Giulio De Angelis. Oltre il Pnrr

Per cambiare volto al Meridione non dobbiamo né possiamo fermarci al Pnrr: serve una cabina di regia in grado di gestire i finanziamenti secondo una politica orientata allo sviluppo urbano e territoriale sostenibile e integrato

Per cambiare volto al Meridione non dobbiamo né possiamo fermarci al Pnrr: serve una cabina di regia in grado di gestire i finanziamenti secondo una politica orientata allo sviluppo urbano e territoriale sostenibile e integrato. Ecco il pensiero di Giulio De Angelis, Consigliere delegato Federcomated e vice presidente di Confcommercio Avellino

«Già prima della pandemia l’Italia era un paese fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Negli ultimi due anni la crisi sanitaria ed economica ci ha inferto un colpo molto forte: nel solo 2020 la contrazione del Pil è stata pari all’8,9% – quasi un terzo in più rispetto alla media dell’intera Unione Europea – e i buoni risultati che osserviamo in questo periodo sono frutto di un rimbalzo più alto, causato da una caduta più profonda.

Le categorie più colpite sono state quelle più deboli – donne e giovani – e lo stesso vale per i territori più colpiti – il Sud e tutte le aree marginali del paese. I finanziamenti straordinari messi in campo dall’Unione Europea costituiscono un’occasione importantissima per recuperare almeno parte del gap che si è generato fra i paesi, fra le persone, fra il centro e la periferia, ma non è detto che il Pnrr sarà sufficiente.

Nel nostro settore, infatti, assistiamo oggi a un fermento inimmaginabile fino a pochi mesi fa, ma non possiamo credere che le dinamiche dell’edilizia siano cambiate al punto da assomigliare a quelle di altri settori fondamentali per l’economia italiana. Al contrario di quanto avviene ad esempio nella moda, nelle costruzioni il tempo scorre lento: loro usano l’orologio, noi il calendario.

La zattera e la barca 

Fino all’autunno 2020 l’edilizia era in crisi da oltre un decennio, perciò, dobbiamo chiederci quale situazione troveremo al termine del declino programmato del Superbonus 110%. Quest’ultimo – è sempre bene ricordarlo – è una zattera che ci terrà a galla per qualche anno, e l’orizzonte temporale del Pnrr non è molto più lungo. Se i finanziamenti europei saranno spesi bene, creando ricchezza per l’intero paese – e non solo per pochi e in poche regioni – avremo tutti una possibilità.

In pratica dobbiamo abbandonare la zattera, che non ci permette di decidere quale direzione prendere, e costruirci una barca sulla quale navigare in sicurezza. Come? Investendo nello sviluppo produttivo delle aree più arretrate, creando lavoro, facilitando i trasporti e le comunicazioni, rafforzando i servizi, favorendo l’istruzione e la ricerca, per dare una prospettiva concreta ai tanti, troppi italiani che stanno pensando di spendere i pochi soldi in loro possesso per emigrare.

Storicamente il Sud è sempre stato il principale mercato per il Nord: si tratta di realtà complementari, che hanno bisogno l’una dell’altra. Puntare sullo sviluppo del Meridione conviene anche al Nord, ma contrariamente al passato – quando gli investimenti erano concentrati solo sulle grandi opere e non creavano il substrato indispensabile per farle prosperare – questa volta sarà necessario puntare anche alla rivitalizzazione delle realtà urbane e territoriali.

Dobbiamo rendere più competitivi i centri abitati e le aree interne, attraverso il recupero energeticamente sostenibile e la messa in sicurezza antisismica (anch’essi complementari fra loro) del patrimonio edilizio, per ottenere un mix funzionale e funzionante fra residenza e servizi di base, attività produttive e terziarie, infrastrutture della mobilità e del trasporto, iniziative sociali e culturali, energie rinnovabili, patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale.

Politica e società 

Le pubbliche amministrazioni sono il primo interlocutore per chi decide di investire. L’autorevolezza dei vertici dello Stato e delle amministrazioni locali è fondamentale non solo per l’immagine degli apparati, ma anche e soprattutto per la loro capacità di svolgere al meglio il compito loro assegnato: conoscere i problemi, trovare le soluzioni, condividere le scelte, governare i processi, controllare i risultati.

Purtroppo, nella nostra esperienza la politica da sola non è in grado di fare tutto questo in modo efficace, ma ha bisogno di interlocutori capaci e decisi che, operando all’interno della società e dell’economia, sappiano proporre, stimolare e sorvegliare l’attività dei rappresenti istituzionali. La partecipazione attiva dei cittadini e delle loro organizzazioni è la linfa vitale della democrazia.

Oggi mettere a frutto i finanziamenti europei è l’obiettivo principale del nostro paese. I risultati dovranno essere concreti e significativi, perché solo creando ricchezza e lavoro sarà possibile fronteggiare un debito pubblico che, in meno di due anni, è cresciuto sino al oltre il 150% rispetto al Pil. Per fronteggiare questa spada di Damocle finanziaria serve investire in modo oculato, privilegiando iniziative che possano creare ricchezza diffusa nel medio-lungo termine.

Imprenditori protagonisti 

In sintesi, per cambiare volto all’Italia e al Meridione non possiamo fermarci al Pnrr: al contrario, dobbiamo guardare oltre. Personalmente, per il Sud, ritengo che sia necessaria una vera e propria cabina di regia tecnica, formata dalle amministrazioni locali e dalle organizzazioni di rappresentanza che conoscono le diverse realtà territoriali, attraverso la quale coordinare le iniziative e i progetti.

Questa cabina di regia dovrà avere una funzione di programmazione, supporto tecnico-economico e controllo sugli interventi da finanziare, con tavoli tematici – dalla rigenerazione urbana alla mobilità sostenibile, passando per la transizione ecologica – e con il coinvolgimento di esperti di ogni settore, di provenienza pubblica e privata.

Federcomated, che rappresenta Confcommercio – Imprese per l’Italia nel settore dell’edilizia, può svolgere un ruolo importantissimo di controllo, promozione e stimolo – specie nei confronti delle amministrazioni comunali delle realtà più piccole, che spesso faticano a trovare le risorse professionali per pianificare e gestire interventi complessi – per orientare l’azione verso lo sviluppo urbano sostenibile e lo sviluppo territoriale integrato.

Questa attività dovrà svolgersi in sinergia con il Laboratorio Nazionale sulla Rigenerazione Urbana, istituito grazie al Protocollo d’intesa con Anci, e con Enea, in forza del Protocollo d’intesa finalizzato allo sviluppo sostenibile, per rendere più competitive le realtà urbane e territoriali facendo perno anche e soprattutto sul patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale.

Oltre a Federcomated, al Laboratorio sulla Rigenerazione urbana di Confcommercio – Imprese per l’Italia e a Enea, la cabina di regia tecnica dovrebbe comprendere tutte le istituzioni a tutti i livelli territoriali, Federcostruzioni, Ance, le associazioni degli artigiani, gli ordini professionali, l’Aci, eccetera»