Gli stati generali della distribuzione si incontrano a Vienna

L’Austria ha ospitato la 55esima edizione dell’annuale congresso Ufemat. Al centro del dibattito il Regolamento Europeo 305/11.

Giuseppe Freri, presidente Ufemat

Nel 1815 Vienna fu il luogo dove i grandi d’Europa si diedero appuntamento per ripristinare l’Ancien Regime dopo gli sconvolgimenti apportati dalla Rivoluzione Francese e dalle guerre napoleoniche. Si confrontarono due linee politiche contrapposte, coloro che volevano un puro e semplice ritorno al passato e quelli che sostenevano la necessità di un compromesso con la storia appena trascorsa.Quasi duecento anni dopo, sempre a Vienna, sono gli stati generali della distribuzione dei materiali edili a darsi appuntamento per il congresso dell’Ufemat e per confrontarsi sulla rotta da tenere in un mercato diventato inesorabilmente complesso e competitivo. Il paragone potrà sembrare esagerato ed è certo che il congresso Ufemat non passerà alla storia come l’illustre precedente, ma è altrettanto vero che la sensazione è che siano sempre quelle stesse volontà contrapposte di restaurazione e di innovazione ad animare ieri come oggi gli incontri che si prefiggono come scopo quello di tracciare una rotta comune e che il rischio rimanga sempre quello di non avere la forza o la convinzione di portare fuori dai lussuosi ambienti teatro di tali incontri, le conclusioni alle quali si è giunti. Abbandoniamo ora il parallelismo storico e partiamo dell’inizio della nostra due giorni viennese (27/29 giugno 2013).

Il tema al centro dei lavori del congresso Ufemat era di estrema concretezza ed attualità e verteva sulle opportunità e difficoltà di implementazione del Cpr – Regolamento Ue 305/2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/Cee. Il livello della discussione è stato a tratti davvero di grande intensità grazie agli interventi di personaggi del calibro di Heimo Scheuch, Ceo di Wienerberger e di Ryszard Florek Ceo di Fakro, le conclusioni invece mi sono sembrate un po’ deboli e non così incisive salvo naturalmente l’esplicitazione della posizione ufficiale di Ufemat.

305: una grande opportunità

I lavori sono stati aperti dall’Assemblea Generale dei presidenti e dei direttori generali della varie Federazioni ed è stato il momento per fare veramente il punto della situazione a livello europeo sul reale livello di recepimento della 305. È stato disarmante constatare come l’attuale stato del recepimento della Cpr sia ancora veramente lontano da quello che avrebbe dovuto essere, dal momento che la data ufficiale di entrata in vigore sarebbe arrivata qualche giorno dopo, il primo di luglio. Non c’è stato intervento che non denunciasse ombre e incomprensioni su un testo che presenta sicuramente notevoli difficoltà di implementazione per il distributore che, parere condiviso da tutti i partecipanti, riuscirà a vedere la 305 come una grande opportunità solo quando gli sarà chiarita in tutti i suoi punti.

Senza alcuna velleità campanilistica, ho comunque constatato che la nostra situazione italiana empaticamente illustrata dal presidente di Federcomated e di Ufemat, Giuseppe Freri è risultata essere quella nella quale la Federazione nazionale ha inanellato nel tempo le maggiori iniziative volte alla divulgazione ai propri aderenti ed associati l’obiettivo della nuova normativa così come anche gli aspetti sui quali concentrare la proprie azioni. Al termine dell’incontro a porte chiuse dei presidenti, il segretario generale di Ufemat Marnix van Hoe ha poi dato pubblica lettura del Position Paper che indica chiaramente la posizione di Ufemat nei confronti del Cpr nel quale si chiede un periodo grigio nel quale non solo per far si che si arrivi alla stesura definitiva degli Atti delegati, ma anche che non vi sia l’applicazione di sanzioni proprio a causa del permanere di punti ancora da chiarire.

Il mercato in Europa

La riunione del giorno successivo, pubblica e non più riservata esclusivamente ai vertici delle Federazioni, ha visto numerosi interventi che ad ampio raggio hanno trattato il tema del mercato delle costruzioni in Europa e più in generale il tema della sfida della creazione di valore per quanto riguarda la distribuzione dei materiali edili. Si è trattato di contributi sul cui spessore scientifico ci sarebbe sicuramente qualcosa da dire, ma hanno avuto comunque il pregio di porre l’accento sul cambiamento incontrovertibile che è accaduto nel mercato al quale si rivolge il distributore di materiali edili che non può prescindere oggi da capacità consulenziali e da un forte orientamento al marketing di se stesso, della propria struttura e del proprio operato.

Da ricordare, come già accennato in precedenza, l’intervento di Heimo Scheuch che ha fatto un forte richiamo alla creazione di lavoro e all’etica, concetti che ancora troppo poco albergano non solo gli incontri dei rappresentanti del nostro settore, ma in genere tutti gli incontri tra imprenditori di qualunque settore. Il grande assente di tutte le considerazioni ed interventi è stato anche in questa occasione l’utente finale, ovvero nessuna riflessione è stata fatta su come la normativa europea dovrebbe essere divulgata all’utente finale della distribuzione, professionale o privato che sia, ma non dobbiamo dimenticare che tutti i maggiori cambiamenti sono arrivati a vera manifestazione solo quando è stato il mercato a intuirne i reali vantaggi che potevano portare. Un congresso che danza, ma che non va avanti questo fu uno dei giudizi sul congresso del 1815, sarebbe ingiusto dire la stessa cosa del congresso Ufemat, certo è che ancora parecchio lunga si presenta per la nostra categoria la strada per arrivare a una vera e propria affermazione professionale a livello europeo e tale cambiamento non potrà di certo essere affidato esclusivamente all’intervento del legislatore.