Forare con i diamanti

(foto Rurmec)
(foto Rurmec)

Le carotatrici permettono di eseguire fori ciechi o passanti di piccolo e grande diametro su qualunque materiale edilizio, anche di tipo molto compatto, fortemente abrasivo o armato.
Le carotatrici sono macchine progettate per realizzare, con rapidità e precisione, fori ciechi o passanti su strutture edilizie di ogni tipo anche costruite in cemento armato o in pietra compatta. Le attrezzature utilizzano un utensile di lavoro con taglio a corona diamantata che permette di sezionare il materiale nel punto esatto dell’intervento e senza indurre nella struttura vibrazioni derivate dalla percussione. La capacità di lavorare senza provocare la distruzione di una superficie più larga, e quindi di dover provvedere a lunghi ripristini antieconomici, connota le carotatrici che trovano impiego sul cantiere in ogni situazione dove occorre realizzare aperture circolari oppure fori di forma e dimensione precisa e di piccolo o grande diametro. La gamma degli interventi che si possono eseguire con queste macchine è molto ampia. Oltre ad essere adatte per realizzare forature profonde o passanti su pavimenti, pareti e soffitti, le carotatrici si possono utilizzare per praticare grandi luci nelle murature ricorrendo a perforazioni verticali e orizzontali in serie ravvicinata oppure vengono adoperate come ausilio per altre attrezzature del tipo tagliamuro, dotate di sega circolare diamantata o di filo diamantato, utilizzate per aprire grandi varchi e nella demolizione controllata delle strutture.
Il sistema costruttivo
Le carotatrici vengono realizzate con criteri costruttivi non molto diversi tra i modelli creati per piccoli lavori di foratura e quelli adatti ai grandi diametri e a impegni gravosi. Le variabili sono una maggiore robustezza delle parti meccaniche e di supporto, una diversa potenza del gruppo motore e talvolta l’impiego di una tipologia differente di alimentazione.

(Foto Brevetti Montolit)
(Foto Brevetti Montolit)

In ogni caso il gruppo motore rappresenta il cuore del sistema, deve essere costruire per lavorare senza interruzioni e può essere scelto sulla base  dell’impiego o secondo le condizioni del cantiere. In genere alle carotatrici viene applicato un motore elettrico monofase, ma sul mercato sono disponibili motori trifase oppure motori a scoppio, idraulici e ad aria compressa che sovente sono intercambiabili tra loro tramite una slitta di collegamento universale per poter affrontare lavori anche molto lontani da fonti di energia o accoppiare la macchina a centraline e a compressori che già servono altre attrezzature del cantiere. Il motore elettrico è già sufficiente per la maggior parte dei lavori di foratura, ma in caso di interventi impegnativi su materiali molto duri, su calcestruzzi fortemente armati, con utensili di grande diametro e in presenza di elevate profondità di taglio, è consigliabile ricorrere a un gruppo con alimentazione idraulica che garantisce una elevata riserva di potenza. Nelle carotatrici funzionanti con motore elettrico il gruppo di azionamento è collegato con un motoriduttore che, secondo i tipi, fornisce una, due, tre o quattro velocità da selezionare con comando meccanico o elettronico. I motori elettrici sono sempre del tipo con doppio isolamento. La possibilità di operare con diverse velocità di rotazione permette di affrontare una gamma di diametri di foratura il più ampia possibile e in questo caso il comando elettronico garantisce un adeguamento automatico del numero di giri allo sforzo di taglio richiesto.

