Il caldo abbraccio del mattone

(foto Wienerberger
(foto Wienerberger)

I blocchi laterizi alveolati o porizzati permettono di ottenere alte prestazioni nel campo dell’isolamento termico e garantiscono adeguate prestazioni meccaniche anche zona sismica. I blocchi semipieni in laterizio, con una percentuale di foratura inferiore a 45 per cento, rappresentano una delle più usuali soluzioni per la costruzione di strutture portanti in quanto assicurano un’adeguata resistenza alle azioni statiche dirette in senso verticale e alle sollecitazioni dinamiche indotte da un eventuale sisma.

(foto Siai Fornace di Petacciato)
(foto Siai Fornace di Petacciato)

In particolare il laterizio impiegato nei blocchi ad alte prestazioni termiche, con massa alveolata o porizzata, è un materiale tradizionale, in linea con i principi della bioarchitettura e derivato dalla cottura di argille senza aggiunte di additivi o di altri composti. Questi laterizi alleggeriti consentono di costruire con rapidità molteplici tipologie di murature portanti esterne e interne al fabbricato, monostrato, composte o a doppia parete, sulla base delle specifiche tecniche richieste dal progetto dell’edificio. In ogni caso il grado di partecipazione a un eventuale incendio di una muratura alveolata e porizzata è nullo in quanto i materiali impiegati sono incombustibili. Altrettanto favorevole è la resistenza al fuoco di una normale parete portante che, anche con spessori ridotti e con un assetto tradizionale, supera il valore REI 180.

Le norme
Le principali norme sugli elementi in laterizio per muratura sono:
Uni En 771-1:2015 – “Specifica per elementi per muratura – Parte 1: Elementi di laterizio per muratura” descrive le caratteristiche e i requisiti prestazionali per elementi per muratura fabbricati con laterizio per l’utilizzo in costruzioni di muratura. La norma definisce le prestazioni relative per esempio alle tolleranze dimensionali, alla resistenza, alla massa volumica misurate secondo i corrispondenti metodi di prova contenuti in altre norme europee.
Uni En 772-1:2015 – “Metodi di prova per elementi per muratura – Parte 1: Determinazione della resistenza a compressione” che indica un metodo per determinare la resistenza a compressione degli elementi per muratura. L’isolamento termico di una parete non deve essere valutato solo ed esclusivamente in base alla trasmittanza, ma occorre tenere conto anche di altre caratteristiche: inerzia termica, capacità di accumulo, durabilità, ecc. Questi concetti sono riscontrabili anche nelle normative sul rendimento energetico in edilizia (D.Lgs. 192/2005, D.Lgs. 311/2006 e seguenti), dove il parametro di riferimento da considerare è l’indice di prestazione energetica.
La principale norma in materia è la Uni/Ts 11300-1:2014 – “Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale” che fornisce dati e metodi per la determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.
Per quanto riguarda l’acustica la norma Uni 11367:2010 – “Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera” definisce, in riferimento ad alcuni requisiti acustici prestazionali degli edifici, i criteri per la loro misurazione e valutazione. Su tale base la norma stabilisce inoltre una classificazione acustica (in riferimento ad ognuno dei requisiti), per l’intera unità immobiliare (salvo alcune tipologie). La norma Uni 11444:2012 – “Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali” completa la Uni 11367 sulla classificazione acustica delle unità immobiliari di sistemi edilizi non seriali, caratterizzati da un insieme di unità immobiliari con elementi tecnici di solito variabili da un edificio all’altro.

La robusta struttura a fori verticali capace di distribuire i carichi su una base ampia, è in grado di rispondere perfettamente alle sollecitazioni statiche e dinamiche nelle murature portanti, ma i connotati più evidenti dei blocchi laterizi alveolari o porizzati riguardano il comportamento nella risoluzione delle problematiche termiche e igrometriche.

(foto Toppetti 2)
(foto Toppetti 2)

La struttura finemente porosa e i fori verticali, spesso di forma molto allungata e con un particolare disegno dei setti, disposti in filari con direzione perpendicolare al flusso termico determinano valori di resistenza e di trasmittanza termica tali da contenere fortemente le dispersioni di calore verso l’esterno durante i mesi più freddi. Una muratura realizzata con i blocchi termici possiede una temperatura della superficie delle pareti verso l’ambiente interno non inferiore o non superiore, secondo le stagioni, di 2-3 °C rispetto alla temperatura dell’aria presente nell’ambiente stesso.

(foto Danesi Laterizi)
(foto Danesi Laterizi)

Ciò impedisce che durante i periodi più caldi la superficie interna della muratura dia la sgradevole sensazione di irraggiare calore e al contrario, durante i mesi più freddi, di assorbire il caldo fornito dai terminali del riscaldamento. Risolvendo quest’ultima condizione, i connotati termici della muratura impediscono la formazione di condense e di muffe anche nelle zone dove vengono prodotte grandi quantità di vapore, come la cucina o il bagno. Le doti nel campo dell’isolamento termico, per i blocchi laterizi da murature portanti esterne, sono accompagnate sempre da buone caratteristiche di difesa contro i rumori aerei che vengono notevolmente attenuati anche senza ricorrere a ulteriori strati protettivi.

