Un avamposto della sostenibilità che punta a rivoluzionare le abitudini di acquisto dei consumatori: si chiama Green Pea (dall’inglese pisello verde) ed è la nuova sfida della famiglia Farinetti, che a più di dieci anni dall’inizio dell’avventura di Eataly punta a bissarne il successo, trasferendo la filosofia del “buono, pulito e giusto”, finora applicata al settore del food, al mondo della moda, dell’arredo e della mobilità. Parola d’ordine sostenibilità: tutto ciò che si troverà all’interno del retail park che inaugurerà entro la fine del 2020 sarà assolutamente green e rispettoso dell’ambiente, dai vestiti alle auto, dai mobili all’energia. Uno store multiprodotto di oltre 10mila mq e cinque piani che sta prendendo forma a Torino, in via Nizza, proprio accanto al primo negozio di Eataly, il luogo che ha portato fortuna a Oscar Farinetti e dove è cominciata la sua rivoluzione.
Così come Eataly è stato in grado di anticipare le nuove necessità dei consumatori puntando sull’attenzione agli ingredienti e su una nuova cultura del cibo, così Green Pea vuole anticipare una nuova ondata di interesse verso l’ambiente proponendo servizi e beni durevoli esclusivamente ecologici o realizzati con materiali sostenibili.
Al centro dell’offerta dello store a impronta green ci saranno prodotti creati in armonia con la terra, l’aria, l’acqua e le persone: un invito a tutti gli utenti a modificare i propri comportamenti d’acquisto per consumi più consapevoli che rispettino l’ambiente; rispetto verso la natura che non deve essere più concepito come un dovere bensì come un piacere, come recita il payoff del progetto «from duty to beauty», il piacere di rispettare ciò che ci circonda.
Un nuovo modello di retail
Un progetto unico e rivoluzionario, quello di Green Pea, che segna un punto di svolta nel mondo del retail, non solo per la sua struttura architettonica completamente ecosostenbile e ecoefficiente ma anche per il modo stesso di proporre, raccontare e selezionare i fornitori e gli articoli, che dovranno rispondere a criteri ben precisi, compresi i materiali per la casa e i complementi d’arredo a cui sarà dedicato il primo piano.
Un cambiamento radicale, dall’impronta green, che punta ad esempio su articoli privi di formaldeide, mobili realizzati solo con legno proveniente da aree soggette a deforestazione e certificato Fsc, o elementi prodotti con materiali di recupero. Stessa filosofia anche per i capi di abbigliamento, collocati al secondo piano, che saranno realizzati in cotone bio, lana da allevamenti certificati e plastiche riciclate. Al terzo piano si troverà invece la ristorazione con due diverse proposte, un bistrot e un ristorante gourmet, affiancati da una libreria di 6mila volumi, uno spazio beauty e un ulteriore angolo dedicato alla moda sostenibile con tre gradi firme. Sul tetto ci sarà invece l’Otium club con piscina e spa con vista sulle Alpi. Non mancheranno poi i servizi, collocati al piano terra, dal banking green alla telefonia, che proporrà telefoni ricondizionati di ultima generazione, a cui si aggiungono i servizi energetici e uno spazio dedicato alla mobilità e alle auto del futuro.
Il progetto architettonico
Green Pea, il primo esempio in Italia di green retail e al momento l’unico (la famiglia Farinetti non prevede la realizzazione di nuovi store nel nostro Paese ma in altre importanti città del mondo) è un centro polifunzionale il cui progetto è stato commissionato agli studi ACC Architettura Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti Associati di Torino.
Il nuovo edificio si affianca al primo centro enogastronomico Eataly, progettato dallo stesso team nel 2007, e completa la riqualificazione dell’ex area industriale Carpano Lingotto. Obiettivo che ha caratterizzato e guidato la nuova realizzazione è garantire un alto livello di sostenibilità ambientale, trasmettendo al tempo stesso i propri valori attraverso l’architettura, che mette in pratica i principi del rispetto dell’ambiente e li mostra per spiegarli agli utenti.
L’immagine dello store è caratterizzata da un guscio permeabile di lamelle frangisole in legno, sostenuto da una nervatura in acciaio: una forma organica che avvolge i volumi commerciali e fa respirare l’edificio, proteggendolo dal sole. All’interno di questo involucro di legno di abete rosso, recuperato dalle foreste delle regioni del Nord-Est distrutte dalle tempeste nell’autunno 2018 e termo-trattato per renderlo adatto ad un’applicazione in esterno, si inserisce la vegetazione che diventa un vero e proprio materiale architettonico, facendo apparire così la struttura come un organismo naturale che vibra a seconda della luce e della crescita della vegetazione, incarnando l’idea di eco-compatibilità che questo nuovo format applica alla scala dell’architettura urbana. Così, il livello delle coperture diventa una sorta di quinta facciata dell’edificio, attrezzata come un grande tetto verde pensile, ricco di vegetazione, mentre ai piedi dell’immobile si sviluppa una piazza pedonale.
