Gruppo Qualità Legno. La scarsa cultura tecnica è dannosa

Le costruzioni edili realizzate in legno sono da qualche anno una realtà in costante crescita in Italia, tuttavia alcuni progettisti avvertono il rischio che l’impiego del legno si trasformi in un fenomeno di moda, sottomesso a logiche commerciali o a una falsa aspirazione ecologista a scapito delle peculiarità del prodotto naturale. Per questo una ventina tra architetti, ingegneri, docenti, giornalisti e professionisti del legno ha dato il via il 21 novembre 2016 ad Altavilla Vicentina al Gruppo Qualità Legno, che si prefigge di praticare e diffondere la cultura del legno anche attraverso corretti insegnamenti tecnici a partire dalle scuole.

Nel seminario sullo Stato dell’arte delle costruzioni di legno in Italia tenutosi a Legno&Edilizia in Fiera a Verona, il GQL ha presentato il proprio manifesto in cui si critica la scarsa cultura tecnica in fatto di durabilità delle costruzioni di legno, di impiego delle specie legnose (in Italia si abusa di abete rosso trascurando altre specie come il castagno) e di considerazione dei fenomeno vento-fuoco-sisma. Ma ci sono anche altri aspetti discutibili, sostengono i firmatari del documento, nei comportamenti di produttori o progettisti poco preparati che magari usano materiali o accorgimenti non conformi alle regole. In una parola, non ci si può improvvisare esperti di case in legno e bisogna avere l’umiltà di studiare i comportamenti di questa materia naturale e organica.

Il seminario organizzato dal Franco Laner, docente nell’Università IUAV di Venezia, ha rivolto ai progettisti nuove pratiche di comunicazione, suggerendo comportamenti e pratiche corrette. «Siamo un gruppo di esperti scontenti di vedere il legno usato male – ha esordito Felice Ragazzoprofessore a contratto di Disegno Industriale alla Sapienza di Roma  – ma la colpa è dei cattivi maestri, di docenti impreparati che non insegnano ai giovani ad evolversi». «Abbiamo il decreto 14 gennaio 2008 che è una buona norma – ha detto Laner – tuttavia in Italia non si fa più ricerca e nemmeno si impara dalla storia che dovrebbe insegnare i buoni usi del legno: per esempio nessuno inserisce più sui tetti (come nelle antiche case coloniche) le canaline tagliafuoco per salvaguardare le strutture adiacenti a quelle che potrebbero incendiarsi. E poi da noi basta una giornata di corso per ottenere la qualifica di tecnico di produzione…»

Davide Maria Giachino docente al Politecnico di Torino ha fornito gli ultimi dati Federlegno 2014: Italia quarta nella produzione di edilizia in legno con oltre 3.000 nuove case (contro le poche decine del 2008), 38% di quota di mercato per l’X-Lam (oggi già salita al 50%). «Il fatto che a parte la facoltà di Ingegneria di Trento la preparazione accademica in materia sia in Italia quasi nulla, determina la crescita delle cause giudiziarie per edifici mal costruiti. Nel 54% dei casi la colpa sta negli errori progettuali riguardo a punti critici mal considerati (40% di criticità per i terrazzi, 19% per i tetti)». Eppure basterebbe imparare dagli esempi positivi: la più antica casa rurale europea si trova nel canton Svitto in Svizzera e resiste con le sue strutture in legno dal 1287…

Sono molti gli errori fatti da cattivi progettisti, soprattutto se ignorano il delicato rapporto legno- suolo- acqua.
Il forestale Andrea Zenari dell’Istituto Legno Lazzari-Zenari ha espresso la speranza che i costruttori si attengano alla Uni TR 11499 che dà le linee guida; e ha auspicato che si usino sempre viti e chiodi certificati CE, ricordando che in Italia solo 300 aziende sono certificate per produrre legno lamellare.

Esempi concreti del comfort e del risparmio energetico delle case in legno sono stati portati da Alessia Mora consulente Celenit SpA e Marco Arata titolare dello studio Arata Ecobuilding che hanno parlato dell’esigenza di dotare le case di isolanti pesanti e termoacustici e di fornire una buona traspirabilità.

«Le norme lasciano ai progettisti la discrezionalità di tarare le caratteristiche di massima dei materiali» ha ricordato Antonio Pantuso docente di Meccanica strutturale allo IUAV, rammentando che le connessioni vanno progettate bene e sperimentate molto per rendere il più possibile elastica la struttura di un edificio impedendo che il terremoto impatti con pareti rigide.