(foto Nigra)
(foto Nigra)

La presenza di alveoli e di pori relativamente ampi rappresenta inoltre una difesa contro gli effetti del gelo su murature che risultano bagnate a causa dell’umidità dell’aria o per pioggia battente quando la temperatura scende al di sotto di 0° C. Le pressioni interstiziali durante la formazione di ghiaccio nei pori e nelle discontinuità del laterizio, spinge l’acqua verso altre microcavità senza creare tensioni sulle pareti dei canali capillari o dei pori, annullando durante i cicli di gelo disgelo il danneggiamento del materiale e il conseguente sfarinamento progressivo delle superfici.
I blocchi alveolati e porizzati
L’alleggerimento del blocco laterizio e la formazione di alveoli e pori diffusi in maniera uniforme nella massa del materiale viene ottenuta con diversi sistemi che sovente derivano da pratiche anche molto antiche utilizzate per rendere più leggeri i mattoni eseguiti a mano. I materiali più impiegati per alleggerire le argille della miscela di base sono le sfere di polistirolo espanso, la sansa derivata della lavorazione delle olive, la segatura e la farina di legno di prima lavorazione o gli scarti della lavorazione del riso. Questi materiali combustibili, bruciano durante la cottura dei blocchi e lasciano una struttura a microcavità non comunicanti tra loro, diffusa uniformemente nella massa del laterizio.

(foto Toppetti 2)
(foto Toppetti 2)

Negli ultimi anni a questi materiali d’alleggerimento è stata aggiunta la perlite, minerale a basso peso specifico che deriva da una roccia vulcanica espansa artificialmente dopo un processo di macinazione e cottura. L’aggiunta di questi composti per l’alleggerimento nell’impasto, rende la cottura del laterizio più omogenea e per tutto lo spessore migliorando in un certo grado le doti meccaniche degli elementi. Grazie alla presenza delle cavità e dei pori, che compaiono anche lungo tutte le superfici esterne dei blocchi, la densità del laterizio viene notevolmente ridotta conferendo al materiale le caratteristiche doti termoigrometriche. L’aggiunta di perlite all’impasto argilloso produce blocchi completamente lisci all’esterno e le proprietà specifiche derivano dalla struttura espansa delle minuscole particelle additivate all’impasto che durante la cottura in fornace non subiscono mutamenti sotto l’azione del calore.
I blocchi compositi
Per aumentare le prestazioni nel campo dell’isolamento termico, vengono proposte alcune tipologie di blocchi laterizi alleggeriti per murature portanti e di tamponamento, esterne e interne. Una tipologia a taglio termico continuo è realizzata con elementi a tre strati preassemblati mediante agganci metallici e chimici. Lo strato più interno è costituito da un pannello isolante in polistirene espanso autoestinguente, quello esterno è un blocco portante e quello opposto è un elemento per tavolato. In alcuni casi il pannello di polistirene è sostituito da uno spessore di agglomerato in sughero naturale, ma in ogni caso l’elemento coibente sporge dal piano di allettamento del blocco e dai lati così da ottenere la continuità dell’isolante al momento della posa e della formazione del giunto orizzontale. In verticale il blocco non richiede malta in quanto dotato di incastri e la malta del giunto orizzontale è disposta in due cordoli lungo i fianchi dell’isolante.

(foto Wienerberger)
(foto Wienerberger)

Un’altra tipologia di blocchi portanti con inserti coibenti è composta da usuali elementi in laterizio porizzato, semipieni e con incastro laterale, che sono fabbricati con i fori centrali riempiti con polistirene ad alta densità, autoestinguente ed espanso al vapore e sovente additivato con grafite per ridurre la trasmittanza termica. Altre versioni impiegano riempimenti in lana di roccia sempre ad alta densità oppure materiali a cambiamento di fase che sono in grado di assorbire il calore che attraversa il blocco per poi restituirlo nei locali serviti. Talune produzioni privilegiano l’uso di vernici basso emissive che, stese all’interno dei canali, riflettono l’energia verso gli ambienti interni invece di dissiparla all’esterno.

(foto Toppetti 2)
(foto Toppetti 2)

Altre tipologie di blocchi sono scanalati sul piano di allettamento per inserire un elemento in plastica che taglia il giunto di malta, impedisce il ponte termico e regola lo spessore della giunzione orizzontale tra i corsi di laterizio. Per tutte queste varianti, si tratta sempre di un sistema completo di fabbricazione che comprende anche gli elementi di completamento, come i blocchi d’angolo e quelli a basso spessore per annullare i ponti termici, confezionati sul medesimo principio dei blocchi portanti e come questi da posare solo con due strisce di malta laterali sporgenti di 1 cm rispetto all’altezza del blocco.
I blocchi a piani rettificati
Il blocco laterizio ad alte prestazioni termiche realizzato con i piani di allettamento paralleli e rettificati mediante un sistema speciale di molatura, permette di confezionare elementi con fianchi a incastro connotati da una notevole precisione nella misura dell’altezza e quindi da posare solo con un sottile strato di collante cementizio risolvendo diversi problemi sul cantiere. La posa praticamente a secco rende più rapida l’operazione di costruzione con un notevole risparmio di costi per il legante e per tutte le operazioni connesse all’uso delle malte tradizionali. Il lavoro complessivo si presenta più pulito così come il cantiere nel suo complesso, pur assicurando alte prestazioni di resistenza meccanica a compressione e a trazione accompagnate da un miglior potere coibente grazie all’eliminazione dei ponti termici derivati dai giunti di malta.

(foto Wienerberger)
(foto Wienerberger)

Il sistema è completo di collante, di attrezzi livellatori, di maniglie per facilitare la presa dei blocchi e di pezzi speciali per il completamento della muratura, mentre tutto il principio costruttivo è normalizzato così da renderlo facile e comprensibile anche ai meno esperti. Al termine del lavoro la muratura si presenta asciutta, omogenea, liscia e pronta per l’applicazione dell’intonaco che può essere steso anche in uno strato più sottile rispetto alle opere tradizionali per la notevole planarità della parete.

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