Federcostruzioni, niente ripresa senza un impegno forte del Governo

Presentato a Roma dal presidente di Federcostruzioni, Paolo Buzzetti il rapporto sullo stato della filiera produttiva del settore Edilizia, Federcostruzioni: niente ripresa senza un impegno forte del Governo, questo il messaggio ma anche il monito che hanno lanciato le protagoniste del settore. È un grido di allarme che necessita risposte immediate. Dal 2008 al 2012 perso un quarto della produzione, per un valore di 80 miliardi di euro. Ma se nel 2012 il calo produttivo è stato rispetto all’anno precedente del 7,3%, nel 2013, secondo quanto stimato dai diversi comparti della filiera si prefigura un rallentamento del calo, inferiore al 4% rispetto al 2012, a cui dovrebbe fare seguito una ulteriore diminuzione pari al -2,9% nel 2014. Si tratta di un ridimensionamento del mercato che, almeno a partire dal 2010, è esclusivamente determinato dalla domanda interna. Tutti i comparti del mercato paiono in una condizione di debolezza. Lo è la domanda di nuova edilizia residenziale, l’edilizia non residenziale privata, le opere pubbliche, che fin dal 2005 hanno conseguito anno dopo anno perdite consistenti, hanno conosciuto un dimezzamento delle proprie risorse.
«Senza politiche di sostegno alle costruzioni il Paese non potrà uscire rapidamente dalla recessione e i tempi della ripresa si allungheranno invece di accorciarsi. Lo scenario che emerge dal Rapporto deve preoccupare, perché da sempre l’edilizia è un termometro attendibile di quello che sta avvenendo nel Paese. E se i numeri dicono che anche nel 2014 proseguirà il calo della produzione vuol dire che non vi saranno cambiamenti nella struttura della domanda, almeno sul piano quantitativo».
Paolo Buzzetti, presidente Federcostruzioni
Dal Rapporto, oltre a una forte propensione all’export, emerge soprattutto una sofferenza del sistema per il calo della domanda e per gli effetti deleteri del credit crunch. «La mancanza di liquidità e la chiusura del sistema bancario verso il nostro settore – ha aggiunto Buzzetti – costituiscono i fattori che maggiormente incidono sulle possibilità di una ripresa produttiva. Viceversa si riscontra un’ampia predisposizione verso il ricorso a una sempre maggiore innovazione, in direzione di un diverso modo di produrre e di costruire, dove la sostenibilità, l’efficientamento energetico, l’attenzione a soluzioni costruttive di tipo nuovo sono i fattori decisivi della competitività».