Far crescere l’edilizia per far crescere l’economia

Mancano pochi giorni alle elezioni, ma la maggior parte dei politici sembra poco interessata al mondo delle costruzioni e alle sue problematiche: ma cosa si aspettano le aziende del settore dalla classe politica che uscirà dalle urne?

Il ruolo centrale dell’edilizia per la crescita, i molti problemi irrisolti della casa, le carenze infrastrutturali del paese, la complessa legislazione sugli appalti, la semplificazione delle procedure amministrative, l’accesso al credito e alle nuove tecnologie, la tutela del pluralismo distributivo e, non ultima, la promozione della legalità.

In vista dell’imminente consultazione elettorale questi sono i temi che, d’intesa con Confcommercio Imprese per l’Italia, Federcomated ha individuato come prioritari per i propri associati, con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo della politica rispetto alla necessità di rivitalizzare l’intero settore dell’edilizia.

Mario Verduci, segretario generale Federcomated

Con il segretario generale dott. Mario Verduci sintetizziamo istanze, richieste e aspettative comuni alla categoria: «Abbiamo voluto rinnovare il contributo propositivo di Federcomated e dei distributori di materiali per l’edilizia, in un periodo – quello pre-elettorale – durante il quale è sicuramente più facile farsi ascoltare da partiti e candidati.

Il primo, forte argomento consiste nel ruolo fondamentale dell’industria delle costruzioni, che è sempre stata e rimane ancora oggi il principale “motore” dell’economia del paese. L’edilizia crea valore e lavoro sul territorio nazionale, a vantaggio dei cittadini e delle imprese italiane. Mettere le costruzioni al centro delle politiche di crescita significa perciò puntare sulla ripresa economica dell’intera nazione.

A nostro avviso il recupero del ritardo infrastrutturale dovrà essere l’altra principale direttrice d’intervento del nuovo governo. Bisogna riprendere a investire nelle opere pubbliche, nella manutenzione del territorio, nella sicurezza degli edifici pubblici e nei progetti per aumentare la competitività delle città e dei territori.

A questo scopo riteniamo necessaria una profonda revisione del nuovo codice degli appalti, indispensabile per accelerare e concretizzare gli investimenti pubblici: lo sviluppo del paese è più importante della burocrazia. La semplificazione delle regole faciliterà anche i progetti per rigenerare i centri urbani e le periferie».

Tecnologia, pluralismo distributivo e legalità

Quali sono le parole-chiave per l’edilizia del futuro? «Sicuramente “innovazione” e “ambiente”. La sostenibilità economica, energetica e ambientale devono essere declinate attraverso la riqualificazione strutturale, prestazionale e tecnologica, se necessario anche con la sostituzione di quella parte del patrimonio edilizio esistente che non presenta le condizioni per il suo mantenimento.

Assieme alla promozione degli interventi virtuosi bisogna intervenire anche sulle politiche fiscali, che negli ultimi anni hanno fortemente penalizzato la proprietà immobiliare. Al contrario, è necessario tornare a favorire lo sviluppo e gli investimenti in edilizia, trovando al contempo soluzioni sostenibili per ridurre il costo del lavoro, favorire la ri-occupazione e riformare la previdenza.

Per le specificità del mondo della distribuzione, la leva fiscale assume un ulteriore aspetto rilevante. Sosteniamo infatti la necessità improrogabile di tutelare il pluralismo distributivo, attraverso un regime fiscale che non avvantaggi le grandi multinazionali della distribuzione. Queste ultime, se da una parte creano nuovi posti di lavoro, dall’altra sono dirette concorrenti delle aziende della distribuzione, che danno anch’esse lavoro a migliaia di persone.

Le piccole e medie imprese devono poter accedere più facilmente al credito, indispensabile per il loro sviluppo e per tutelare le eccellenze del settore. Parallelamente è necessario qualificare gli operatori, individuando un sistema di regole per l’accesso al mercato e promuovendo ulteriormente la sicurezza.

Per il futuro delle imprese della distribuzione – e non solo – l’introduzione delle tecnologie digitali nelle aziende è un fattore di primaria importanza, rispetto al quali il legislatore può e deve operare con lungimiranza. Ma anche l’amministrazione pubblica deve fare la sua parte, riducendo la complessità degli iter autorizzativi e i costi abnormi delle procedure di gara.

Infine, è necessario continuare sia a promuovere la legalità in tutti i modi possibili, sia a tutelare il corretto funzionamento del mercato contrastando la corruzione, semplificando le procedure e imponendo trasparenza e certezza dei tempi. Questo richiamo alla legalità – conclude il dott. Verduci – occupa un posto centrale non solo per il mondo dell’edilizia, ma per l’intera economia italiana».

Giuseppe La Franca