Federcostruzioni. La Salvaguardia e la rigenerazione dei territori

La salvaguardia, la rigenerazione e la messa in sicurezza del Paese è una delle priorità della mia presidenza, in quanto siamo fermamente convinti che sia un’azione non più rimandabile per l’Italia. È per questo che abbiamo promosso, lo scorso febbraio in seno al Samoter di Verona, un evento, dal titolo Salvaguardia e rigenerazione dei territori – opportunità e sfide, con un panel di relatori di grande qualità e competenza provenienti dal mondo delle imprese, delle professioni, delle organizzazioni ambientalisti e delle istituzioni locali. Mai come quest’anno si è tanto parlato di sicurezza e di recupero del territorio ed è certamente positivo che le drammatiche conseguenze del terremoto, spingano tutti a ricercare con rinnovata energia, le migliori soluzioni. Ad esempio, nell’ambito dell’audizione presso la Commissione monocamerale d’inchiesta sulla sicurezza e i degrado delle città e delle loro periferie, presso la Camera dei deputati, il presidente dell’Ance Gabriele Buia ha ricordato come il tema del rinnovamento delle città abbia assunto negli ultimi anni un rilievo crescente a causa delle situazioni di degrado, non solo fisico, in cui versano e che le politiche finora perseguite non sono state in grado di dare risposte efficaci. Il patrimonio immobiliare italiano necessita di una profonda e radicale opera di ammodernamento in termini di sicurezza, efficienza e qualità.

Io sono convinta sia fondamentale che le politiche annunciate da Governo come Casa Italia diventino rapidamente operative in quanto rappresentano una grande occasione di crescita e occupazione per la filiera delle costruzioni ma sopratutto di concreta riqualificazione e messa in sicurezza del Paese, promessa più volte dai governi in occasione delle gravi calamità che si sono succedute, ma mai realizzate.

Abbiamo quindi assoluta necessità di un grande progetto pluriennale di investimento, di salvaguardia e rigenerazione dei territori ma anche di crescita culturale della popolazione che deve comprendere la dimensione delle problematiche del rischio del patrimonio esistente, soprattutto di quello costruito prima del 1974 anno dell’entrata in vigore della normativa anti sismica per le nuove costruzioni. Fondamentale è la messa a punto degli incentivi a supporto degli interventi strutturali necessari per rendere le abitazioni sicure. Questo grande progetto Paese dovrebbe procedere indipendentemente dall’avvicendarsi dei governi e delle amministrazioni regionali e locali, cominciando dal patrimonio pubblico con le scuole e altri edifici critici ma deve anche riguardare gli immobili di proprietà privata. Per riuscire in questo ci vuole certamente una forte volontà politica che reperisca le risorse e attui le politiche di incentivazione necessarie, ma anche e sopratutto la volontà di rendere possibili tali interventi in tempi ragionevoli, comparabili con gli altri paesi europei. Burocrazia asfissiante e politiche miopi e altalenanti hanno di fatto fermato dal dopoguerra ad oggi, il processo di naturale evoluzione delle città e dei territori, che nei secoli precedenti hanno reso così straordinario e unico il nostro patrimonio urbanistico, culturale e architettonico. Basta guardare come nelle nostre città sappiano convivere in grande armonia costruzioni di epoche tra di loro lontane, per comprendere come nel passato si sia riusciti a operare questa fondamentale evoluzione. Dobbiamo ritrovare questo coraggio evolutivo per riprendere la strada della rigenerazione dei territori e delle città che deve essere perseguita certamente nel rispetto degli interessi di tutti i cittadini ma deve essere realizzata e non, come spesso accade, bloccata da interminabili e spesso inutili discussioni.

Alcuni esempi dei quali si è discusso nel corso del convegno come l’evoluzione positiva che ha avuto la città di Milano negli ultimi anni e quella ulteriore che dovrà avere per ospitare un influsso previsto al 2025 di 300mila nuovi residenti, o il progetto di recupero dell’Arsenale di Verona che sarà reso alla fruizione della città grazie ad un progetto di project financing che è riuscito a coniugare risorse e interesse pubblico e privato, o ancora il progetto Cunimi che vuole rendere possibile l’ultimazione dei cantieri abitativi rimasti bloccati negli anni della crisi, destinando la prevalenza di questo patrimonio immobiliare a finalità sociali, ci fanno comprendere che l’auspicata rigenerazione urbana e territoriale c’è ma è troppo lenta.

Dalla tavola rotonda è emersa, sia pure con diverse sensibilità, una comune volontà di fare ripartire il processo virtuoso di rigenerazione senza il quale non vi è che il declino. Io sono convinta che la nostra filiera, così complessa e variegata, possa giocare un ruolo importante in questi progetti di recupero e messa in sicurezza sismica e idrogeologica del nostro magnifico e spesso fragile territorio, ma bisogna che la politica e le regole ci permettano di farlo, ci stimolino a mettere insieme le forze del pubblico e del privato per un grande rinascimento sostenibile dei nostri territori.

Salvaguardia e rigenerazione dei territori. Opportunità e sfide
Con l’obiettivo di identificare alcune linee strategiche di azione per affrontare concretamente i temi fondamentali del dissesto idrogeologico, del rischio sismico e della rigenerazione urbana dei territori, Federcostruzioni ha organizzato, presso l’edizione 2017 del Samoter di Verona, un convegno dal titolo “Salvaguardia e rigenerazione dei territori. Opportunità e sfide“. Il tema è stato affrontato da una compagine molto qualificata di relatori. Erano presenti, oltre a Federica Brancaccio, presidente di Federcostruzioni, Maurizio Danese, presidente di Verona Fiere, Giovanni Salmistrari presidente di Ance Veneto, Alberto Montanini Vice Presidente di Federcostruzioni e presidente di Anima/Assotermica, Luciano Ortolani vice direttore generale vicario del Comune di Verona, Niky Dimitra Michaelides Project Manager Italiana Costruzioni, Giovanni Cardinale Vice Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri, Ermanno Dell’Agnolo Consigliere dell’Oice, Marco Dettori, Presidente Ance Milano Assimpredil, Damiano Di Simine Legambiente Lombardia e Flavio Tosi Sindaco di Verona.