Con il motore a scoppio la variazione di velocitĂ  è realizzata tramite un cambio meccanico, mentre per i motori ad aria compressa oppure per quelli idraulici la regolazione in continuo per raggiungere una rotazione ottimale rispetto al tipo di perforazione viene effettuata tramite una valvola connessa direttamente alla centralina che fornisce la pressione dell’aria o del fluido idraulico. Per tutte le versioni il collegamento con la corona diamantata avviene, secondo i tipi, per mezzo di un innesto rapido oppure mediante un giunto da serrare con una normale chiave. L’albero di supporto della punta è cavo per consentire il passaggio dell’acqua di raffreddamento all’interno dell’utensile durante l’impiego. In genere gli attacchi per le tubazioni di trasporto dell’acqua di raffreddamento, che proviene dalla rete idrica o da un apposito serbatoio in pressione, sono realizzati a scatto per un collegamento rapido e a tenuta. Il gruppo motore è solidale con il carrello di supporto che si muove lungo una colonna, con sezione tonda o quadra e di altezza variabile, costruita in acciaio protetto contro la corrosione e collegata a una base di appoggio. La traslazione del complesso di rotazione e di taglio avviene per mezzo di un dispositivo a pignone e cremagliera, a vite oppure a pignone e catena, ma sempre realizzato per ottenere il massimo della stabilitĂ  e uno scorrimento dolce senza ostacoli. In genere l’avanzamento della testa di taglio viene effettuato a mano per mezzo di un volantino, ma esistono modelli progettati per il movimento automatico che può essere programmato anche da un computer in grado di stabilire le diverse velocitĂ  analizzando tutti i parametri riguardanti il tipo di materiale e il diametro del foro. In talune carotatrici la colonna è fissa e consente solo forature ad angolo retto rispetto al piano di base, mentre in altre risulta inclinabile a scatti o con variazione continua fino a oltre 45°. Su molti tipi, quando la colonna è imperniata a un sostegno verticale, la testa di foratura compie un arco di 360° e può lavorare in ogni posizione con qualsiasi inclinazione. La base di solito è realizzata in fusione d’alluminio e nei modelli piĂą pesanti viene dotata di ruote per facilitare gli spostamenti della macchina.

(foto Maxima)
(foto Maxima)

Negli angoli, la base è provvista di bulloni di regolazione della planarità per eliminare il problema di eventuali irregolarità del piano di supporto. Per renderla solidale al pavimento o alla parete su cui si deve eseguire la foratura e bloccarla in una determinata posizione senza possibilità di spostamenti incontrollati, vengono usati diversi accorgimenti. Ciascuna base può essere collegata al supporto con un tassello a espansione posto in posizione centrale oppure, per lavori più speditivi che richiedono rapidi spostamenti, connessa a un sistema sottovuoto con pompa aspirante che produce un effetto ventosa, anche su superfici non perfettamente piane, grazie alla guarnizione fissata al di sotto della piastra. Solitamente per il fissaggio è previsto anche l’uso di montanti telescopici, di serie o disponibili come optional, che permettono di eseguire forature impegnative dove la base è bloccata a contrasto con puntale e mandrino di tensionamento. Tutti i sistemi sono completi, pronti per operare e vengono commercializzati con tutti gli accessori per un corretto funzionamento.
Il principale settore di impiego
Il settore di maggior impiego è forse quello idrotermosanitario, quando occorre praticare, su strutture esistenti e nell’adeguamento funzionale dell’edificio, delle aperture circolari di precisione, dritte o inclinate, per il passaggio di tubi o per l’alloggiamento di impianti e di scatole di derivazione. Le carotatrici diventano utilissime nel montaggio di tasselli di ogni dimensione per qualsiasi installazione oppure nella carpenteria metallica, mentre un impiego particolare riguarda la ristrutturazione dei vecchi edifici, anche con murature di tipo tradizionale, dove l’assenza di vibrazioni e di percussione consente di perforare con una completa sicurezza nei confronti della stabilitĂ  dell’edificio.
I vantaggi nell’uso delle carotatrici
Il grande vantaggio nell’impiego delle macchine carotatrici deriva dall’abbattimento della polvere e dei detriti quando si opera in costruzioni abitate, grazie alla foratura a umido che raffredda l’utensile di taglio aumentando la sua durata ed evita di diffondere i residui della lavorazione. Queste attrezzature permettono di asportare grandi quantitativi di materiale con una quantitĂ  di energia relativamente modesta pur intervenendo su materiali molto duri: il granito l’arenaria o il marmo, i laterizi pieni o il calcestruzzo compatto a inerti duri. Sui conglomerati cementizi armati, la presenza dei ferri non influisce sulla capacitĂ  di taglio che al limite può risultare rallentato, ma non ostacolato.

di Massimo Guglielmi

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