Ex Fim. Dal degrado a modello di sostenibilità ambientale

(foto Fima)

Sostenibilità ed efficienza energetica, valorizzazione dell’identità storica e riqualificazione dell’esistente; sono questi i concetti cardine del piano di recupero dell’area ex Fim di Porto Sant’Elpidio (Fermo), sulla Riviera Adriatica, realizzato dallo studio di architettura e design Fima di Osimo (Ancona) e concepito nell’obiettivo di trasformare un’area industriale dismessa e degradata in opportunità di sviluppo sociale, culturale ed economico.

L’intervento riguarda un’area di 73mila mq che comprende, nella parte centrale, i due edifici con vincolo di archeologia industriale denominati Cattedrale e Palazzina uffici, a nord la spianata dove si trovavano gli edifici industriali già demoliti e, a sud, uno spazio verde incolto. Lo studio Fima, dalla forte esperienza nella riqualificazione di aree industriali dismesse, ha firmato un progetto che mira a essere un esempio di architettura sostenibile, portando a termine anche le procedure di Via (Valutazione Impatto ambientale) e di Vas (Valutazione ambientale strategica), di concerto con le amministrazioni (Comune e Provincia) e con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici.

(foto Fima)

«Porto Sant’Elpidio – commenta il sindaco, Nazareno Franchellucci – è una realtà giovane, che sta ancora costruendo la sua storia. La qualità architettonica del progetto Fima andrà a contraddistinguere fortemente l’immagine della città, le fornirà un elemento caratterizzante grazie ad un complesso unico, con affaccio sul mare e una positiva integrazione tra pubblico e privato».

Nell’area sorgerà quindi un nuovo quartiere con edifici ad alta efficienza energetica, una piazza sul mare, 26mila mq di verde pubblico, 9.000 mq di parcheggi e una nuova viabilità carrabile e ciclo-pedonale.

Maurizio Andreoli (foto Fima)

«L’area ex Fim diventerà un modello virtuoso di qualità ambientale – spiega Maurizio Andreoli, architetto di Fima – l’obiettivo è quello di realizzare un modo di vivere contemporaneo, senza macchine, incentivando esclusivamente la mobilità dolce, con edifici ad emissioni di Co2 quasi zero, intervenendo con soluzioni rivolte al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Tutti gli edifici saranno realizzati in classe A e secondo il protocollo di certificazione Itaca Marche per la sostenibilità energetico-ambientale».

Progetto Fima per l’area ex Fim Cattedrale e piazza (foto Fima)

Cuore del nuovo quartiere sarà la “Cattedrale”, che avrà come quinta il mare e sarà l’edificio più importante del complesso e il più alto del quartiere. Come una cattedrale romanica al centro del suo borgo sarà l’elemento caratterizzante e verrà trasformata in hotel grazie ad un progetto di riqualificazione architettonica che mixerà sapientemente le vecchie strutture con il contemporaneo. I nuovi spazi commerciali nasceranno attorno alla Cattedrale, mentre gli edifici residenziali si svilupperanno principalmente verso nord: ville urbane affacciate sul mare, strutture multipiano e due edifici “a elica” che, simili a due torri, delimitano la composizione architettonica della parte residenziale. Il verde rimarrà comunque l’elemento forte di tutto il progetto, con la realizzazione di un nuovo grande parco urbano a sud (che dialogherà con la pineta esistente a nord tramite i percorsi pedonali e ciclabili), spazi a prato, isole verdi e giardini pensili che coroneranno gran parte degli edifici.

Ogni elemento del progetto Fima rientra in un programma complessivo che collega il nuovo con l’esistente, per un intervento di riqualificazione che si inquadra all’interno della città e che fa da volano per una ripresa sociale, economica e culturale.