ed esponenti dell’industria, ma anche per brindare tutti insieme al prestigioso traguardo raggiunto.

«Con Il Commercio edile abbiamo sempre voluto fornire uno strumento di informazione reale al settore della distribuzione. Oggi, con l’aiuto della nostra Redazione e di Federcomated, intendiamo rilanciare il concetto di comunicazione nel mondo dell’architettura, delle costruzioni e dell’edilizia» Ivo Nardella, direttore generale Tecniche Nuove

 

Il rilancio della comunicazione
Normalmente, gli anniversari si festeggiano al raggiungimento della “cifra tonda”. Il trentacinquesimo anno, che coincide con le nozze di corallo, resterà invece un segno indelebile, testimonianza della cornice storica in cui l’evento stesso si colloca. «Cinque anni fa, in occasione del trentennale della rivista, il Paese stava attraversando il periodo più buio della crisi economica. Oggi, con l’aiuto della nostra redazione e di Federcomated, intendiamo rilanciare il concetto di comunicazione nel mondo delle costruzioni e dell’architettura», ha esordito Ivo Nardella.

Un network di idee
«Quello di oggi è un incontro di networking, un voler mettere insieme le aziende, la distribuzione, l’architettura, l’ingegno, le idee. Nelle realtà degli associati Federcomated non ci sono più ‘venditori di sabbia e cemento’, ma fornitori di soluzioni per l’edilizia, che affiancano imprese, architetti e clienti finali. Molti di loro hanno uno studio di architettura interno. Per questo devono presentarsi al mercato con un’offerta poliedrica, che spazi dalle soluzioni di base a quelle più avanzate», ha proseguito il direttore generale del Gruppo Tecniche Nuove.

Bagaglio culturale
Il Commercio Edile esplora trasversalmente i diversi strati dell’edilizia e dell’architettura per accrescere il bagaglio culturale del distributore di materiali e finiture, offrirgli elementi utili che lo aiutino a ideare mix merceologici adatti alle esigenze dei fruitori di abitazioni, luoghi di lavoro, strutture pubbliche e così via. In tale prospettiva, il magazine e il sito internet aggiornato quotidianamente, offrono idee, suggerimenti ed esempi concreti. «Le sezioni e gli articoli danno voce a posatori, architetti, responsabili marketing: figure che collaborano alla creazione di un ambiente più piacevole nelle case, negli uffici e nelle aziende. Molto spazio è riservato al tema attualissimo delle ristrutturazioni, nonché all’efficienza energetica e a quei materiali innovativi che migliorano la qualità della nostra vita», è la sintesi del saluto di benvenuto di Ivo Nardella.

Ascoltare, non sentire
Come molti addetti ai lavori evidenziano, rispondere alle richieste di un cliente non basta più. È la capacità di accoglierlo, di entrare in empatia con lui, di fare in modo che le relazioni si mantengano vive, senza che imbocchino il binario morto della routine. C’è una bella differenza tra “ascoltare” e “sentire”. Il commercio è un mix di numeri e dinamiche interpersonali, dati oggettivi e componente umana. Le due componenti non possono essere scisse a freddo.

Cresciuti insieme
A partire dal 1993, compagna di viaggio de Il Commercio Edile è Federcomated. In quell’anno, al timone dell’associazione politico-sindacale aderente a Confcommercio che raduna i distributori di materiali per l’edilizia, c’era Giuseppe Vantusso, oggi presidente del Gruppo Made. «Ricordo bene di aver avuto la rivista tra le mani per la prima volta e di averla sottoposta all’attenzione del Consiglio Nazionale di Federazione.

Siglammo con l’editore un accordo, da cui scaturì una stretta collaborazione che permise alla testata di acquisire prestigio. Ad esempio, in occasione del convegno Federcomated del 1996, svoltosi a Milano, parteciparono circa 600 persone: la cassa di risonanza offerta dalla rivista fu notevole». Nel 1997, Vantusso fu rieletto alla presidenza di Federcomated per un secondo mandato, che si sarebbe protratto fino al 2001. Dunque, Tecniche Nuove ha rilevato il periodico durante la sua gestione. «Il Commercio Edile era ormai il nostro organo ufficiale da quattro anni quando Giuseppe Nardella, che aveva colto in essa delle ulteriori potenzialità di sviluppo, manifestò il proprio interesse a rilevarla. Nel giro di alcuni mesi, l’acquisizione andò a buon fine e ci fu comunicato l’avvenuto passaggio di consegne. Fu l’inizio di un percorso di collaborazione estremamente lineare e proficuo. Abbiamo organizzato convegni in location prestigiose, messo in campo attività che sono proseguite e anche migliorate con l’arrivo di Giuseppe Freri, che nel 1997 era mio vice e, da presidente, ha dedicato tutte le sue energie all’associazione».
Percorso a tappe
Tornando all’evento del 24 settembre, proprio Giuseppe Freri si è detto fiero di collaborare da anni con un editore che ha condiviso con l’associazione un vero e proprio percorso di attività di comunicazione.

