Per l’architetta e business designer Gabriella Simone di Future Concept Retail, da oltre 10 anni specializzata nella riorganizzazione e trasformazione degli spazi fisici di rivendite di materiale edile e ferramenta, il primo passo per affrontare la sostenibilità è l’applicazione di un modello progettuale differente, sia per la progettazione degli spazi, sia per la creazione di prodotti a partire dall’ecodesign.
«La progettazione sistemica è un modello capace di collegare l’intero processo di sviluppo, dall’acquisizione delle materie prime/seconde al fine di ciclo vita».
Ma il concetto di ecodesign passa anche attraverso il tema della sostenibilità e del business: occorre progettare pensando all’impatto economico e alla redditività degli spazi: la creazione di nuovi layout sostenibili è la chiave per raccontare i nuovi valori utilizzando allestimenti ed esposizione di prodotti con l’obiettivo di aumentare il posizionamento dei brand che hanno intrapreso la strada della sostenibilità.
È quindi da sottolineare il modo differente di approcciare la progettazione, andando a delineare un nuovo modello di progettista che si trova ad affrontare un ecosistema di informazioni che impattano sul proprio lavoro.
«Nell’ambito delle costruzioni bisogna considerare anche il materiale da utilizzare in base alle normative e alla sostenibilità, ma con una visione a favore del riutilizzo o della gestione del rifiuto a fine vita. Occorre progettare nella prospettiva di poter trasformare gli spazi di vendita nel tempo. Da progettisti occorre chiedersi: “Come posso fare per creare impatti positivi sull’ambiente?” Si tratta di un tema molto caldo e richiesto dai clienti poiché apre a più opportunità di business».
Dalle parole di Gabriella Simone emerge quindi la necessità di un cambio di mindset, per cui considerare lo spazio del punto vendita come una sorta di “Lego” dove è possibile montare e smontare facilmente tutti gli elementi trasformando un rifiuto in un nuovo oggetto e progetto.
