Intervista a Gian Luca Ferri, Consigliere Delegato Federcomated di Angela Sedara

Ferri. Bisogno di certezza per gli imprenditori della distribuzione edile

Pari dignità con le altre categorie della filiera e con gli altri settori del commercio, maggiore chiarezza di rapporti con le istituzioni, regole che considerino le singole specificità e valide per tutti: è chiedere troppo?
Gian Luca Ferri, Consigliere Delegato Federcomated

Durante la seconda ondata i distributori edili non sono stati penalizzati, come era invece successo durante il primo lockdown.

A marzo e aprile, infatti, i grossisti di ferramenta, idraulica, colore e brico potevano tenere aperto, mentre noi non lo potevamo fare. Perché?

L’unica spiegazione che mi sono dato è che i distributori edili siano stati semplicemente dimenticati.

Nel mio territorio – la prima zona rossa istituita a fine febbraio, quella con l’esercito ai check-point – i comuni avevano grossi problemi a causa dell’enorme numero di decessi, perciò commissionavano lavori di adeguamento cimiteriale di somma urgenza, motivati dalla necessità di garantire le sepolture.

Per eseguire questi lavori le imprese necessitavano di materiali edili, ma i nostri punti vendita erano chiusi. Cosa non ha funzionato, dunque, per far dimenticare la nostra esistenza all’estensore dei primi Dpcm? Perché si potevano vendere i profumi – con tutto il mio rispetto per la relativa categoria – ma non i materiali edili, se non col contagocce e a prezzo di estenuanti e rischiose pratiche burocratiche?

Poi è arrivata la seconda ondata, i nuovi Dpcm e l’ormai famosissimo Allegato 23 nel quale, fra i “graziati dalla serranda abbassata”, compariva anche “materiali da costruzione (incluse ceramiche e piastrelle) in esercizi specializzati”. In quell’occasione il sospetto è stato – quasi – confermato: qualcuno si era finalmente ricordato di noi.

La cosa mi consola solo in parte. Dubito che la consapevolezza del ruolo dei distributori edili si sia improvvisamente rivelata nell’opinione degli addetti ai lavori e nella considerazione degli estensori delle norme. Forse il nostro ruolo è talmente connaturato al processo edile, talmente radicato nel “sistema casa”, talmente dato per scontato da essere dimenticato? E cosa dobbiamo cambiare perché non succeda mai più?

Forse dovremmo cominciare a pensare un po’ più in grande e, soprattutto, a pensare tutti insieme. Forse dobbiamo cercare il nostro spazio nel “pianeta casa”, per essere davvero al pari degli altri attori, lavorando affinché sia riconosciuta la nostra indiscutibile centralità: autoproclamarla non serve, se non seguono fatti. E cosa può fare la Federazione al riguardo, quali cambiamenti può mettere in atto?

La pandemia ci ha fatto capire tante cose, ma se c’è qualcosa che i distributori hanno disperatamente cercato, questa cosa si chiama certezza. Prima di tutto certezza del proprio ruolo, per il quale è richiesto un più importante livello di presenza non solo economico ma soprattutto politico: nessuno si deve più dimenticare di noi.

Poi c’è il ruolo sindacale. Durante il lockdown abbiamo tutti sperimentato la prepotenza a tratti strafottente della Gdo, quasi che le regole fossero diverse: due pesi e due misure. Abbiamo urgente bisogno di una certezza che nasca da una maggiore chiarezza di rapporti tra distribuzione edile e istituzioni in genere. In che modo, perciò, la Federazione può promuovere la definizione di regole commerciali e fiscali chiare, valide per tutti Gdo compresa?

Specie nei periodi di crisi, abbiamo anche bisogno di certezza delle regole e dell’applicazione delle norme. Per evitare di brancolare nel buio, come durante il lockdown, quando il dubbio interpretativo regnava sovrano e, letteralmente, non si capiva cosa si potesse e cosa non si potesse fare, al punto di dover elemosinare informazioni a destra e a manca, persino dai rappresentanti.

Mi chiedo se la Federazione può assumere un ruolo ufficiale in termini di interpretazione delle norme nazionali e anche delle disposizioni regionali, declinandolo poi a livello locale mediante le sue articolazioni territoriali. Per svolgere un ruolo così importante e portarlo avanti, in termini di informazione chiara e completa, l’autorevolezza non ci manca.

Ma non basta sapere a quali regole devono sottostare, genericamente, i commercianti: vogliamo conoscere nello specifico come funzionano le cose per i distributori edili – caratterizzati da peculiarità di presenza e di strutture che ci rendono unici nel panorama del commercio. Con queste certezze, di cui abbiamo ancora grande bisogno, l’insicurezza e la confusione interpretative di quei giorni oscuri resterebbero solo un brutto ricordo.