Green Pea è quasi interamente costruito a secco sia per quanto riguarda le strutture portanti sia per i tamponamenti esterni e i tramezzi interni; una scelta che consentirà l’allungamento del ciclo di vita dell’immobile attraverso il riciclo dei materiali e dei componenti. Lo scheletro della struttura, escluse limitate porzioni di irrigidimento in calcestruzzo armato, è interamente in acciaio, con colonne, travi principali e travi secondarie assemblate reciprocamente attraverso piastre imbullonate.
Per la progettazione il team di architetti ha adottato le più avanzate strategie ambientali attive e passive, prediligendo soluzioni architettoniche e impiantistiche rivolte all’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, che hanno portato al raggiungimento, in fase di progettazione, del punteggio 3,5 del Protocollo Itaca. Un edificio energeticamente autosufficiente che produce energia utilizzando fonti rinnovabili come pozzi geotermici, pannelli fotovoltaici, elementi per la captazione di energia eolica, fino ad alcuni elementi, come ad esempio la pavimentazione, che consentono il recupero dell’energia cinetica esercitata dal passaggio degli utenti.
Il manifesto di Green Pea
Da zero a dieci: tanti sono i punti che compongono il manifesto di Green Pea che incarna lo spirito del progetto:
- “Abbiamo l’inguaribile speranza che sia possibile salvare, migliorare la vita umana sul nostro pianeta. Dipende da noi, ogni singolo umano. Occorre modificare il nostro rapporto con la terra, l’aria e l’acqua e migliorare le relazioni con tutti gli esseri viventi: umani, animali e vegetali (…)”;
- “Con sperimentata convinzione riteniamo che per raggiungere rapidamente questo obiettivo bisogna trasferire il valore del rispetto dal senso del dovere a quello del piacere. Occorre che le persone si adoperino per ridurre e differenziare i rifiuti di ogni genere e che utilizzino fonti energetiche rinnovabili. Non solo per sentirsi migliori ma anche per apparire migliori, piacevoli, più stimate. In quattro parole: from duty to beauty”;
- “In un modello sociale che si chiama società dei consumi, basato sul lavoro destinato a produrre beni da consumare, pensiamo sia necessario costruire un nuovo modello di consumo fondato su prodotti costruiti nel rispetto della natura, consumati in un tempo lungo e che, alla fine del proprio ciclo di funzionalità, possano essere facilmente riciclati”;
- “Dopo l’ottima esperienza nel mondo del cibo con il modello Eataly, Green Pea intende occuparsi degli altri mercati: i beni che costituiscono la parte più corposa delle nostre attività di consumo, l’energia, il movimento, vestirsi, la casa e il tempo libero. Intendiamo dimostrare che è possibile, da subito, acquistare prodotti e servizi di grande qualità e bellezza, costruiti in armonia con la natura e funzionali a una forma di utilizzo responsabile”;
- “Venderemo energia e apparati per crearla, che non concorrano al riscaldamento e all’inquinamento del pianeta. L’Italia possiede in abbondanza acqua che scorre, vento che soffia e sole che riscalda. Saranno queste le fonti su cui ci concentreremo (…)”;
- “Venderemo macchine per muoversi a una, due, tre, quattro o più ruote. Saranno belle, sicure e piacevoli da utilizzare. Saranno italiane, ma soprattutto saranno equipaggiate da propulsori alimentati da fonti energetiche pulite, che non creino danni all’ambiente”;
- “Venderemo abiti, calzature, borse e accessori di grande qualità e bellezza, costruiti con materiali (nuovi o riciclati) nati in armonia con la natura. (…) Componente fondamentale della nostra idea di sostenibilità è la lunga durata e la possibilità di riuso o riciclo a fine vita (…)”;
- “Venderemo mobili, accessori, corpi illuminanti e altri oggetti per la casa di grande qualità e alto design. Zero formaldeide, legni da boschi abilitati alla deforestazione e certificati, metalli e vetro creati con il maggior scrupolo possibile, plastiche biodegradabili o riciclabili a fine vita. Per ogni mobile venduto pianteremo un nuovo albero. Componente fondamentale della nostra idea di sostenibilità è la lunga durata e la possibilità di riuso o riciclo a fine vita (…)”;
- Offriremo un luogo per il tempo libero, l’Otium Pea Club. Costituirà un elemento identitario per Green Pea e consiste in vari e ampi spazi dove fermarsi a pensare, parlare, degustare, avere cura del proprio corpo, divertirsi, leggere, imparare, progettare, oppure fare niente (…)”;
- “Intendiamo costruire un gruppo interattivo di produttori che hanno in comune il valore del rispetto per la natura, ma nello stesso tempo tesi a costruire prodotti belli e bellissimi, duraturi e imperituri, nonché molto personali e in linea con i principi di bellezza e originalità del Made in Italy di primo livello (…)”;
- “Queste aziende saranno per la quasi totalità italiane ma ci rendiamo disponibili a coinvolgere anche compagnie straniere, solo se talmente originali e in linea con i nostri principi (…)”.