«L’evento di oggi riassume il valore della relazione che è nata tra Federcomated e Tecniche Nuove. L’incontro con questa realtà ha dato il via a un’esperienza che considero meravigliosa dal punto di vista professionale e umano. Abbiamo lavorato insieme all’idea di cambiare il mondo della distribuzione. In parte, ci siamo riusciti. Nel frattempo, abbiamo attraversato anche dei momenti difficilissimi, nei quali un intero Paese si è ritrovato sull’orlo dell’abisso. Oggi intravediamo la luce in fondo al tunnel, e siamo contenti di essere qui, tutti insieme».
Cantiere della comunicazione
Durante il suo intervento, Freri ha rievocato alcune fasi temporali che, dagli anni Novanta in poi, tracciano un filo continuo. Un periodo chiamato espressamente in causa appartiene al passato recente. «Nel giugno 2014, una giornata memorabile è stata l’inaugurazione di questo “cantiere della comunicazione”, alla presenza di autorità e di tante altre persone importanti per il Gruppo. Ho apprezzato l’imprenditore che ha messo tutte le sue energie e la sua volontà per andare avanti, senza mai fermarsi».

L’aneddoto
Per chiudere il cerchio, Freri ha raccontato un ulteriore aneddoto. «A Berlino, a cena dopo un congresso sul Regolamento europeo 305 sulla marcatura CE, un rivenditore mi avvicinò per chiedermi di poter rilasciare un’intervista a Il Commercio Edile. Gli risposi che la redazione sarebbe stata orgogliosa di ospitare sulle proprie pagine un imprenditore che sa fare il suo mestiere. Ancora oggi, il nostro collega la riceve in azienda tutti i mesi. È anche a essa che deve la sua formazione».
Segni premonitori
Allargando la prospettiva al contesto in cui Il Commercio Edile ha vissuto e si è sviluppato, diventa interessante confrontare la testimonianza di fine millennio, raccolta dalla viva voce di Vantusso, con l’evoluzione dei cinque lustri successivi, raccontata pagina per pagina dalla rivista. «All’epoca, il mercato delle costruzioni italiano godeva di buona salute. Di conseguenza, tutti i rivenditori erano in crescita. In Federcomated, tuttavia, avevamo già enunciato alcuni principi che, col tempo, si sarebbero rivelati delle verità incontrovertibili. Ad esempio, durante i nostri convegni avevamo esortato gli imprenditori a consociarsi, ad aggregarsi, a creare massa, poiché in futuro non ci sarebbe stato spazio per punti vendita piccoli e isolati. Il problema dell’epoca, infatti, non erano tanto i 9.000 rivenditori edili sparsi sul territorio nazionale, ma il fatto che a essi corrispondessero 9.000 partite Iva. Fossero state 500, al massimo 2000, le cose sarebbero andate diversamente». Nei primi anni Duemila, seppur lentamente, sarebbero cominciate le prime operazioni di M&A (fusione & acquisizione, ndr). «Dal 2008 in poi, il nostro settore è piombato in una crisi pazzesca, incappando in una serie di problematiche dalle quali, a tutt’oggi, non siamo ancora del tutto usciti. Ad ogni modo, sono rimasti sulla piazza gli operatori che hanno dimostrato di operare con correttezza e serietà». Cose che, nell’arco di quindici anni, si sarebbero effettivamente verificate.

Partecipare al cambiamento
Concludendo la mini-conferenza di apertura dell’evento, Giuseppe Freri ha rivolto al mondo della produzione l’invito a una sinergia sempre più stretta con la redazione. «Occorre definire come intendiamo agire in un mercato che ormai è cambiato, come lo sono le relazioni tra persone e imprenditori. Chiedo all’industria e anche ai colleghi di collaborare in modo nuovo, di portare il proprio contributo nel creare cultura imprenditoriale. Uscite dal vostro recinto e partecipate al cambiamento con delle proposte, non con lamentele che lasciano il tempo che trovano. Insieme a Tecniche Nuove, realtà editoriale che genera ricchezza nei rapporti interpersonali, potremo giocare questa partita».

Stefano Troilo